Ed il giorno tanto atteso è arrivato. La Festa dei Fuochi Rituali, dopo un protocollo firmato lo scorso anno, diventa realtà. Una scommessa per il sindaco di Agnone Daniele Saia che ha voluto questo evento. Ed hanno risposto di si la Faglia di Oratino, le ‘Ndocce di Civitanova del Sannio, le Farchie di Salcito, Montefalcone nel Sannio e Belmonte del Sannio, le ‘Ndocce di Agnone e la ‘Ndoccia di Pietrabbondante.
“La Festa dei fuochi rituali – ha detto il sindaco Saia- ha tutto il potenziale per diventare un vero e proprio appuntamento fisso di portata nazionale; un evento in grado di richiamare presenze e di riunire tradizioni provenienti da tutta Italia, accomunate dal culto di questo elemento naturale. Tuttavia, è da qui che dobbiamo partire: dal Molise. Speriamo di poter riscontrare già dalle prossime edizioni una partecipazione massiva di tutti i paesi dell’area”.
Appuntamento alle ore 18.00 quando il corso di Agnone brucerà di fiamme e scintille.
Ma che vedranno gli spettatori?.
La Faglia di Oratino che è un’enorme torcia di canne dell’altezza di 13 metri per il diametro di 1 che, sormontata dal “capofaglia”, il 24 dicembre a sera verso le 19.00, viene portata a spalla da 40 uomini dalla periferia del paese alla chiesa Madre dell’Assunta, dove si procede alla suggestiva elevazione e rituale accensione.
Le Ndocce di Civitanova del Sannio. Con il fuoco benedetto al mattino, calate le prime ombre della sera, gli ‘ndocciatori accendono le torce: tronchi di faggio di due metri e mezzo spaccati per un terzo ad un’estremità. Disposti su due file ordinate e al suono della zampogna proseguono fino al falò sfavillante che arde “Fuori la porta”.
Le Farchie di Salcito che sono veri e propri fasci di canne, di altezza variabile, imbottiti di ginestra e legati tra loro. La vigilia di Natale, una volta accese, ragazzi e giovani danno inizio ad un giro itinerante di questua tra le case. I compaesani, gradendo l’omaggio, offrono in cambio regalie in denaro e cibarie.
Le Farchie di Montefalcone nel Sannio, affastellate con lunghe listelle e tronchetti, ordinate in una sorta di processione al suono e al canto “sul fieno e sulla paglia”, attraversano il paese per giungere vicino la chiesa di San Silvestro; qui poste su particolari treppiedi ardono rivolte al cielo in attesa di Gesù che nasce.
Le Ndocce di Agnone, torce di abete bianco lunghe oltre tre metri che recano nell’anima interna rametti di ginestre secche. Il secondo sabato di dicembre e la vigilia di Natale, assemblate a ventagli simili a code di pavone, sfilano lungo il corso principale sussultando e roteando sulle forzute spalle contadine.
La Ndoccia di Pietrabbondante che è un falò di ginestre sapientemente legate e preparate con cura, poste davanti le case e accese ai rintocchi dell’Ave Maria. La vigilia di Natale tutta la famiglia si riunisce intorno al fuoco che illumina a giorno i monti dell’Antico Sannio garantendo prosperità e salute.
Le Ndocce di Belmonte del Sannio che sono costruite con le canne e qualche rametto di ginestra alla punta, sono alte circa 3 metri, hanno forma conica e spessore variabile. Le torce, tutte singole, ardo oggi vicino le masserie delle borgate e solo qualcuna viene fatta bruciare, la sera della vigilia di Natale, davanti il sagrato della chiesa del Santissimo Salvatore.
Ma su tutto uno spettacolo inedito e sicuramente emozionante.