Ormai è storia
Ma non va dimenticata, perché in tema di neve, di carenza o di eccesso, che può manifestarsi con bufere, più o meno cariche dell’elemento prezioso o più di vento, oppure di neve bagnata, pesante come si dice a Roccaraso, le amministrazioni comunali spesso ci rimettono. Per varie ragioni e se poi l’auspicata nevicata che deve risolvere i problemi economici natalizi arriva proprio in quei giorni, allora il disastro può diventare risolutivo della propria esistenza di governo del paese.
Accadde 55 anni fa proprio in questi giorni, con alberghi strapieni e seconde case allora anch’esse all’altezza dei più blasonati elementi dell’ospitalità, che una micidiale nevicata “pesante” si abbattesse violentemente sugli Altopiani. E Roccaraso ne fu vittima, proprio perché la ricettività turistica era già sviluppata complessivamente in maniera eccellente, con quasi trenta tra alberghi e pensioni e un reticolo di fittacamere; perciò migliaia di persone avevano letteralmente invaso il paese.
Parallelamente il Comune non si era ancora e colpevolmente dotato ancora di uno o più mezzi spartineve, per cui in maniera molto approssimativa e con piccoli mezzi privati, terminata la nevicata si dava mano allo sgombero della neve.
Diciamo che il sistema nel corso degli anni aveva retto. Ma si sa il tempo è tiranno in tutti i sensi e quella volta quando diversi autisti più intrepidi degli altri incominciarono a muovere gli automezzi trovarono immediatamente insormontabili difficoltà, con l’inevitabile tracciatura di carreggiate che divennero ben presto obbligatorie e irrisolvibili per via, appunto, dell’elemento gelo che all’improvviso arrivò col cambiamento repentino del vento non più da ovest bensì da est. Si bloccò tutto. Le automobili restarono ferme dovunque, praticamente congelate in quelle carreggiate che divennero delle morse intorno alle ruote. Che fare? Nulla, fino all’uscita del buon sole.
L’ultimo giorno dell’anno era in atto e gli ultimi preparativi del sospirato cenone andarono a farsi benedire. Quella sera alla recita del Te Deum in chiesa ci andarono e con molta difficoltà a piedi solo le suore. Mentre da parte di tutti, cittadini e turisti ci fu una “sommossa” verbale, della più colorita nei confronti dell’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Giovanni Metta.
Ma si sa, ad una buona torta non può mancare sopra la classica ciliegina e così all’immane problema viabilità si aggiunse quello della mancanza di acqua. I turisti volevano fuggire, ma non potevano e così per chiudere il cerchio nel giro di ventiquattro ore e in pieno Capodanno per risolvere la sopraggiunta crisi sanitaria, il Prefetto dell’Aquila, sollecitato ormai dal Sindaco, fece arrivare alla stazione di Roccaraso diversi convogli ferroviari carichi di serbatoi colmi di acqua potabile. Uno ne arrivava e uno ne partiva, appena il prezioso elemento veniva scaricato ad opera del Genio militare dell’Esercito negli appositi serbatoi dell’acquedotto.
Insomma, furono giorni tremendi per tutti e tutti, come nell’arena del Colosseo, volsero il pollice all’ingiù per decretare la fine di quella amministrazione comunale. Non ricordo se questo accadde presto o alla fine della stagione invernale, ma accadde. Eccome se accadde! Furono gli stessi consiglieri comunali a gettare la spugna per manifestata incapacità a sapere guidare questo comune turistico importante tra gli altri della montagna italiana.
Arrivò il Commissario Prefettizio, che presto si adoperò, con il sostegno fattivo dell’onorevole Giovanni Leone che qui aveva una villa e che aveva vissuto quei giorni d’inferno e non di piacevole inverno, per la costruzione di un acquedotto che sollevasse l’acqua dalla Piana di Castel di Sangro (850 metri slm) fin sopra Roccaraso (1.300 metri slm) e da lì fin su all’Aremogna (1.700 metri slm), insomma un triplo salto vitale. Fu un vero miracolo per il tempo di realizzazione e la Cassa per il Mezzogiorno chiuse i lavori nell’estate del 1971.
Fu aperto del primo rubinetto, quello della fontana posta al centro della piazza principale (che negli anni successivi fu intitolata proprio al Presidente della Repubblica) da parte del Commissario Prefettizio Franco Franceschini e alla presenza del Cittadino Onorario di Roccaraso Onorevole Giovanni Leone.
In autunno si andò ad elezione della nuova amministrazione che fu condotta da Mario Liberatore, risultato a 23 anni il sindaco più giovane d’Italia in quel momento. Una cosa fece, presto e bene. Acquistò un modernissimo ed efficiente spartineve, per risolvere il problema alla radice e per dare certezza alla durata della sua amministrazione.
Ugo Del Castello