Molto spesso ci si arrocca dietro una forma di sostanziale noia che ci convince che ogni cosa sia per forza negativa. La nostra regione, il Molise, è oggetto di attacchi di ogni genere, e in ogni essenzialità tipologica. Gli attacchi quotidiani alla Sanità e ai suoi presidi di cura, sono ormai all’ordine del giorno, se non dei minuti. Ma il Molise è per fortuna una regione piena di sostanza, di restanza, di amore per il prossimo e soprattutto per chi non si aspetta calore e rispetto. Capita anche questo, però!
E’ giusto, quindi, offrire ai lettori una sorta di differenziazione del bene e del male, dell’opinabile e dell’opinamento, della sciatteria e dell’eccellenza, della solidarietà e dell’indifferenza. Solo per questo pubblichiamo quanto una lettrice, giornalista e operatrice nel mondo dell’editoria che conta, ha inviato alla stampa per ringraziare l’eccellente lavoro svolto in un presidio sanitario molisano, quale quello del San Timoteo di Termoli, ormai bersaglio di ogni genere di improperio da parte di cittadini che spesso e volentieri, nel giudicare, non segnano linee demarcative ben precise e dettate da non consapevoli conoscenze in tema di sensibilità, professionalità, dedizione, da parte di chi, compenetrandosi in mondi sempre più difficili e differenti che non consentono di porre l’attenzione su accadimenti estremamente positivi e perché no, lusinghieri e orgogliosamente tutti molisani, confondono le arti della verità. Non aggiungendo altro, poiché crediamo che la missiva riportata integralmente, sia del tutto esaustiva, vi auguriamo una buona e riflessiva lettura, ringraziando, chiaramente, la gentile proponente.
Lì, 07.09.2023
Spettabile Direzione Sanitaria,
la presente per segnalarVi l’eccellente assistenza prestata dall’ospedale San Timoteo di Termoli a mio padre, che a seguito di una grave caduta con estesi traumi, fratture ed emorragie cerebrali è stato ricoverato in medicina d’urgenza dal 19 al 26 agosto scorsi.
Il più sincero ringraziamento ed encomio dei miei genitori e mio vanno a tutti i componenti dello staff medico, infermieristico e di supporto per la qualità professionale, tecnica e umana del loro operato. Vogliamo citare in special modo, per l’attenzione minuziosa con cui hanno seguito il caso, il dottor Renato Corradi, il dottor Riccardo D’Uva e la dottoressa Maria Licursi, e altresì vogliamo sottolineare la costante e assoluta dedizione del personale assistente, nessuno escluso, che merita identica e affettuosa riconoscenza.
Nei giorni del ricovero ho più volte sentito la necessità di ringraziare per quanto veniva fatto, e mi è stato invariabilmente risposto con un sorriso «è il nostro lavoro». Ritengo però che ci sia modo e modo di fare il proprio lavoro, e l’esperienza da noi vissuta è stata senza alcun dubbio, nella sua interezza, la migliore che ci si potesse aspettare in una situazione così difficile.
Augurandoci che venga da Voi data notizia di questa lettera a tutte e tutti gli interessati, vogliate gradire i più cordiali saluti
Lettera firmata
L.I.