Con la vittoria esterna di Ferrara, il Campobasso scrive un’altra piccola ma indelebile pagina nel suo più che centenario diario di bordo.
Battere la Società Polisportiva Ars et Labor, squadra dal nobilissimo blasone, a Ferrara, città d’arte tra le più belle e importanti d’Italia, dove il gioco del calcio ha origini antichissime – basti pensare che esiste una vecchia strada chiamata “Via Giuoco del pallone” (vedere foto) – è stata una cosa bella assai, da conservare tra i ricordi nella valigia delle memorie calcistiche campobassane.
Una vittoria cha ha fatto gonfiare il petto ai circa mille tifosi rossoblù partiti dal Molise, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Friuli e altre località ancora, che hanno assiepato le belle e comode tribune del “Paolo Mazza”.
Un muro umano colorato, gioioso, che ha incitato e sostenuto la squadra per tutti i 95 minuti di gioco (voto 10), riscuotendo gli apprezzamenti anche dei simpatizzanti spallini.
Tra gli amanti del Lupo arrivati in terra emiliana anche vecchie glorie degli anni ruggenti della carbonella, come il bomber Alberto Medeot (voto 10 alla carriera), uomo serio e perbene, da Pordenone con famiglia al seguito, visibilmente emozionato quando gli è stata consegnata una maglia della squadra personalizzata con il suo nome.
Per quanto riguarda il mero aspetto tecnico, gli undici rossoblù hanno dimostrato di saper giocare da vera squadra (voto 7), solida in difesa e cinica in attacco, compatta tra i reparti ed essenziale nel fraseggio, che ha soprattutto saputo subire con relativa calma i diversi e pericolosi attacchi scagliati dai calciatori biancoazzurri, che accorciavano nel recupero (90+1′) con Antenucci.
Una squadra che finalmente gioca senza inutili fronzoli, che è riuscita a gestire con ordine, compattezza e con il giusto livore agonistico il doppio vantaggio, arrivato in avvio di gara (4′) con “Cavallo Pazzo” Di Nardo (voto 7; mezzo voto in meno per il rigore sbagliato), poi nei minuti di recupero della prima frazione (45+3′) con il giovane Pellitteri (voto 7).
Tra i nostri una menzione speciale la vogliamo dedicare al “Redivivo” Bifulco (voto 7,5), autore dell’assist a di Di Nardo e di un’ottima prova complessiva; e a “San” Filippo Neri (voto 7,5), miracoloso in un paio di occasioni – se continua così saremo costretti ad avviare la sua causa di beatificazione.
Riteniamo che, senza alcuna ombra di dubbio, il merito principale di questa piacevole metamorfosi da ranocchi a principi, o meglio, da agnellini a lupi, lo si debba attribuire al novello “Giasone” Prosperi (voto 8), che sta dirigendo la nave rossoblù nelle calme e dolci acque della salvezza.
A proposito, non ce ne vogliano gli amici di Ferrara, ma del temere il Campobasso erano stati già avvisati da uno dei loro più illustri concittadini, il severo Girolamo Savonarola che, dall’alto del marmoreo podio dell’omonima piazza inveiva contro gli spallini ricordando loro il risultato dell’andata (vedere foto)…
Antonio Salvatore