Dalle sinistre alle destre passando per il Terzo Polo, nessuno escluso, neanche i 5 stelle, si sono impegnati a costruire liste e candidati e poi catapultarli a piacimento in collegi sicuri e mai di appartenenza territoriale. Colonizzazioni e preservazioni di poltrone mai viste prima. Colpa di un taglio netto di parlamentari, sia alla Camera che al Senato. Una vittoria, che sa di sconfitta, dei 5 stelle che ha dichiarato l’ennesimo fallimento di una politica, che del politico non ha nemmeno più il senso.
Un accaparrarsi di collegi, più o meno sicuri, che ha dell’incredibile e dell’ignobile atto di spoglio ai consensi costruiti, partecipati, vissuti da cittadini e politica. Ormai i partiti, tutti, proprio tutti, hanno perso ogni senso del pudore. C’è chi addirittura ne ha fatto una battaglia e poi? A tale domanda vi rispondiamo con una storia che ha dell’inverosimile e che, non solo disegna il vero volto della politica, ma dichiara, senza ombra di dubbio, la voracità di chi parla di conoscere la fame, ma da sempre ha la pancia piena.
Parliamo di Italexit, movimento fondato da Gianluigi Paragone. Un movimento che ha inglobato a se “no vax”, “Casapound”, “ex 5 stelle” della prima ora. La parola d’ordine è differenza d’azione, libertà, partecipazione. Sembra quasi lo slogan dettato da elementi di sinistra. Invece? Incredibile ma vero! In Molise arriva Paragone, crea uno staff, raccoglie le firme ed impone candidati di fuori regione cacciando via chi ha lavorato per dar la possibilità di essere protagonista nella tornata elettorale del 25 settembre.
Democrazia? Piuttosto sembra approfittare dell’entusiasmo, per fortuna diremo noi, immediatamente smorzato, di persone che, come per il passato, hanno creduto in un cambiamento, e non in una voglia smisurata di mantenere poltrone e status privilegiati. Si son raccolte le firme e poi, alla sollevata protesta, dei nominati responsabili molisani, per non aver accettato candidati “stranieri”, ritirando giustamente, le loro firme, si son alzate ombre minacciose e decisamente consone ai movimenti antidemocratici.
Per la cronaca, dalla foto si evince che l’incaricato per il Molise fu nominato Orlando Iannotti, già sindaco di Oratino e consigliere comunale di Roseto Val Fortore, il quale sconcertato rilascia tale dichiarazione – “ contattato per collaborare alla raccolta firma in Molise, condizionando la collaborazione ad una delega ed alla facoltà imprescindibile di candidare candidati molisani, dopo un tira e molla decisamente inusuale, ci siamo impegnati a raccogliere le firme sino al momento in cui, dopo un lavoro estenuante, da Roma è arrivato lo stop a candidati regionali per far posto a due candidate provenienti dalla vicina regione Lazio.
Questo solo due giorni prima della presentazione delle liste che già erano state approntate, ripeto, con candidati molisani. Al netto rifiuto, che cancellava di netto l’accordo, mi è stato revocato il mandato a presentare le liste. A tal proposito, con il mio gruppo si è decisi di non continuare con la raccolta firme e di non consegnare quelle raccolte. Il movimento invitava così Casapound e no vax ad ultimare la raccolta firme depositando i moduli non facendo una verifica certosina. Pertanto, dalla verifica stessa da parte della Corte di appello del Tribunale di Campobasso, ne è venuto fuori che le firme risultassero, su più di un modulo, predisposte a candidare proposte molisane come da intesa con il sottoscritto e quindi non accettabili poiché non corrispondenti ai candidati poi proposti dalla segreteria nazionale”.- All’uopo, l’inevitabile esclusione per mancato raggiungimento del numero minimo delle occorrenti firme necessarie all’ammissione delle liste stesse.
La riflessione è d’obbligo : Si vogliono consensi o solo proporre candidati sistemici al sistema stesso? La domanda attende risposta dall’elettorato che si appresta a condizionare le elezioni prossime, almeno lo si spera.
Maurizio Varriano