Il camoscio d’Abruzzo è custode dell’identità culturale e della nostra storia regionale. La sua presenza e conservazione continuano a intrecciarsi con le tradizioni e la cultura delle comunità circostanti, rafforzando il legame profondo tra le persone e il loro ambiente naturale.
Su questo tema si incentra il quinto evento “Il Camoscio appenninico, una storia di conservazione su vasta scala”, corollario della manifestazione itinerante che sta celebrando i 100 anni del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise.
L’incontro, che si terrà nel comune di Opi , sabato 16 settembre alle 10.00, sarà ospitato nella sala polivalente in viale Domenico Ursitti.
Il programma prevede il saluto del vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo e del presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata. Il primo cittadino Antonio Di Santo, aprirà i lavori del convegno, che dalle 10.30 verrà introdotto dal confronto “Dagli appennini ai cantabrici: fasti e nefasti del camoscio meridionale” con Sandro Lovari, professore di etologia nell’Università di Siena.
Al centro del dibattito, dalle 11, “Status e Criticità Del Camoscio Appenninico sull’Appennino Centrale” con Roberta Latini, Ufficio Ricerche Faunistiche Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Antonio Antonucci, Ufficio Monitoraggio Faunistico Parco Nazionale della Maiella; Carlo Artese, Servizio Scientifico Parco Nazionale Gran Sasso e Monti Laga; Alessandro Rossetti, Servizio gestione del Territorio e sviluppo sostenibile Parco Nazionale Monti Sibillini; Paola Morini, Ufficio Scientifico e Naturalistico Parco Regionale Sirente-Velino. Stefano Grignolio del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’università di Ferrara, si occuperà invece della “La Dinamica Del Camoscio Nel Pnalm: Una Visione D’insieme e Nei Diversi Settori”. Chiuderà i lavori Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con un intervento sulla prospettiva futura per il monitoraggio della specie.
(fonte Acra)