Venerdì 20 maggio 2022, alle ore 18, un altro e interessantissimo appuntamento rientrante nell’esclusivo progetto del Comune di Macchiagodena denominato “Genius Loci. Portami un libro e ti regalo l’anima” sarà con Rita Frattolillo. La scrittrice e divulgatrice porterà, nel paese della provincia di Isernia, nella Biblioteca Comunale, il suo libro L’infanzia migrante tra realtà e rappresentazione letteraria (1861-1920). L’evento, che prevede l’introduzione e i saluti della vicesindaco Donatella Midea, vedrà la protagonista dialogare con la giornalista Carla Marino. Un saggio, quello di Frattolillo, che mette a fuoco il movimento migratorio dei minori che interessò particolarmente il Molise dagli anni Sessanta dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento.
Le storie dei bambini molisani “fittati” o “venduti” ai padroni come apprendisti dalle famiglie angustiate dalla miseria e finiti per le strade del mondo come strimpellatori, ammaestratori di animali, figurinai e spazzacamini ambulanti, hanno a lungo subito una mancanza di attenzione da parte della stampa locale e da parte degli studiosi di migrazioni. Infatti, mentre sulla “grande” emigrazione si sono consumati i classici fiumi d’inchiostro, sulla tratta clandestina dei fanciulli poveri solo negli ultimi decenni si è cominciato ad indagare. Ma non in Molise, che pure è stato l’epicentro dell’odioso fenomeno, specialmente tra il periodo unitario e i primi decenni del Novecento. Così, grazie ad una circostanza occasionale e alla copertina dell’unico libro molisano sull’argomento, mossa da una profonda empatia, ho iniziato la ricerca di documenti e la consultazione delle fonti reperibili negli archivi regionali e nazionali. Mi sono immersa in un lavoro matto e disperatissimo, reso ancora più complicato dalla chiusura generale di archivi e biblioteche dovuta al Covid-19.
Sono entrata in una bolla atemporale, intenta a leggere telematicamente rapporti, romanzi, comunicazioni, informative, provenienti sul mio pc da tutta l’Italia. Sono inorridita davanti ai percorsi di sofferenza e maltrattamenti vissuti dai bambini sfruttati da gente senza scrupoli, e la commozione è stata tale che ho sentito l’urgenza di dare voce e nome a tutte quelle creature a cui l’infanzia – e spesso la vita – era stata rubata. Dopo diversi mesi di intenso lavoro e insonnia emotiva ha preso forma “L’infanzia migrante tra realtà e rappresentazione letteraria (1861-1920)”, con prefazione di Norberto Lombardi, pubblicata dall’editore C. Iannone nel 2020.
Ho cercato di dare risposta ad alcuni interrogativi: quali le ragioni strutturali dell’emigrazione infantile molisana, e quale ne è stata, all’epoca, la percezione sulla stampa e nei vari strati della popolazione? Come hanno reagito le istituzioni molisane, nazionali ed europee di fronte allo scandalo suscitato dal dilagare nelle strade dei piccoli vagabondi sfruttati o schiavizzati in pericolose fabbriche estere?
Mi sono quindi soffermata sull’ambiente familiare dei fanciulli, sulla miserevole condizione delle madri e sulla generale criticità della scuola. Nel frattempo l’espatrio, lo sfruttamento lavorativo dei minori, i mille mestieri a cui erano costretti trovavano posto nella letteratura, riempiendo le pagine di racconti, romanzi, opere teatrali e poemi destinati con intenti pedagogici e moraleggianti agli scolari borghesi “fortunati”. Ho completato il mio lavoro tracciando le matrici letterarie e le motivazioni che hanno ispirato le opere italiane e straniere sull’infanzia migrante e sfruttata di ieri e di oggi. Perché la situazione dolorosa dell’anello più debole della catena è purtroppo di grandissima, penosa attualità.