E’ l’alba, Campobasso si prepara alla sua Festa più sentita. Il sole fa bella mostra di sé già dal mattino presto ed irradia una festante Città vestita, per l’occasione, del suo abito migliore. Pino Daniele canterebbe Cambuasc è mille culure/ Cambuasc è mille paure/ Cambuasc è a voce de’ criature/ che saglie chianu chianu/e tu sai cà non si sulo…..
Non si è soli a Corpus Domini , mai lo si è e lo si sarà a Campobasso nella domenica più importante dell’anno. Anche quest’anno, dopo lo stop forzato dovuto a fatti noti, si torna ed alla festa, e gli invitati son quasi centomila. La Piazza Municipio si appresta ad essere addobbata con i colori della città. Il tripudio del rosso e del blu è la forma più alta dell’appartenenza. Il suono della campane esagera nel richiamare le genti ad una “ Sagra “, quelli dei “ Misteri” che ha dell’incredibile e del fascino partecipativo, festoso, tipologico, folkloristico, non per ultimo, religioso. Il popolo si raduna e la fa da padrone. Bancarelle, colori, musiche, cibo da strada, vociare, queste le condizioni migliori per vivere la domenica.
Ma l’aspetto più concreto lo si percepisce, e costruisce, da molto tempo prima della domenica di Corpus Domini. Tutto parte da via Trento n. 3. Il cancello di ferro battuto apre i battenti alle cinque di mattina. Giovanni e Liberato, con la squadra di casa, quella del Museo dei Misteri, si preparano al grande giorno. Pianti interrotti dalla necessità di mettersi all’opera, fanno da contorno a visi che traspaiono emozione e sorrisi. Ci si abbraccia e si prepara la messa delle 7,00 con una domanda – “ S.E. l’arcivescovo arriverà puntuale? “- Si stempera la tensione. Le macchine volanti e la vestizione dei personaggi delle stesse è ponta per far da Padrona alla prossima Processione, quella apparente, quella che da suggestioni dell’onnipotenza e dell’essere li pronti a toccare il cielo con le dita. – Ah, di Zinno che cosa inventasti in quel lontano millesettecento.-
Macchine volanti realizzate con una lega che ancor oggi resta sconosciuta. Liste di sembiante ferro che flettono e non si spezzano. Macchine che denotano la potenza dell’ingegno a servizio del popolo, della credenza, della festa che non ha molti paragoni in Italia e nel Mondo per maestosità, partecipazione, attrattività.
Una sfilata che assume varie sfaccettature tra cui oltre quella religiosa e devozionale popolare, quella folclorica, che riassume la condizione aggregativa più importante. Campobasso torna ad essere centrale e offre all’intero Molise, e non solo la sua festa. I Molisani fanno il resto e la consacrano la loro festa. Tornando al Museo, tutto diventa frenetico ma organizzato nei minimi particolari. La precisione, il rispetto dei ruoli, la condizione di subalternità alla “ Sagra “ fa il resto e lo fa sempre nella maniera migliore. I portoni si aprono, le macchine si colorano degli addobbi. S.E. Mons. Bregantini arriva, stavolta è quasi puntuale. Si tira il primo sospiro di sollievo.
Il piazzale si riempie di fedeli e di autorità. Il giovane sindaco della Città, sapendo cosa sarebbe lui accaduto, si veste di una polo bleu. Eccolo alle prese con il Diavolo e la Sagra inizia a far proseliti e di maschere facciali colorate di nero. Il Diavolo una ne fa e cento ne pensa, è proprio vero! Alla spicciolata tutti saranno assoggettati alla rappresaglia delle figure dal volto nero, dalla lingua e dalle corna rosse.
Ma ci sta, è la domenica del Corpus Domini, e la Sagra dei Misteri, è la festa popolare dal volto decisamente spregiudicato ma confacente alla ritrovata felicità perduta. Inizia la celebrazione ed il pensiero diventa sempre più connesso a cosa accadrà da li a breve.- “ La messa è finita, andiamo in pace “- le ultime parole dell’alto prelato e la bolgia inizia senza disattendere le aspettative. L’emozione è sul volto di ognuno di noi. Inizia lo “ spettacolo “…. Uno due tre scannett allert…………… Si parte per il lungo tragitto non inferiore ai quattro chilometri.
La musica del “ Mosè” di Rossini detta il tempo. Angeli, santi, diavoli, bambini, oscillano in cielo tra la folla festante. Tredici macchine volanti alte fino a sei metri dal peso di mezza tonnellata, portate da una dozzina di robusti portatori, vedono figuranti adulti, bambini, donne, uomini, assorti a vere e proprio statue viventi. Imbragati e vestiti da soggetti biblici , volano in cielo. San Crispino, San Antonio, Sant’Isidoro, San Gennaro, Abramo, Maria Maddalena, Immacolata Concezione, San Leonardo, San Rocco, Assunta, San Michele, San Nicola, Santissimo Cuore di Gesù questi i misteri che mandano in visibilio l’innumerevole folla sparsa lungo il percorso che attraversa tutta la Città partendo da via Trento per poi attraversare il centro storico, salutare il Di Zinno presso la sua casa.
