Bonifacio Di Iusto, fondatore dell’Associazione de i cavalieri del Tratturo, Molisano doc di Macchia Val Fortore, scomparso prematuramente qualche mese addietro, lascia il testimone ai suoi amici di sempre, con i quali ha condiviso avventure, progetti, l’amore per i cavalli. In suo onore, quest’anno, il pellegrinaggio di quattro giorni, dal Molise alla Puglia, più specificatamente in quel di San Giovanni Rotondo.
Esso ha trovato l’adesione di centinaia di amanti del cavallo. I cavalieri a cavallo ed altre decine a piedi, il 02 settembre 2023, hanno fatto ingresso a San Giovanni Rotondo per poi il 03 settembre raggiungere il sagrato della basilica eretta in onore di Padre Pio, oggi Santo.
Per la prima volta, dopo oltre trent’anni dalla prima, le varie anime cavalleresche si sono unite per pellegrinare. Un vero miracolo che San Pio e Bonifacio, hanno messo su, decisamente senza progettarlo. Difatti, i Cavalieri del Tratturo, che da ben ventinove anni si cimentano nel pellegrinaggio, hanno condiviso il percorso con i Cavalieri dei Sentieri Antichi, con sede a Pietracatella, che da venticinque anni, propongono e partecipano al pellegrinaggio stesso. Da Sant’Elia a Pianisi, in Molise, si è partiti il 31 agosto per rendere omaggio al Santo di Pietrelcina in quel di San Giovanni Rotondo, in una sorta di corteo con a seguito la statua del Santo.
Bonifacio Di Iusto ne fu ideatore animando i cavalieri e arricchendo il percorso con quel senso di aggregazione e convivialità, che solo chi condivide passioni simili, sa esternare. “Una iniziativa unica in Italia”, diceva con orgoglio il presidente Bonifacio. Proprio così, il pellegrinaggio è unico, emozionante, permissivo di ostentata compagnia.
Concilia l’aspetto religioso e la valorizzazione dei tratturi che consentono la pratica della transumanza, oggi patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Tra le tappe: Santa Croce di Magliano e San Marco in Lamis. Un’iniziativa che rende giustizia ad un mondo, quello equestre, volano di sviluppo turistico di territori incontaminati ed ancora integri nelle ricchezze socio-culturali ed enogastronomiche.
Alla presenza di autorità civili e religiose, dopo la sosta notturna, il 2 settembre ci si è armati di emozione, si è attraversato il paese, piccola sosta dinanzi il Palazzo di Città, e via verso il sagrato della grande Chiesa che ospita le spoglie del Santo. La benedizione dei cavalli e cavalieri è sempre un momento unico, senza dogmi, all’impronta.
L’emozione nel ricordo di Bonifacio, non ha atteso tempo per alzarsi in un cielo che, per l’occasione, ha accolto il sole delle giornate indimenticabili e mai vane. La luce è stata scalfita da piccole gocce di pianto emozionale cancellate dall’applauso fragoroso che ha spalancato le porte della Chiesa per assistere alla Messa.
Non prima, come si diceva, dell’accoglienza da parte del Sindaco della Città. Michele Crisetti, che nell’esprimere gratitudine per quanto svolto negli anni dai cavalieri, ha onorato l’arrivo di essi indossando la fascia tricolore, simbolo di accoglienza da parte dell’intera comunità di San Giovanni Rotondo. Presente alla cerimonia anche il sindaco di Sant’Elia a Pianisi, Biagio Faiella. “Omelia” d’altri tempi, quella che è echeggiata nell’essere portatrice di Pace che, spesso e volentieri, si lascia dietro le parole senza seguire ai fatti.
L’emozione e il saluto al Santo ha deposto bene il deflusso felpato sino all’uscita della Chiesa. Le campane di Agnone, realizzate appositamente per il Santuario dall’Antica Fonderia Marinelli, si son prodigate a distendere il loro estasiante suono sino all’eternità.
La giornata, nel volgere al termine, ha riportato i cavalieri, verso i loro cavalli. Una volta riconciliati con l’esterno, tutti insieme si son recati a convivializzare intorno ad un buon piatto di orecchiette pugliesi non disdegnando del buon vino e la felicità da esso esaltata nel condividere ricordi, passioni, emozioni e devozione.
Anche questa edizione è passata, ma nessuno potrà considerarla chiudibile in un cassetto in attesa di quella dell’anno prossimo. Si è già pronti per una nuova avventura e, nel ringraziare ogni attore che ha permesso ancora una volta il pellegrinaggio, iniziando dai cavalieri, dai Frati, dall’Amministrazione Comunale, dalle Forze dell’Ordine, il grazie più grande va a Bonifacio Di Iusto che mai può rimanere inerme, seppur da lassù, al cospetto di tanto amore e tanta corresponsabile forza per un evento da egli voluto.
Il dono offerto alla famiglia è il simbolo di fraternità assunta alla cima degli accadimenti e mai si potrà scalfire il rispetto e la magia di un mondo che della sana amicizia, ne ruota i suoi assi e ne consente il fragore del suo moto perpetuo.
Maurizio Varriano