La bellezza salverà il Mondo. Todorov ripercorse l’aspirazione dell’assoluto, ricercata attraverso la via dell’arte. Essa, fondamentale per vivere genera libertà che non vuol dire di certo sbarazzarsi delle catene, ma vivere in un mondo che rigetta e valorizza la libertà degli altri.
Di conseguenza l’arte non ha prezzo e non può essere inserita in listini che spazzano via i sentimenti e rivoluzioni che in parte condizionano ed hanno condizionato la vita di molte persone.
Con l’affare generato da ogni tipo di bellezza nasce il capitalismo e ricondotto ad una sorta di classificazione di privilegiati che nella miglior condizione, riporta alla memoria il tempo del ricco e del povero, dell’erudito e dell’ignorante. La cultura è universale, è bellezza e come l’imprescindibile diritto alla salute, non può essere generatrice di profitti da parte dello Stato. A Sepino, presso il teatro Santo Stefano, alla presenza di un pubblico numeroso, il Direttore del Parco Archeologico di Sepino, Enrico Rinaldi, ha condotto un excursus sul suo operato da quando è stato nominato circa 18 mesi orsono ad oggi con uno sguardo al prossimo futuro. Una esposizione di oltre ottanta minuti che non ha garantito unanimità di consensi tra i presenti.
“Il dovere di un direttore è ampliare l’offerta, garantire la fruizione a tutti, compreso persone svantaggiate, conservare il bene garantendo manutenzione costante, comunicare, garantire offerte, soddisfare esigenze, trarne consapevole benefici in tema di conoscenza e divulgazione. Mettere in campo una strategia per dar valore consentendo di ampliare i confini del Parco archeologico è una priorità come priorità è ridare decoro al sito anche a costo di essere impopolari, con azioni forti ed il ripristino della legalità a volte disattesa. Non possiamo permetterci di non ottemperare al ripristino delle aree oggetto di abusi edilizi e di scempi quali gli arredi blasfemi a contorno di un ambiente decisamente tra i più belli, affascinanti e premianti al Mondo.
Il Parco Archeologico ci permetterà di accedere a finanziamenti per ricerca, tutela e per raccontare quello che è stato studiato. Non a caso grazie alla Regione Molise abbiamo intercettato dei fondi che ci hanno permesso di iniziare la catalogazione e la ricognizione a mezzo rilievo digitale, di condurre prospezioni geofisiche e rilievi topografici. Questo non perché non ci siano ma essendo un’identità diversa dalla Soprintendenza necessitiamo di un nostro archivio documentale. Stiamo progettando una nuova campagna di scavi diretti poiché siamo convinti di trovare delle meraviglie uniche al Mondo.
Pensiamo ad una configurazione diversa piena di punti termali. Altra priorità in atto è il diserbo della vegetazione infestante e riportare alla luce l’intera cinta muraria. Vista l’inaccettabile visione delle stalle in lamiera, molte delle quali abusive andremo a gestire tali situazione con approcci propositivi ma sempre nel rispetto della legge. La manutenzione deve essere il fiore all’occhiello e entro gli inizi dell’anno prossimo andremo in gara per organizzare una manutenzione programmata.
Vale anche per il bestiame al pascolo. Esso va benissimo, è ed è stata la forza identitaria del sito ma la regolamentazione è necessaria. I terreni sono demaniali e si profila se non regolamentato il pascolo, l’uso improprio dei terreni stessi che profila il pascolo abusivo. L’oblio del tempo, come si legge su articoli di decine di anni addietro, non può determinare condizioni di abbandono.
Anche per questo consideriamo prioritario incontrare i proprietari degli immobili ancora non di proprietà statale per cercare di dirimere bonariamente pratiche temprali in fermo e non arrivare agli espropri che necessiterebbero di un tempo lungo e di un decreto di riconoscimento della pubblica utilità. Io voglio un luogo vivo, attrattivo. Ampliare lo sguardo per far conoscere il sito a tutti gli Italiani, a tutto il resto del Mondo. Lo sforzo è immane, sicuramente le mie parole non saranno affini a tutti voi ma il compito è quello di tornare a sperare che il futuro sia in Molise e che il Parco possa essere un volano strutturale per cultura e turismo”.
Queste in sintesi le determinazioni pubbliche che il direttore ha voluto esplicare al di la di ogni pensiero e di ogni altra condizione che avrà nel tempo possibile nuova coscienza. La platea in parte applaude, in parte si domanda quale davvero sia il futuro di “Altilia”. Iniziano gli interventi e non pochi si alzan per favorire le personali opinioni. Si va dal pagamento per accedere al sito, alla mancanza di interlocuzione preventiva, alla necessità di non snaturare l’attuale e passata natura di contraddizione culturale, architettonica, fruibilità del sito stesso. Voci discordanti ma piene di trasparente trasporto emotivo e di amore per uno dei siti più interessanti al Mondo.
