Ascoltando il Presidente della Provincia de L’Aquila, sullo spostamento del traffico sul tratto della ex Statale 17, oggi Provinciale, che sale da Castel di Sangro a Roccaraso, per la chiusura della lunga galleria che attraversa il Monte Arazecca, dovuta a urgenti lavori di manutenzione, sorge spontaneo chiedersi cosa succederà al traffico sull’antica arteria che un tempo di viandanti e diligenze vide denominare il luogo, culmine della stessa: Fonte dell’Eremita, per via di una fontana appositamente realizzata per il loro ristoro dopo la impervia e faticosa ascesa.
E così stamane dalle 6,30 per mezz’ora mi sono divertito, si fa per dire, a contare i grandi automezzi che sono passati davanti alla mia abitazione. Ne sono stati 30. Il che significa mediamente 60 ogni ora. Pur transitandone tanti anche di notte, voglio abbassarne il numero per prudenza aritmetica e così ne moltiplico solo 40 per un’ora e per sole 15 ore. Il totale è 600 al giorno.
Una cifra incredibile e per certi versi spaventosa se la si mette inevitabilmente in relazione al transito che sarà deviato sull’antico tratto della “Via degli Abruzzi”, con una pendenza media del 7% e curve, sia pure allargate ultimamente per l’impellente necessità, dai più che espressivi nomi di “Sferracavallo” e il “Guerro“. Così era soprannominato un camionista di Sulmona che nell’immediato dopoguerra uscì fuori strada in quella curva ad esse, rimettendoci la vita. Successivamente Sferracavallo non fu da meno.
Stando alle dichiarazioni di Angelo Caruso, il Presidente, nonché Sindaco di Castel di Sangro, il 24 novembre prossimo e per quindici giorni inizierà il “Calvario” per camionisti e viaggiatori, che attraverseranno l’arteria, ricca perciò di automobili in numero quasi incalcolabile, saranno migliaia al giorno. Per chi non lo sapesse questa è la strada che congiunge in diagonale Napoli a Pescara ed è quindi evidente il risparmio di tempo che si ottiene attraversandola, sia pure in presenza della “sofferta” ascesa al Valico di Roccaraso, reso anche famoso in questi giorni del 1943 per essere il punto nevralgico centrale della famigerata linea Gustav.
Successivamente e per due anni, ma stiamo in Italia ed è tutto dire e prevedere, le chiusure e le riaperture del tratto nuovo si alterneranno salvaguardando i periodi turistici, quando, causa di forza maggiore, soprattutto d’inverno il traffico degli sciatori e dei famigerati pullman targati “Tiktoker” si attesta ad oltre ventimila presenze.
Perciò, soprattutto i residenti si dovranno preoccupare seriamente, non tanto per il tempo di percorrenza che inevitabilmente si dilaterà all’inverosimile, ma per il transito smisurato delle ambulanze ormai consolidato dalla effettiva chiusura dell’ospedale di Castel di Sangro. E credo proprio che di fronte a tale ingarbugliata situazione la sanità abruzzese, per evitare il disastro assistenziale, dovrà pagare pegno a quella della contigua sorella molisana, dove gli ammalati dovranno essere necessariamente trasferiti per salvaguardargli la vita.
Insomma due regioni che, malate per diverse ragioni, potrebbero ritrovarsi nuovamente unite da una “e” che una volta sulle carte geografiche scolastiche si trovava proprio sul nostro territorio.
Ugo Del Castello







