Per il Campobasso (voto 5,5) arriva l’ennesimo risultato negativo. Una sconfitta interna tanto amara quanto inaspettata, soprattutto dopo la campagna di riparazione invernale, a seguito della quale, un po’ tutti eravamo certi di un sussulto di rabbia da parte della squadra, che purtroppo non è arrivato. Un buon Pontedera (voto 6,5), con un gol per tempo, Sala (30′) e Corona (95′), figlio del grande Giorgio, ci ha battuto.
Le interviste
Di conseguenza, non è facile comporre uno scritto dopo una sequenza di ben tredici gare senza vittoria, diventa alquanto difficile trovare le giuste motivazioni per far scorrere la penna e riempire il candido foglio.
Eppure siamo ancora qui, amareggiati ma non depressi, feriti ma non morti, perché quello che non ti annienta ti fortifica, diceva qualcuno.
Un periodo di buio sottolineato anche dal nefasto spegnimento dei riflettori quando la palla era tra i piedi dei nostri, gli oracoli del “Molinari” hanno interpretato il segno divino, il responso è chiaro: il dio del Calcio non è con noi, né la dea Psyké, che ha svuotato dello spirito e dell’anima il fragile e umano corpo dei nostri giovani atleti.
Ma noi, convinti illuministi del pallone, crediamo nella centralità universale dei bravi calciatori e, contro il Pontedera ne abbiamo visti due che possono aiutare la nave rossoblù a riparare quanto prima nel sicuro porto della C, Chiarello (voto 6) e Falco (voto 6), positivo il loro approccio ai piedi del Monforte.
Un augurio lo rivolgiamo anche al novello “Giasone” Prosperi (voto 5,5), i suoi grecizzanti tratti fisici, ci fanno ben sperare di arrivare nella Colchide Pescara a ghermire il “vello” della salvezza.
Così come il faro è per le navi un simbolo di sicurezza nell’oscurità, così è stata la Curva Nord durante il black out del “Molinari”. Dalle tenebre mille e mille luci hanno illuminato d’immenso i nostri occhi e tanti e tanti canti hanno tranquillizzato le nostre paure, tra questi uno, popolare e pragmatico: “Rappiciat u’cuntator…”. Semplicemente fantastici.
Antonio Salvatore