Martedì, appena due giorni dopo quella domenica 26 gennaio, quando per colpa di una tiktoker infernale e fatale per l’immagine di Roccaraso, ci hanno sbattuto su tutti i media per arrivare grazie alla CNN fino in Australia, scrissi una lettera aperta al Sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, per suggerirgli un provvedimento definitivo e con l’intento di evitare che l’area intorno all’Ombrellone nei prossimi anni tornasse a diventare terra di conquista degli “scivolatori” della domenica.
Un’azione semplice anche se onerosa, verde come il resto dei boschi che cingono quel territorio: realizzare un bosco a gradoni sul grande prato di fronte alla seggiovia e al trampolino di salto. Con un’appendice sull’ultimo tratto della ex pista numero Quattro.
Il bosco, come già indicato dovrebbe contenere un po’ di spazi liberi per le panchine e far sì che coloro che non amano il chiasso del Pratone, posto al centro del paese, possano lì recarsi per leggere un libro, un giornale o ascoltare qualche musicista messo a disposizione dal Comune d’estate, ed evitare così schiamazzi sonori serali che hanno solo il senso di offendere la dignità di quel pugno di ospiti che si fermano ad ascoltare. Insomma, si potrebbe definire “Il bosco della cultura”.
Ma altre iniziative, anche strutturali ci sarebbero da aggiungere per renderlo effettivamente tale. Ce n’è una interessante, che tornerebbe a conferire dignità culturale a Roccaraso.
Resta lo spazio sottostante il trampolino di salto. E lì, l’ulteriore indicazione che ho espresso per il ripristino del campo scuola, con annessa manovia e un piccolo impianto di innevamento artificiale, costituirebbe il definitivo deterrente per eliminare alla radice il problema ormai arcinoto delle migliaia di persone che ogni domenica d’inverno rendono quel luogo un vero campo di battaglia con i resti alla sera di immondizia diffusa dappertutto.
E poi, quella immagine orrenda della batteria di cessi non deve apparire più. Roccaraso seppur con tanti altri problemi non è così, c’è da vergognarsi. Dipendesse da me, in sede di approvazione o variazione del bilancio corrente, ci stanzierei una somma sufficiente per acquistare e sistemare un migliaio di piante già mature, al fine di raggiungere immediatamente l’obiettivo prefissato.
Parafrasando il titolo del film di Ettore Scola del 1968: Riusciranno i nostri eroi ad essere pronti per il prossimo inverno? O, passata la festa gabbato il santo? E comunque se c’è un’altra mente fervida di idee in merito che si faccia avanti e ci riveli il suo modo di procedere, perché solo così si raggiunge un provvedimento che non faccia più parlar male di questa arcinota località turistica. E poi, è probabile che qualche premio green si possa pure guadagnare.
Ugo Del Castello