È un volume poderoso, consta di 700 pagine, ricco di storie, di documenti, spazia tra biografia e articoli giornalistici, stralci di lettere, testimonianze, annotazioni, immagini fotografiche, chiarimenti, deduzioni e spiegazioni per entrare con garbo e senza essere invadente nella vita e nelle opere dell’autore di Signora Ava e delle Terre del Sacramento.
Descrizione e denuncia dei soprusi, delle umiliazioni, dei ricatti fatti ai contadini per privarli un tomolo di terra. Sono i primi del Novecento il periodo del più grande esodo, dell’abbondono degli affetti e de’l paese per realizzare altrove il proprio diritto alla vita. “ Il vapore Colombo”, un artico pubblicato il 28 marzo 1945 nel settimanale Epoca, è la cronaca nuda di quei trasferimenti, per forza di cose .
Dall’eversione del feudalesimo dei primi dell’Ottocento, agli inizi del nuovo secolo , le terre ai contadini venivano usurpate e confiscate da personaggi che alla luce del sole e a pieno titolo assumevano il ruolo di nuovi proprietari terrieri. Ciò avveniva ovunque nel contado del Molise e nell’intero meridione disastrato.
Forte era la percezione delle prevaricazioni nei piccoli paesi, come quello di nascita di Iovine dove il padre agrimensore, con dovizia di particolari conosceva zolla per zolla ogni tomolo di terra.
Una Guardialfiera le cui Terre del Sacramento, cosiddette per essere appartenute alla chiesa, per motivi di incolumità, riservatezza e cautela, nelle pagine del romanzo, sono poste nel territorio di Isernia tra i contrafforti dell’Appennino tra le Mainarde e la Maiella.
Una sorta di “ Dissimulazione Onesta” come scrive Mucciaccio non dire per dire, svelando con elementi noti e probanti, la dislocazione di quelle terre. Un romanzo che si sarebbe dovuto chiamare “ La capra del diavolo” , anticipato da un articolo dal titolo “Terra Vecchia” pubblicato sul Giornale d’Italia il 7 febbraio del 1943.
Molti sono gli scritti giornalistici proposti nel volume e che spaziano come antologia dei giornali del tempo . Un lavoro egregio e certosino che sviluppa il periodo storico e lo stato sociale in epoca fascista tra la prima e la seconda guerra mondiale. Un periodo complesso , difficile per le condizioni di vita, la miseria, la povertà, la natura matrigna e madre a seconda delle stagioni dell’anno.
Moto bello e toccante è il paragrafo dedicato al fiume Biferno, invalicabile e tumultuoso confine, muro d’acqua nella lunga, infinita e rigida stagione invernale. Paludoso e malarico in quella a venire. Con la prefazione del prof. Francesco D’episcopo e tantissimi contributi da parte di Vincenzo Di Sabato, figura emblematica e vero animatore culturale di Guardialfiera, il libro è stato presentato nella sala del palazzo vescovile, a Termoli, a cura della Casa del Libro la cui presidente Daniela Battista con grande emozione ha accolto e salutato l’autore e i compagni di viaggio, Luigi Pizzuto e Pasquale Marino che hanno introdotto l’autore.
Un appuntamento letterario, che ha suscitato curiosità ed interesse verso la lettura di un volume di colore rosso, che si presenta poderoso anche per i contenuti e la preziosità storiografica, omaggio ad un eccellente personaggio che pur nell’apice della sua carriera giornalistica e professionale, ha dedicato tempo, pensiero e penna alla sua terra.
E il preside Mucciaccio nella lunga e meditata elaborazione del saggio, tra storia, letteratura, poesia e prosa, ha coniato l’evocativo titolo di copertina “Il Cantore dei Contadini”, per sottolineare le doti umane e la sensibilità ma anche la denuncia che ancora vibra nei romanzi e in molti scritti di Francesco Iovine.
Fernanda Pugliese