Cresce il turismo lento e mai come quest’anno, il Molise è piena di estasiate consapevoli scoperte.
Percorsi che la natura e la storia di un tempo lontano, hanno disegnato tramandandoli da generazioni in generazioni e particolarmente lasciati mai al caso per consentire essi di stupire ancora oggi. Non a caso camminatori percorrono il Molise per portarsi verso le mete pugliesi e non solo, della via Micaelica, della Francigena, delle vie dell’acqua, quelle dettate dai tratturi.
Un via vai di gente che entra in Molise dal Lazio, dall’Abruzzo, dalla Campania e ripercorre storia, ambiente, paesaggi non senza sussulti di ammirazione e di gioia.
Paesaggi mozzafiato, in pericolo ogni giorno da mani e tasche dell’uomo senza scrupoli a causa del proliferare di pale eoliche e pannelli fotovoltaici letteralmente “seminati” su terreni atti all’agricoltura, mettendo a rischio, non solo il paesaggio ma la grande biodiversità tutta molisana, fanno da contorno a corse a perdifiato che corroborano cuori, menti e membra di chi del Molise conosce poco, tanto, o addirittura nulla. Il buon cibo, i monumenti e l’accoglienza fa il resto, e certamente lo fa benissimo.
Qualche giorno addietro, tre cavalieri ed un biker, provenienti dal Lazio, hanno fatto tappa in Molise per una vera e propria ricognizione ausiliatrice di future copiose cavalcate molisane.
“Estasiarsi è facile venendo a contatto visivo di tanta bellezza e tanta accoglienza, anche sotto una pioggia fitta che ci fa compagnia da ormai tre giorni e non ci lascerà per tutto il viaggio”, le parole di Andrea, uno dei tre cavalieri. Fa la eco Giuseppe, il più tecnologico, uno di quelli che prepara percorsi, li mappa, li rende pubblici: “La partecipazione emotiva di questi luoghi è altissima. Disponibilità e accoglienza rendono bellissimi anche giorni come questi e resi ancor più difficili dalla pioggia battente”.
Luciano, guida ambientale e Fabio, il biker, non stanno certamente a guardare e, nel ribadire la gioia di un viaggio sempre diverso, affascinante e faticoso, si pongono come giocosi ed arrembanti possibilisti assaggiatori di prelibatezze locali. Siamo a Sepino, nella zona archeologica dell’appena costituito parco archeologico ed il profumo dell’antichità si fonde al profumo del tartufo della Trattoria Porta Tammaro di Antonio Pensiero.
Tra un bicchiere di vino tintilia ed un ottimo tagliere pieno di formaggi e salumi nostrani, a cura degli amici Veterinari di Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, capeggiati da Angelo Niro, presente il sindaco di Poggio Mirteto Giancarlo Micarelli, gli amici cavalieri si raccontano e offrono ai presenti, le pagine del loro diario nel percorso che da Pescasseroli fa tappa ad Altilia, lungo il tratturo.
Andrea, detto il “principe”, proprietario dei tre cavalli, Luciano, guida ambientale 1^ livello e Cavaliere del tratturo (tessera n. 54), Giuseppe e Fabio, tanti giorni si posero una condizione e ne fecero analisi : Mo….LI….Se, po annà a cavallo; po fa er tratturo; ponno vede ‘n sacco de cose belle;po conosce tanta bella gente……. Se po fa, partiamo l’otto maggio!
Dopo aver firmato con il vino la santa alleanza, l’8 maggio da Mentana, città della chimera della “presa Roma” di Giuseppe Garibaldi, trasferirono i cavalli a Pescasseroli per partire. “Evvai ce semo, se parte…” e così fu.
Il 9 maggio direzione Opi inizia l’avventura tra le montagne abruzzesi sul Regio Tratturo. Ci si addentra nel Parco Nazionale Abruzzo Molise e Lazio e nell’attraversare Civitella Alfedena ci si imbatte in un gruppo di cervi che scortano i cavalieri sino al lago di Barrea. Zuppa di legumi, gnocchetti e orapi e si attende la notte per riposare.
L’indomani, mercoledì 10 maggio sarà dura. Alzata di prima mattina e si riparte attraversando Civitella Alfedena per proseguire seguendo il percorso della tratta ferroviaria Sulmona Isernia. Nei pressi del ponte della Zittola i tratturi si dividono in direzioni Sud per il Regio Pescasseroli-Candela e Est per il Castel di Sangro-Lucera.
La meta è quella delle “Terre Alte” e quindi si opta per il secondo sino al valico appenninico “Bocca di Forlì” a ben 891 m s.l.m. e si continua a salire… L’arrivo nella Riserva Naturale di Montedimezzo, in AltoMolise, è da sogno. Un cambio di programma a causa delle cattive condizioni meteo e si continua per Staffoli dove Tiberio e Tonino attendono gli amici per far festa.
Già è giovedì e lasciare le accoglienti stalle dello “Staffoli Horses” direzione Colle dell’Orso, diventa un dispiacere, lenito dalla conoscenza del futuro imminente. Infatti costeggiando la sponda del lago di Chiauci, in serata il suggestivo borgo di Frosolone accoglie i cavalieri e li riporta alla tranquilla escursione culinaria. Il risveglio di venerdì è sempre un tantino traumatico ma i latticini corroborano le fatiche di un’altra giornata.
Si riparte per Sant’Elena Sannita per poi attraversare il Bosco “Popolo” e seguendo il corso d’acqua del torrente “Rio”, si arriva a Bojano, capitale del Sannio. Michele, un cavaliere sannita (A.S.D. CAVALCATA SANNITA) attende l’arrivo degli amici cavalieri: “Ave Michele siamo giunti alle sorgenti del Tifernus alle pendici del Tifernus Mons” esclama Giuseppe da buon romano, “No Giuseppe” risponde il sannita “qui siamo in località Pietrecadute e questa è una delle tre sorgenti del Biferno!”.
Nel continuare verso l’Antica Città di Sepino, il sogno dei cavalieri si avvera, davanti a loro si mostra una strada larga circa sessanta metri di prato, margherite e fiori variopinti. Arriva Carmine che, ben fornito di rinfrescanti bottiglie di birra, annunciava l’arrivo nella località “Guardiaregia”. Il percorso termina, i favolosi cavalli si sono meritati un lussuoso riposo in albergo, ospiti di Mario presso l’Hotel “Le Cupolette”.
La pioggia è incessante, non stenta a lasciar cadere le sue gocce sul cammino dei cavalieri che non rinunciano però ad entrare in Altilia. All’arrivo del sabato un vociare di stupore e all’urlo “Altilia ti abbiamo raggiunto!”, inizia la festa e termina il racconto con un pizzico di amarezza per aver terminato il viaggio. Un viaggio che non ha deluso, che ha reso il senso di chi del Molise non potrà più farne a meno se non per la pioggia ma per accoglienza, storia, cultura e buon cibo.
“Torneremo sempre più e con tanti cavalieri. Siete per noi sommi poeti e gente dalla medaglia al petto”, le parole di commiato. C’è da credere che davvero il Molise affascina e rende felici!
Maurizio Varriano