Il 5 febbraio 1956 era una domenica tipicamente invernale a Roccaraso, cioè c’era neve a sufficienza, dalla fine di gennaio il freddo era diventato pungente e la neve scendeva un po’ più spesso del solito. Condizioni ideali per gli sciatori, allora quelli veri, che raggiungevano da Napoli le piste di Roccaraso e i due impianti del Belisario e di Roccalta a bordo di un filare interminabile di autobus. Gli alberghi erano già pieni dal venerdì sera. Insomma, quella Roccaraso che vorremmo ancora oggi. Ma la storia è un’altra.
Nel primo pomeriggio, in quel momento in cui le forze allontanano la presa, sugli sci s’intende, incominciarono a scendere fiocchi di neve sempre più fitti. Sembrava fosse salita la nebbia dalla valle sottostante. Accadde che tutti si resero conto che quella nevicata avrebbe fatto sentire la sua pressione per parecchio tempo e con una intensità inusuale. Del resto la radio e i giornali di quei giorni avevano rappresentato non l’Italia, ma l’intera Europa sotto la morsa di una perturbazione che per la sua forza e intensità anche in termini temporali probabilmente sarebbe stata superiore a quella dell’inverno del 1929.
E così fu, si spense solo verso la fine di febbraio.
Ma torniamo alla domenica roccolana, quando gli sciatori prontamente raggiunsero le decine di autocorriere, che ripartirono con grande difficoltà per via della strada che scende a Castel di Sangro, praticamente già ostruita dalla neve. E fu così che il lungo serpentone si bloccò dalla piana prima di Castel di Sangro fin dentro il paese. Freddo, neve, fame e anche una certa preoccupazione sul da farsi, pervasero qualche migliaio di napoletani.
Accadde che i castellani, volenti o nolenti si diedero da fare. L’Amministrazione comunale, sotto la direzione dei Carabinieri e della Polizia Stradale, aprì le scuole, furono aperte anche le porte delle chiese, diversi cittadini che avevano letti a disposizione aprirono le case.
Ma la neve fu impietosa, continuò imperterrita per qualche giorno e la macchina dei soccorsi si mise in moto. Non fu facile, perché tutto era bloccato fin verso Napoli.
Accadde così che anche L’Amministrazione comunale della città partenopea si mise all’opera. E il suo Sindaco, tale Achille Lauro, predispose i soccorsi necessari che faticarono lungamente per raggiungere la cittadina sangrina. Il Sindaco mise a disposizione anche le sue forze finanziarie.
La vicenda nevosa finì per il meglio e oggi in molti quassù ci metterebbero la firma per avere soltanto la metà di quella coltre bianca.
Mi viene perciò subito in mente un detto roccolano che suona così, diciamo anche in maniera augurale: “tiempe e cule de criature ne può sta mai sicure”.
La foto che segue si riferisce proprio all’avvenimento raccontato. Le autocorriere sono bloccate nel centro sangrino.
Buon Natale!
Ugo Del Castello