“Grazie Termoli”. Ha chiuso con così il suo concerto subito dopo le note di Libertango di Astor Piazzolla, la musicista naturalizzata statunitense ma italiana nella formazione, negli affetti e nella vita, che domenica sera, al cinema Sant’Antonio ha tenuto il concerto di presentazione del suo album “ A ticket home”. Un biglietto di ritorno che in realtà è stato un volo, un volo alto, anzi altissimo nelle sfere della musica e nella varietà di canzoni che compongono il suo capolavoro.
Brani e versi in italiano e qualcuno in inglese, accompagnati dal solo suono dell’Arpa. Uno strumento delicato, bello, difficile ma penetrante che è stato il suo solo compagno, in una esibizione dove le corde vocali si intrecciavano con quelle tese , pizzicate e fatte vibrare dall’abilità di mani belle, destre, affusolate.
“ Artisti si nasce”, recita un vecchio detto ed è vero ma poi si diventa, con lo studio, la volontà, l’impegno, la passione. Un talento della nostra terra, vero e proprio che come tanti, che siamo abituati a riconoscere solo dopo che lo hanno fatto gli altri. È questo un nostro difetto imperdonabile anche delle istituzioni preposte, lasciare che il nostro bello venga coltivato altrove.
Ieri sera il nostro bello è stata Giusy Ciarla che da Sarasota in Florida, dove è Prima Arpa al teatro dell’Opera, ha cantato e suonato nella sua terra. Il diciassette sarà a Roma presso le Officine Pasolini, invitata da Tosca Donati, grandissima artista nota anche per essere stata vincitrice al Festival di San Remo nel 1996 interpretando con Ron, il brano “ Vorrei incontrarti tra cent’anni”. Da “ Oblivion” di Astor Piazzolla a” Que Serà Serà” di Livingston e Ray Evans, passando per “ In cerca di te” di Testone e Fiorilli, a “ Maria Marì “di De Capua e Russo, l’anima della canzone napoletana dedicata a sua madre e alle Marie in sala.
Due sue composizioni come “ Preghiera” e “ L’invasione di farfalle” dove il tema è l’amore non corrisposto e quello provato, percepito come un volo di farfalle dentro il proprio corpo. “ Si dice che l’amore è quella cosa che rimane dopo che le farfalle sono volate via, e le persone che ti hanno fatto questo effetto, rimarranno per sempre”.
E’ stato questo il messaggio di questo brano così delicato e straordinariamente per la sua carica penetrante dove i sentimenti più sublimi sono per tutto ciò che amiamo. “ Billie Jean” di Micheal Jachson ,“La ballata di Sacco e Vanzetti”, tra i brani del suo repertorio nell’elegante album, dai toni del blu che è il suo primo autoprodotto, dove importanti sono le variazioni musicali e gli arrangiamenti di note e parole ed effetti prodotti da questo mix che sembra fatto apposta; voce e suoni della scala cromatica di uno degli strumenti più antichi al mondo come le arpe ritrovate a Luxor nella tomba di Ramses III.
Certo che allora, l’arpa ne ha subiti di cambiamenti, tantissimi nel corso dei secoli, divenendo nel novecento, per le sue sonorità , anche strumento da musica Jazz.
E’ stata proprio l’Associazione Jack acronimo di Jazz, Arts& Comedy Kington, Associazione fondata in città da un gruppo di artisti, presidente Michele Macchiagodena, ad avere voluto e organizzato questo concerto di ritorno, offrendo al pubblico il dono di una voce straordinaria , di una musica speciale, di un’artista come poche, quale Giusy Ciarla, orgoglio italiano nel mondo, patrimonio molisano e termolese direi.
“ Grazie per averci regalato questo momento così magico” si legge, diversamente formulato e a profusione, come gli applausi al teatro , nei commenti su fb.
Certo che un concerto così non si sentiva da anni, in uno spazio ristretto e riservato a un numero contato di partecipanti, per noti e validi motivi di sicurezza, che non ha potuto soddisfare l’incredibile richiesta di prenotazioni di persone desiderose di ascoltare una grande e valida musicista della propria terra.
Fernanda Pugliese