Sì, lo so, alcuni miei concittadini mi considerano un rompi…, perché metto il naso sulle cose del paese dappertutto e per qualsiasi ragione. Sulle cose che non vanno e che se trattate e sviluppate adeguatamente conferirebbero quell’auspicabile e dovuto impulso a mantenere sempre viva un’adeguata attività di ospitalità.
Sono poi spesso accusato di portare esempi su quello che di buono altre località turistiche, soprattutto Alpine, mettono in atto con risultati evidenti in termini di frequenza turistica, adducendo che noi non siamo loro. Ovvio, ma l’attività turistica che si svolge qui e lì è quella di montagna, con due stagioni fondamentali.
Una località per tutte Cortina d’Ampezzo, che guardo con un occhio particolare, sia per alcune ragioni storiche che ci accomunano, prevalentemente risalenti a giusto un secolo fa, sia perché, a seguito di questo aspetto particolare, Roccaraso si porta appiccicato addosso l’appellativo di “Cortina del Sud” e perciò è obbligata a guardarla e capire almeno essa attraverso dove va il turismo montano.
Ma se è vero che posso apparire semplicemente un “Bastian contrario” e quindi essere odioso il più delle volte è pur vero che a seguire, su una critica aggiungo quasi sempre un suggerimento a fare qualcosa, oppure a fare qualcosa di diverso e più adeguato agli interventi che si compiono o che si dovrebbero compiere.
E quindi le accuse che spesso rivolgo a tutti, amministratori compresi sono di apatia, di immobilismo costante. Perché così facendo non si va da nessuna parte. Anzi così facendo ci si è immessi in un vicolo cieco dal quale nessuno è più in grado di uscirne fuori con idee, progetti e interventi atti a riconferire dignità e forza economica a questa più che secolare località turistica della montagna italiana. Alberghi chiusi, negozi ridotti a disarmanti outlet, servizi che dovrebbero crescere, una stagione extra neve praticamente inesistente, mentre esiste il rischio concreto che la neve e quindi lo sci possa diventare gradualmente un labile ricordo, peraltro da me narrato fin dalla sua origine del 1910.
Purtroppo sono solo, nessun’altra voce si affianca alla mia e perciò appaio come quel fastidioso Grillo parlante sul quale riversare “stupidamente” bastonate di ogni tipo, pur di tentare a farmi stare zitto. Ma che ci posso fare? Sono, forse, il solo roccolano innamorato del proprio paese?
No, non è vero, lo sono tutti, ma con una differenza sostanziale, gli altri ne parlano sottovoce, “nascosti” in piazza, ma senza aggiungere proposte utili, anche se si dovesse qualche volta sbagliare.
La ripresa dello sviluppo edilizio delle seconde case è ripartita con vigore. Io, come può sembrare, non sono contro per principio, ma continuo a chiedermi, vi chiedo: se l’attività turistica langue a causa dei tanti problemi esistenti e mai risolti, a cosa serve ingolfare ulteriormente il territorio, se poi quelle case, frequentate per un breve periodo emozionale verranno abbandonate a sé stesse come quelle che le hanno precedute?
Insomma, con questo probabilmente inutile sproloquio non voglio difendere me stesso chissà da cosa.
Un caro amico mi ha scritto quasi redarguendomi dicendo: quando scrivi non usare l’io. Ok, ma se devo esprimere una mia personale opinione da cittadino spiegami tu come devo fare.
A 71 anni ne ho combinate abbastanza e chissà che non ne combini altre per questo benedetto paese. Qualcosa bolle in pentola, ma non riesco a chiudere il cerchio, forse perché quell’apatia generalizzata sta prendendo anche me? Devo evitarlo e andare avanti. Ma a che servirà se anche tutti gli altri, soprattutto le cosiddette forze giovani non riescono o forse ancora peggio non vogliono decollare?
Vogliamo ridurre la nostra attività turistica di ospitalità a un banale outlet? Ci siamo già riusciti abbastanza senza muovere un dito. Il futuro auspicato così facendo è sempre più lontano.
Ugo Del Castello