La primavera sulle pendici boscose e il sole che filtra sulle caratteristiche stradine del suo centro storico confermano il fascino poderoso del Massiccio del Matese, alfiere dell’entroterra, donando una sensazione di agevole serenità. Panorami mozzafiato, aria salubre, luoghi che giovano alla vista di chi li osserva e destinazioni culturali da raggiungere.
Uno di questi, il centro multimediale sul brigantaggio è in grado di attrarre visitatori aggiuntivi rispetto alla propria ordinaria audience, adeguandosi di volta in volta a situazioni diverse.
La sua volontà è quella di rendere attrattiva la storia tramite l’esecuzione capillare di una grafica 3d, capace di ripercorrere sinteticamente l’epopea brigantesca del suo territorio, scandito dall’alternanza di un primo e un secondo tempo.
Il museo dalle infinite metamorfosi sfida il turismo così detto «di massa» e riporta in auge l’attività della stagione, insieme al popolare ponte tibetano e alla fortezza longobarda, due baluardi turistici di grande interesse. «Negli ultimi tempi, continua la responsabile del centro – Jennifer Lombardi – ci sono stati casi di visitatori che hanno volutamente scelto il nostro paese da città lontane, questo ci lusinga ma ci pone nella condizione di non deluderli e di farli tornare a casa soddisfatti».
Quello che stupisce però, è come “il turismo culturale” di questi luoghi non si caratterizzi esclusivamente per il suo aspetto quantitativo ma come riesca poi ad entrare in contatto con la sua comunità.
Il turista orientato in tal senso, ricerca e raggiunge mete ancora autentiche, piccoli musei fuori dai centri urbani, zone lussureggianti e insolite, con la voglia di immergersi nello stile di vita locale, predisponendosi a una pausa di tipo rilassante.
Talvolta sono i luoghi per così dire «meno accessibili» quelli che nascondono le sorprese migliori e forse Roccamandolfi, gradevole e familiare può saperne qualcosa in merito.