Una tromba rilascia le note del silenzio che terminate nell’etere, sono soppiantate da un applauso liberatorio. E’ festa! Il passaggio è complicato, tra i vicoli e le strettoie del bel borgo antico della Città. I portatori sono al massimo della concentrazione e dello sforzo ma, ne vale la pena. La folla festante dai balconi accarezza gli ingegni ed i figuranti. Non mancano le caramelle e dolcetti. Anche qualche bicchiere d’acqua non guasta, è davvero caldo! La Processione continua con il suo passo.
Ogni tanto gli scannett vengono posati a terra e i portatori rilasciano al riposo le loro membra, nonché gli ingegni che non smettono il loro ondeggiar. E’ tutto sincronizzato, sembra un film, ma nulla è più vero. Gioia ed urla sono l’emblema del successo e della forza di una tradizione che, dalla metà del 1700, fa la sua bella figura e riporta la pace tra Crociati e Trinitari. A via Elena la gente non riesce ad essere contenuta dai marciapiedi.
Le bancarelle contornano la festa, i colori si moltiplicano ed si aggiungono alle iridi dei visitatori. Via Mazzini aspetta la Dunzella ed il suo diavolo tentatore. – Italo vincerà la battaglia a colpi di linguacce o di improperi dal volto scuro e dalle corna di fuoco?- Anche stavolta, alla Dunzella, il “ Vietenn Vietenn” gli fa un baffo. Si guarda allo specchio e arride al male. Campobasso è salva. Merita l’applauso, e questi arriva fortissimo. La squadra di soccorso è attentissima. Occorre sostituire un bambino e……..Detto fatto! Anche una bimba necessita la sostituzione e poi altri bambini ancora… E’ caldo meglio essere previdenti e non esautorare la forza dirompente degli stessi. E’ ormai tardi mattinata. Ci si avvicina alla benedizione dei Misteri per far poi ritorno al riposo che li vedrà fermi per un anno intero.
La folla è davvero tanta, difficile far un vero conteggio. Si parla di quasi centomila presenze. Una incredibile macchina organizzativa ha regolato ogni cosa. Le polemiche dei giorni precedenti lasciano spazio al plauso collettivo. E’ ora. Ci si appresta a correre sotto il balcone del privilegio, quello del bel Palazzo Municipale. Da li la vista è esasperatamente deliziosa ed accattivante. Su di esso la politica che conta e S.E. che dopo aver ufficiato la Messa mattutina, dovrà benedire gli ingegni, la folla e dare l’arrivederci al prossimo Corpus Domini. Impresa non ardua per un vissuto clerico come padre Giancarlo. L’attesa di conoscere le sue parole, e quelle del Sindaco Gravina,è secondaria rispetto alla Processione, ma mai così attesa per esse.
Eccoci così al termine del percorso. Gli ingegni si posizionano sotto il bel palazzo e la loro altezza sfiora la balconata dalla quale il sindaco, emozionatissimo, urla : – Viva i Misteri, viva Campobasso! – Forse una vena polemica ci starebbe. Avrebbe fatto bene, il Sindaco, ad aggiungere un ” viva il Molise”, ma è festa e l’emozione, ne siamo certi, ha fatto si che il pensiero non venisse esternato. S.E. Mons. Bregantini, senza batter ciglio benedice gli ingegni, dichiara Guerra alla Guerra inneggiando alla Pace e invita a pregare la Madonna. Sono le 13,45 circa, la Piazza, a differenza delle strade e dei vicoli, non appare così piena come in passato. Si è preferiti il contatto diretto con le macchine volanti e non con la gente del Palazzo.
Le macchine volanti rientrano al Museo, il vociare svanisce, la musica termina il suo soave racconto di una giornata entusiasmante, indelebile nel ricordo, piena di caldo affetto, e dalle mille emozioni. I portatori, stanchi, come lo sono gli attori delle macchine volanti, si abbracciano. Ancora pianto, e per fortuna, non disperazione. La pandemia è alle spalle, la prossima annata arriverà veloce e Corpus Domini tornerà a cantare la fede, la passione, il folklore e soprattutto la vera forza del Molise : quella della Tradizione. “W i Misteri”. Questa volta lo diciamo associandoci all’urlo del Sindaco ed a tutti quelli che credono che il Molise può tornare, finalmente a sorridere.
Maurizio Varriano
foto Lello Muzio