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Home Il Costume dell'Anima

Bucarest, c’è anche il Molise al Festival Internazionale del Folklore

Presenti alla rassegna i gruppi: Ru Maccature di Carpinone e MoliseFolk con Longano- Campochiaro- Forlì Del Sannio

Antonella Gatta di Antonella Gatta
23 Giugno 2025
in Il Costume dell'Anima, Molise, Tradizioni
Reading Time: 6 mins read
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Il folklore, inteso come l’insieme di espressioni culturali e tradizionali di un popolo, è spesso sottovalutato e percepito come una manifestazione di “basso livello”. Tuttavia, festival come il Festival Internazionale del Folklore di Bucarest, inaugurato nel 1963, rappresentano un’importante piattaforma per celebrare e promuovere il patrimonio culturale tradizionale, valorizzando la diversità e l’identità di ciascuna nazione.

Organizzato inizialmente per promuovere la cultura romena, il festival ha evoluto nel tempo, diventando un appuntamento annuale che attira gruppi folkloristici da tutto il mondo. La scelta di Bucarest come palcoscenico per questa celebrazione non è casuale; la capitale romena è storicamente un crocevia di culture, riflettendo la ricca eredità delle tradizioni balcaniche e della storia europea.

Il festival non si limita a spettacoli danzanti e musicali; è un’opportunità per la condivisione interculturale, dove artisti e gruppi folkloristici possono interagire e collaborare, creando reti di contatto significative. Ogni edizione del festival porta con sé un tema specifico, creando un senso di coesione e di missione comune tra i partecipanti. 

Nonostante il suo contributo alla promozione della cultura e della tradizione, il folklore continua a essere relegato a un settore considerato “inferiore” rispetto ad altre forme artistiche più consolidate. Questo stigma può limitare l’accesso a finanziamenti adeguati, lasciando i gruppi folkloristici a far fronte a sfide economiche significative. Molti di questi gruppi operano con budget ridotti, spesso basandosi esclusivamente su fondi pubblici, e svolgono la loro attività senza le risorse necessarie per una promozione su scala globale.

Tuttavia, il festival di Bucarest testimonia come il folklore possa essere un potente strumento di narrazione culturale e identitaria. Attraverso danze, musiche e artigianato, le nazioni partecipanti riescono a raccontare storie di resilienza, tradizioni e valori comunitari, contribuendo a un dialogo culturale arricchente.

Un aspetto importante da evidenziare è la differenza tra il folklore e le forme artistiche commerciali. Mentre molti artisti professionisti si dedicano a progetti con un forte ritorno economico, i gruppi folkloristici spesso operano sotto il vessillo della cultura e della tradizione, senza obiettivi di lucro immediati.

Questi artisti non cercano solo un tornaconto personale ma rappresentano una tappa di un percorso culturale condiviso. La loro partecipazione a festival internazionali non è solo un’opportunità per esibirsi, ma un modo per far parlare del loro paese e delle proprie radici culturali, contribuendo così a una maggiore comprensione e apprezzamento tra i popoli.

Antonella Gatta

The Folk Group “Ru Maccature”, Carpinone (Is) with “MOLISEFOLK”, Longano- Campochiaro- Forli Del Sannio from the 20th to the 24/06/25 at the International Folklore Festival of Bucharest: A Heritage to Reevaluate

Folklore, understood as the collection of cultural and traditional expressions of a people, is often undervalued and perceived as a form of “low-level” culture. However, festivals like the International Folklore Festival of Bucharest, inaugurated in 1963, represent an important platform for celebrating and promoting traditional cultural heritage, valuing diversity and identity of each nation.

Initially organized to promote Romanian culture, the festival has evolved over time into an annual event that attracts folk groups from all over the world. The choice of Bucharest as the stage for this celebration is no coincidence; the Romanian capital is historically a crossroads of cultures, reflecting the rich heritage of Balkan traditions and European history.

