Ieri sera, si è tenuto l’incontro che ha organizzato Ettore Fabrizio nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie è una Lezio breve ma anche un racconto storico intriso di fede, di passione di amore per la propria città e il suo patrimonio artistico e culturale. L’autore e organizzatore dell’evento è uno storico e attore termolese ma anche un autentico cavaliere dello spirito umano, un fine dicitore, un usignolo che parla al cuore della gente, un affabulatore nato che riesce a toccare l’anima delle persone, a farti provare quelle giuste emozioni che noi umani oggi non siamo più abituati a provare davanti ad un racconto o meglio davanti ad una storia, ancor meno se si tratta di storia locale.
L’autore della serata è un semplice cantore e raffinato cultore che ha preso per mano il pubblico presente e sapientemente lo ha guidato a spasso nel tempo, dal 1500 ai giorni nostri, non tralasciando alcuna curiosità inerente la chiesa di Santa Maria delle Grazie ma anche elementi interessanti la storia della diocesi di Termoli. Fabrizio in punta di piedi ha fatto scoprire ai presenti, quello che fino a quel momento hanno visto, probabilmente prima come un semplice sasso, grazie eloquenza e dolcezza dell’oratore, lo stesso elemento lo ha riproposto sotto una luce diversa e li ha aiutati a scoprire che invece si trattava di autentico tesoro, un’opera d’arte abbandonata lasciata in disparte, dall’incuria da secoli.
Il quadro sull’altare raffigurante la Sacra Famiglia, ha indicato non solo l’epoca, la scuola, l’autore ma anche dove è avvenuto la consegna, il restauratore brillante di famosa in tutto europea che ha operato come sacerdote in questa chiesa e il tempo che vi ha impiegato, la statua della Madonna in carta pesta dell’ottocento, un bravissimo maestro cartapestaio del salento, gli affreschi presenti nella volta e nella chiesa, la struttura architettonica con i suoi angoli acuti e ottusi che rimandano alla rappresentazione della sofferenza di Cristo sulla Croce.
L’espansione di Termoli, una città Adriatica che è ha vissuto lo sviluppo industriale. Una città che grazie alla sua espansione urbanistica, sembrava essere diventato un formicaio, la chiesa della Madonna delle Grazie non riusciva più a contenere il numero dei fedeli, così si è assistiti alla nascita di una nuova chiesa, prima in una baracca, e poi, negli anni settanta, la nuova chiesa di Gesù Crocifisso. Tutto questo è stato rappresentato dal relatore che grazie alla sua pervasiva ed entusiasmante cultura storica, l’autore dell’incontro ieri sera ci ha fatto scoprire ammirare apprezzare ma soprattutto amare ed essere ancora più orgogliosi del nostro patrimonio storico artistico e architettonico e culturale presente in questa città.
Complimenti a chi vive pienamente l’arte in tutte le sue espressioni e manifestazioni a chi sa raccontare snocciolando i palindromi della storia, offrendo storie minori che si dipanano dalla storia ufficiale, aneddoti e curiosità’ impensabili, dando sempre la giusta chiave di lettura, trasmettendo passione con inediti racconti di storie, storie vere di vita vissuta a Termoli.
Ettore è cittadino che per amore verso il prossimo e verso il bello ha offerto la possibilità di vivere una serata immersa nella cultura in uno scrigno dove il tempo ha intrecciato storie di luoghi e uomini, di santi e di popoli in cammino, in una società che ha conosciuto diverse epoche tramando costumi e tradizioni, fede e l’amore per la vita ma anche quella umana passione che un popolo ha custodito e sottolineo l’orgoglio dell’appartenenza ad una città antica ricca di storia e di cultura ma anche di tante testimonianze umane che riscaldano il cuore. Il pubblico presente ha voluto ringraziare Ettore Fabrizio, con un grande applauso per tutto quello che ieri sera ha permesso di vivere nel Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie.
Fabrizio ha raccontano la storia, la bellezza e presentando ogni singola opera artistica e architettonica presente nella chiesa dalla fondazione ad oggi. Grazie di cuore Ettore Fabrizio che in questo periodo dove insistono forti venti di guerra in Europa e nel Mediterraneo la sua opera ha donato sollievo ristoro alle nostre umane vite afflitte da preoccupazioni quotidiane dettate dalle guerre, dalle difficoltà economiche e dai tanti pericoli che incombono sulla nostra società, speriamo che eventi di questi si possano ripetere.
Giuseppe Alabastro