Si conclude nel peggiore dei modi l’avventura imprenditoriale di Nicola Albanese, trentunenne di Guardiaregia, che nel 2012 aveva avviato un’azienda agricola nel suo paese promettendosi di rimanere in Molise per formare la famiglia.
La dilagante e inarrestabile proliferazione di cinghiali – negli ultimi 5 anni – gli ha procurato un danno economico di 150.000 euro. Tra pochi giorni cessa l’attività che si sviluppava su 50 ettari di terra oramai diventati di proprietà degli ungulati.
Fortissima la protesta degli iscritti all’Associazione Agricoltori e Allevatori del Territorio. Nella fattispecie evidenziano come la recente istituzione del Parco Nazionale del Matese – e quindi il divieto permanente dell’esercizio venatorio – impedisca di fronteggiare il fenomeno fino a costringere gli agricoltori a chiudere le attività. L’agricoltore infatti lascerà il Molise per andare a trovare lavoro altrove, così aumentando la lista dei giovani che scappano dalla ventesima regione.
E a proposito dell’emergenza cinghiali, abbiamo ascoltato un esperto di consolidata fama: il dott. Paolo D’Andrea consigliere ATC1 Campobasso per conto della Federcaccia (FiDC); Phd in Ambiente e Territorio, Agronomo con Master internazionale in organizzazione e Gestione Sostenibile delle produzioni zootecniche e tutela dell’Ambiente; docente di Scienze Naturali nelle scuole superiori dell’Istituto Omnicompresnivo Lombardo – Radice di Bojano.






