Al Palazzo dell’ex Gil di Campobasso, pomeriggio dedicato all’artista molisano, Giuseppe Folchi, pittore, fotografo e regista. Egli nacque a Fossalto nel 1911 e morì a Campobasso nel 1962 per una banale caduta sulla neve. A lui si deve la produzione di numerosi documentari e corti che raccontano il Molise con la sua storia, tradizioni e paesaggi rurali tanto amati.
Con l’eccellente introduzione della Presidente della Fondazione Molise Cultura Antonella Presutti, dinanzi ad un pubblico attento e interessato è stato presentato il suggestivo documentario di 11 minuti VISIONI MOLISANE (1948) che si pensava ormai perso ma che la famiglia ha ritrovato nella Cineteca Nazionale, recuperato grazie all’Associazione Folchi di Campobasso, poi restaurato a cura del Centro Sperimentale Cinematografico di Roma a cui la Fondazione Molise Cultura di Campobasso ha dato il suo contributo.
Questo lavoro insieme con altri, a volte non ancora montati ( “I Misteri”, “Termoli”, “La carrese”, “Le taglie di Jelsi”), sono stati occasione per accendere i riflettori su Giuseppe Folchi che ha dato, nella sua poliedricità, un grande contributo al Molise percorrendone, in modo quasi poetico, pagine importanti della sua storia e tradizioni e dimostrando la propria capacità di cogliere le dinamiche sociali delle comunità del territorio locale considerate dal regista il cuore pulsante della regione.
Con le sue immagini Folchi ci fa entrare nella dimensione bucolica molisana del dopoguerra, ci mette in diretto contatto col mondo contadino, con quello dei pescatori di Termoli e, per dirla alla Gramsci maniera, delle “classi subalterne”.
E’ per questo che “Visioni Molisane”, come ribadito anche dal dr. Vincenzo Lombardi, direttore dell’Archivio di Stato di Campobasso e Isernia, intervenuto in occasione della proiezione del corto al Palazzo della ex Gil, è uno scrigno prezioso per la cultura non solo molisana perché rappresenta la memoria storica di cui le scuole, come suggerisce Pupi Avanti, dovrebbero servirsi per far riflettere le nuove generazioni sull’essenzialità della vita dei nostri progenitori.
Questo progetto rientra nell’attenzione che la Fondazione Molise Cultura sta dando al Molise e al suo patrimonio culturale per renderlo fruibile non solo a livello locale ma anche al di fuori dei propri confini affinché diventi strumento di conoscenza di un territorio che ha tanto da offrire.
Visibilmente commossa la figlia di Giuseppe Folchi, la Signora Silvana, che oggi cura le pubbliche relazioni dell’Associazione che porta il nome del suo grande papà.
Accompagnata alla chitarra dal Maestro Nicola Cordisco, ha allietato l’incontro la voce della cantante, attrice, regista nonché docente del Conservatorio Perosi di Campobasso Daniela Terreri con brani degli anni 40-50 interpretati come sempre magistralmente e con particolare coinvolgimento emotivo per la sua stretta parentela, da parte materna, al regista Giuseppe Folchi, bene immateriale del Molise.
Rossella De Rosa