La chiassosa vicenda dell’azienda zootecnica operante nell’Alta Valle del Volturno, alla quale i sorveglianti del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise hanno contestato la presenza abusiva del bestiame nel territorio del Comune Pizzone, ove vige il divieto assoluto di pascolo per l’emergenza da Tubercolosi Bovina, al momento si conclude con un respiro di sollievo generale.
I Guardiaparco nella prima decade di giugno, “su segnalazione di diversi cittadini e allevatori locali” – riferiva la nota stampa del Pnalm, avevano constatato il pascolamento delle mucche in questione fuori dal confine del comune di Castel San Vincenzo. La mandria – probabilmente predata dai lupi – si era spostata di alcune centinaia di metri verso la zona “Off Limits” del Comune di Pizzone dove non è possibile in alcun modo praticare la monticazione fino al prossimo mese di ottobre per i provvedimenti adottati dall’Asrem.
L’allevatore, che prima di andare in alpeggio aveva preventivamente fatto sottoporre i capi di bestiame alle analisi di rito – senza esiti di infezione – è stato costretto a far rientrare gli animali nella stalla per motivi di opportunità.
Il caso pubblicizzato dagli organi di stampa ha sollevato un clamore mediatico elevato, con titolare e conduttore dell’azienda diventati bersagli sui social di insulti e denigrazioni per i presunti comportamenti da “fuorilegge”. L’azienda però non si è persa d’animo e nel frattempo si è lasciata sottoporre a tutti gli accertamenti sanitari del caso dai medici veterinari dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise.
Gli esiti refertati in queste ore hanno confermato il buono stato di salute dei bovini, privi di infezioni da TBC. E quindi idonei all’alpeggio nell’area di pertinenza del comune di Castel San Vincenzo.