Alle 11 in punto tra i presenti si sono improvvisamente palesati gli attivisti del coordinamento, riconoscibili per le pettorine e le t-shirt con il logo “No Pizzone II“, sfoderando gli striscioni, distribuendo i volantini e soprattutto spiegando cosa rischia di succedere.
In particolare gli attivisti hanno descritto gli effetti che il progetto Enel avrebbe sul Lago di Castel San Vincenzo, così particolare per il colore turchese delle sue acque. Ebbene, nei 5 anni previsti per i lavori, che facilmente diverrebbero di più, il lago verrà prosciugato.
E una volta in funzione la nuova centrale le acque saranno torbide e tendenti al colore del fango, conseguenza inevitabile dato che ogni giorno saranno pompate in alto verso il lago di Montagna Spaccata di Alfedena per essere poi rimandate nuovamente in basso verso il lago di Castel San Vincenzo
Inoltre, lungo le rive ci saranno decine di metri di superficie di fango fresco, dato che il livello delle acque si abbasserà e rialzerà quotidianamente tra il giorno e la notte. Infine, la balneazione sarà vietata, perché diventerà estremamente pericolosa. Sono tutti effetti indesiderati descritti anche nei documenti di Enel e che sono impossibili da eliminare.
Le persone presenti sono rimaste piacevolmente sorprese per il blitz, molti hanno affermato che non ne sapevano nulla, tutti si sono detti sconvolti, ringraziando gli attivisti per questa preziosa opera di informazione e di contrasto allo scellerato progetto.
Ha dichiarato Pietro Matta, membro del Coordinamento No Pizzone II: “Oggi abbiamo voluto richiamare l’attenzione sul destino che Enel riserverebbe al lago di Castel San Vincenzo, che è un elemento fondamentale per lo sviluppo turistico di tutta l’alta Valle del Volturno. Ma il destino del lago di Montagna Spaccata sarà identico. E ne riparleremo tra qualche giorno.”