“Due minuscole rappresentanze, una agricola e l’altra politica, vogliono imporre la trasformazione di un parco regionale a nazionale contro la volontà popolare, convocando una conferenza stampa nella camera dei deputati.
Quello che fa più scalpore è la presenza di due presidenti regionali coldiretti del Molise e della Campania senza aver reso edotti i pochi iscritti rimasti, avete capito bene pochi iscritti, in quanto la Coldiretti sta perdendo i tesserati grazie alle loro iniziative alle spalle degli agricoltori. È bene sapere che ci sono altre sigle associative agricole oltre ai tanti comitati spontanei, nati per contrastare le scelte scellerate dei una politica scellerata.”
A diffondere una nota di protesta è Dino Rossi, presidente di Cospa Abruzzo.
“Con molto stupore abbiamo visto la Coldiretti schierata a favore del nascente Parco Nazionale del Matese dietro una sentenza ambientalista del tar, nonostante la contrarietà della base agricola e le altre attività che vivono i territori da vincolare. La Coldiretti non rappresenta tutto il mondo agricolo e non può permettersi di prendere iniziative senza aver sentito la base così come la politica che pensa di capire le esigenze di un popolo una piccolissima percentuale che rappresentano, visto che sono stati eletti con meno del 50% degli aventi diritto al voto.
Quindi, una piccola minoranza rappresentativa vuole imporre ad un popolo indifeso la convivenza vincolante fatta a tavolino su un territorio conservato fino ad oggi immacolato e, magari appropriandosi con i vincoli anche delle proprietà private.
Vogliono fare il parco nazionale? Bene, allora lo facessero sui territori demaniali e non sulle proprietà private contro la volontà dei cittadini. In pratica sono tutti d’accordo ai vertici per massacrare l’agricoltura di montagna, l’allevamento estensivo e altre attività del territorio con vincoli molto restrittivi per avere campo libero all’accreditamento dei crediti di carbonio.
I crediti di carbonio un sistema che dovrebbe salvare l’ambiente ma in realtà salva il portafogli di qualcuno?! Noi in Abruzzo con tre parchi nazionali e uno regionale possiamo dire a voce alta che i parchi sono solo carrozzoni per accedere a finanziamenti che non hanno nessuna ricaduta sul territorio, infatti le nostre aree interne stanno letteralmente morendo lasciando spazio ad un turismo da consumazione al sacco armati di ottiche e macchine fotografiche. Sarebbe il caso di sentire il parere degli abitanti del luogo non le sentenze dei tribunali amministrativi.”