The festival is not limited to dance and music performances; it is an opportunity for intercultural sharing, where artists and folk groups can interact and collaborate, creating significant networks of contact. Each edition of the festival carries a specific theme, creating a sense of cohesion and common mission among the participants.

Despite its contribution to promoting culture and tradition, folklore continues to be relegated to a sector considered “inferior” compared to other more established forms of art. This stigma can limit access to adequate funding, leaving folk groups to face significant economic challenges. Many of these groups operate with limited budgets, often relying solely on public funds, and carry out their activities without the necessary resources for global promotion.

However, the Bucharest festival demonstrates how folklore can be a powerful tool for cultural and identity narratives. Through dances, music, and craftsmanship, the participating nations can tell stories of resilience, traditions, and community values, contributing to a rich cultural dialogue.

An important aspect to highlight is the difference between folklore and commercial art forms. While many professional artists engage in projects with strong economic returns, folk groups often operate under the banner of culture and tradition, without immediate profit objectives. These artists seek not only personal gain but represent a stage in a shared cultural journey. Their participation in international festivals is not just an opportunity to perform but a way to speak about their country and cultural roots, thus contributing to a greater understanding and appreciation among peoples.

El Grupo Folk “Ru Maccature”, Carpinone (Is) con “MOLISEFOLK”, Longano- Campochiaro- Forli Del Sannio del 20 al 24/06/25 en el Festival Internacional de Folklore de Bucarest: Un Patrimonio a Reevaluar

El folklore, entendido como el conjunto de expresiones culturales y tradicionales de un pueblo, a menudo es subestimado y percibido como una cultura de “bajo nivel”. Sin embargo, festivales como el Festival Internacional de Folklore de Bucarest, inaugurado en 1963, representan una plataforma importante para celebrar y promover el patrimonio cultural tradicional, valorando la diversidad y la identidad de cada nación.

Organizado inicialmente para promover la cultura rumana, el festival ha evolucionado a lo largo del tiempo convirtiéndose en un evento anual que atrae grupos folklóricos de todo el mundo. La elección de Bucarest como escenario para esta celebración no es casual; la capital rumana es históricamente un cruce de culturas, reflejando la rica herencia de las tradiciones balcánicas y de la historia europea.

El festival no se limita a espectáculos de danza y música; es una oportunidad para el intercambio intercultural, donde artistas y grupos folklóricos pueden interactuar y colaborar, creando redes de contacto significativas. Cada edición del festival lleva un tema específico, creando un sentido de cohesión y una misión común entre los participantes.

A pesar de su contribución a la promoción de la cultura y la tradición, el folklore sigue siendo relegado a un sector considerado “inferior” en comparación con otras formas de arte más consolidadas. Este estigma puede limitar el acceso a financiamiento adecuado, dejando a los grupos folklóricos enfrentando desafíos económicos significativos. Muchos de estos grupos operan con presupuestos limitados, a menudo dependiendo únicamente de fondos públicos, y realizan sus actividades sin los recursos necesarios para una promoción a nivel global.

Sin embargo, el festival de Bucarest demuestra cómo el folklore puede ser una herramienta poderosa para las narrativas culturales e identitarias. A través de danzas, música y artesanía, las naciones participantes pueden contar historias de resiliencia, tradiciones y valores comunitarios, contribuyendo a un diálogo cultural enriquecedor.

Un aspecto importante a destacar es la diferencia entre el folklore y las formas de arte comerciales. Mientras que muchos artistas profesionales participan en proyectos con un fuerte retorno económico, los grupos folklóricos a menudo operan bajo el estandarte de la cultura y la tradición, sin objetivos de lucro inmediatos. Estos artistas no buscan solo un beneficio personal, sino que representan una etapa de un camino cultural compartido. Su participación en festivales internacionales no es simplemente una oportunidad para actuar, sino una forma de hablar sobre su país y raíces culturales, contribuyendo así a una mayor comprensión y apreciación entre los pueblos.

Tags: BucarestCampochiaroFestival Internazionale del FolkloreForlì del SannioLonganoMoliseMolisefolkRomaniaRu Maccature
Antonella Gatta

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