“Non di certo siamo difronte una necessità di fare cassa. La natura del sito antropologicamente verrebbe snaturata e cancellerebbe millenni di storia”, così una delle voci più autorevoli del contesto storico culturale molisano. Franco Valente nell’esporre la sua convinzione di un concetto non propriamente connesso con quanto rappresenta il sito, fa capolino sulla mancata collaborazione sino ad ora condizionante lo sviluppo e la coerenza del sito stesso.
“La costruzione di un parcheggio a pochi passi da Porta Bojano, la sostituzione degli ingressi danneggerebbe, non solo la bellezza del sito, ma anche l’unica attività del posto. Non si è detto nulla sul futuro del sito se non solo teorizzazione e non concretezze progettuali. Da qui a poco atterranno circa dieci milioni di euro grazie al CIS e non si è proceduti a far rete cognitiva e prosecutiva.
Siamo alle solite. Credo di avere dei meriti su molte delle scoperte, come la conservazione delle strutture circostanti il teatro che Cianfarani avrebbe voluto demolire, e che ogg,i rappresentano il vero unicum del sito. Se non ci sarà concertazione rischiamo il tracollo e la fine di un sito di rara bellezza.” Parole che lasciano il segno e che vedono una parte della platea, fortemente vocata al tifo partigiano a favore del Direttore Rinaldi, mugugnare.
A volte, se non spesso, la diversità di opinione, tra l’altro intelligente e puntuale, viene vista come interpretazione contro qualcuno o qualcosa. La storia è segno di continuità e di insegnamento. In politica quello che si dice oggi e vecchio già ieri e l’intervento di Oreste Rutigliano riporta alla scelta di un Ministro, Dario Franceschini, vicino alle lobby e non al mondo della cultura, seppur riconoscendo che l’istituzione del Parco, se libero e non cintato da una sorta di schermatura identitaria, è stata cosa buona. Sempre più divisa la platea vede il Direttore, persona saggia e mai indifferente, obbligato alla risposta :“Sino a quando ci sarò non proporrò mai la chiusura con altre opere se non quelle già esistenti. Il monitoraggio e la necessità di un biglietto è necessaria prima di tutto per render giustizia in tema di dignità ad un sito unico al Mondo.
Non è far cassa, in quanto non parleremo mai di introiti tali da manifestarne l’utilizzo per scopi attinenti l’amministrazione finanziaria, ma ripeto, solo per garantire dignità. Molti ci chiedono cartellonistica esterna, interna e il perché non si paghi il biglietto. E’ una cosa che necessita e non potrà essere sottaciuta. Costruiremo un percorso virtuoso con una carta fedeltà che permetterà a chiunque di usufruirne per un intero anno a costi che valuteremo ma sicuramente premianti. Modificheremo la fruibilità del sito permettere a tutti la fruizione in tranquillità, è doveroso, implementeremo le azioni culturali come da quest’anno è accaduto. Non mancheranno altri momenti come quello di oggi e sicuramente amplieremo la condivisione anche ad altri soggetti.
Sepino avrà il suo museo e amplieremo i confini del Parco a San Giuliano del Sannio, a Terra Vecchia e San Pietro in Cantoni, questo garantirà anche maggiore salvaguardia del territorio e non consentirà arrembaggi ai fini dell’installazioni di torri eoliche”. Il primo passo verso una consapevole disciplina dialogante è stato fatto. Non certo in tema di garanzia della democrazia della fruizione culturale del sito che, ben presto, vedrà posta in un cassetto la poesia generatrice ed ispiratrice del luogo, chiuso all’alba ed al tramonto e non più fonte di transumante bellezza e sfinimento emotivo al passaggio di greggi e pastori.
La vita non sarà più quella del tempo passato e tutto passerà nella costrizione di uno scatolone di immensa bellezza ma non più realmente vivo, e decisamente artefatto nella condizione studiata a tavolino di arte progettata per il conclamare il valore di essa e non di un luogo che da essa, se spontanea, ne trarrebbe il bene assoluto. Il diritto di immagine, istituito dal Ministro Sangiuliano ha à condizionato produzioni e spettacoli, il pedaggio renderà il Parco una sorta di autostrada da percorrere e non da vivere. Per molti è la pace dei sensi e il giusto obolo per trarne dignità? Anche la salute grida dignità, quindi aspettiamoci la tassa su di essa e non si dica che son cose diverse. La bellezza salverà il Mondo?
Forse meglio dire : La bellezza salverà una sola parte del Mondo, poiché l’altra sarà destinata alla morte. Il dado inizia ad essere tratto. Speriamo che la penna sia delebile e che se ci si accorgesse del madornale errore, possa porsi a cancellino e tornare a pensare che lo sbaglio è sinonimo di umana diligenza costruttiva e non partigianeria dettata da stereotipi che sanno di prolisso sapere convulsivo e numericamente non supportabile. Il tempo è galantuomo e l’errore, da ambo le parti e per diversità di pensiero, sarà a trarne le conclusioni. Né vincitori né vinti, ma solo estremamente innamorati di un sito che ricorda passati, giovialità e ricchezza di gioventù, che non potrà mai più essere in noi presente.
Maurizio Varriano