Franco Arminio, paesologo e poeta, a Macchiagodena per presentare il suo ultimo libro dal titolo decisamente intrigante : Sacro minore, edito da Einaudi. Il sacro quotidiano, piccolo, tanto piccolo da diventare minimo.
Il sacro dei nostri corpi che incontrandosi in incroci parabolici, si incastrano, poi si allontanano e rendono la terra una sorta di solitudine affollata, di passi verso oscuri campi che all’occasione si vestono di splendida poesia e di quella restanza che conclama la vittoria di un mondo, quello dei paesi, che ha il sapore della verità, della passione, della filosofia della vita che seppur assisa a sentir lagni di gente destinata all’addio, si rimbocca le maniche e chiarisce a se stessa quanto vale essere convinti della certezza di essere unici.
Le frasi scolpite come simboli da lapidario, simboleggiano paradigmi narrativi con sensi differenti. Il confondersi nella modernità ogni cosa apparirà delicatamente al passo di un colorato mattino che si affaccia alla finestra del tempo e godrà di un film in bianco e nero per favorire la stasi in movimento verso trafitti concetti di passione e raziocinio mai più ozioso. Dal poeta che narra, la gente esce sempre e comunque vincitrice. Questo ed altro nell’intervista che ci propone un Franco Arminio diverso e a tratti, diversamente disposto a qualche irriverente domanda.
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Maurizio Varriano