Riceviamo e pubblichiamo da parte dell’Associazione Futuro Remoto.
Grandissima è la preoccupazione di tutto il mondo per i cambiamenti climatici. Bene ha fatto, quindi, il Ministero della Transizione ecologica a finanziare un programma denominato “Parchi per il Clima “ chiedendo ai Parchi di realizzare progetti finalizzati al contrasto ai cambiamenti climatici , realizzando servizi e infrastrutture per la mobilità sostenibile, per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, per la gestione forestale ecosostenibile.
Spetta di conseguenza ai Parchi di progettare interventi adeguati per evitare il rischio di determinare un danno alla stessa Natura che sono preposti a tutelare.
Un esempio significativo di questo rischio è dato oggi dalla Pineta Zappini di Villetta Barrea, pineta di origine naturale, famosa in tutto il mondo scientifico per il suo Pinus nigra,subsp.nigra var.italica., in cui il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha paradossalmente predisposto, con la motivazione di prevenire gli incendi, un progetto d’intervento selvicolturale di abbattimento di 3410 alberi con conseguenti danni a livello botanico, ecosistemico e paesaggistico.
Proprio a Villetta Barrea, il 22 luglio u.s. si è tenuto un Confronto pubblico, organizzato dall’Associazione Culturale Futuro Remoto, tra l’Ente Parco, rappresentato dal Presidente e dal Direttore, il Comune rappresentato dalla Sindaca , diversi autorevoli esperti in campo ecologico e la cittadinanza, su quale debba essere la strategia per i boschi all’interno di un parco, alla luce dell’art 9 della Costituzione e dell’articolo 1 della 394/91, legge quadro sulle aree protette.
In tale confronto gli esperti sono stati tutti concordi nel respingere il progetto dell’Ente Parco sulla pineta di Villetta Barrea (attualmente al vaglio del Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Abruzzo), contestandone l’efficacia e denunciando che con tale intervento si arrecherebbero danni alle piante, al suolo, alla fauna selvatica , all’identità paesaggistica e un possibile aumento del rischio di frana, a cui Villetta Barrea risulta particolarmente esposta, senza alcuna garanzia , a fronte della sicura e grave perdita di biodiversità, circa i risultati che si otterrebbero con il taglio degli alberi, ai fini della prevenzione degli incendi boschivi.
In particolare secondo Bartolomeo Schirone (professore di Selvicoltura e Assestamento forestale presso l’ Università degli studi della Tuscia di Viterbo), “ la prevenzione è necessaria e doverosa , ma l’abbattimento degli alberi non è la misura conveniente , mentre possono invece mettersi in campo altre forme di prevenzione (installazione di telecamere , uso di droni, ronde del personale e del volontariato, monitoraggio nei luoghi di maggior rischio, attività educative, culturali e naturalistiche ecc ), anche perché le risorse economiche elargite dal Ministero non mancano e l’Ente Parco, grazie alle competenze di cui dispone, è in grado di trovare altre soluzioni”.
Del resto, che le misure definite nel progetto non risolvano il problema della prevenzione degli incendi, è dimostrato in maniera evidente sia da autorevoli ricerche scientifiche che dalle da quanto si è verificato nelle recenti esperienze d’incendi sia in Italia che all’estero.
Dal caso della Pineta Zappini di Villetta Barrea è sorto un movimento che si batte e si batterà per l’attivazione di un sistema efficace di prevenzione degli incendi, nella speranza che il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che per decenni ha indicato ai Parchi e a tutte le aree protette la direzione verso cui muoversi, sostituisca il presente progetto con interventi che non ledano in alcun modo l’integrità dell’Ecosistema Pineta, offrendo in tal modo al territorio nazionale un esempio di strategia forestale.
Auspicabilmente, a questo primo confronto pubblico ne dovranno seguire altri, perché in questo drammatico momento di transizione ecologica è più che mai necessario “ragionare insieme per creare un futuro comune, una progettualità basata sullo scambio di opinioni“ (come ha scritto Dacia Maraini proprio a Pescasseroli per presentare la Rassegna “Pescasseroli legge”) e per identificare le più efficaci soluzioni per la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici.