Scriveva l’intellettuale uruguaiano Eduardo Galeano: “L’arbitro è arbitrario per definizione. È lui l’abominevole tiranno che esercita la sua dittatura senza possibilità di opposizione, l’ampolloso carnefice che esercita il suo potere con gesti da melodramma. Col fischietto in bocca, l’arbitro soffia i venti della fatalità del destino e convalida o annulla i gol. Cartellino in mano, alza i colori della condanna: il giallo, che castiga il peccatore e lo obbliga al pentimento, e il rosso che lo condanna all’esilio”.
Come dargli torto…?
Non è nostra abitudine, né tantomeno costume, puntare il dito contro la direzione arbitrale di turno, ma quello che hanno visto i nostri occhi, nell’arco dell’intera gara, al Vanni Sanna di Sassari, assume i toni della farsa.
Una commedia o meglio una carnevalata che ha visto l’arbitro Sfira di Pordenone (voto 2) indossare la maschera di un novello Byron Moreno versione coreana, correre leggiadramente per il campo e lanciare pugni di coriandoli a forma di cartellini gialli e rossi sulle teste dei nostri calciatori, nessuno su quelle dei sardi. Gialli per Scorza, F. Forte, Di Stefano e Serra; rossi per Scorza (doppia ammonizione), De Simone (vice allenatore) e Calabrese.
Tutti discutibili… Una conduzione palesemente ostica, addirittura decretando ben due “cambi fallo”, cosa assai rara da vedersi nel calcio moderno e che, ironia della sorte, hanno portato prima al bel pareggio di Mastinu (60′), poi al sorpasso di Diakite (71′).
In questo momento i ricordi corrono ad Antonio de Cesare quando scriveva della prima invasione di campo della storia rossoblù, era l’anno 1934, la partita contro la Battipagliese: “La rete di recinzione, come se fosse sollecitata da un rullo in azione, si abbassa dolcemente e progressivamente sotto la spinta dei tifosi esasperati, i quali, guidati da Gennarino Barone e da Arturo Di Lauro, invadono il terreno di gioco dirigendosi minacciosi verso il direttore di gara che ha trovato riparo sotto il capace mantello di un ufficiale dei carabinieri costretto a sfoderare la sciabola per tenere a bada la folla inferocita.
L’arbitro Gamba solo a tarda sera riesce a lasciare il campo dopo aver vissuto momenti di panico per i tifosi che più volte, servendosi anche di pali della luce divelti ed usati come arieti, sono stati sul punto di sfondare la porta degli spogliatoi”.
Per non dimenticare…
Ovviamente tutto questo non deve nascondere la polvere sotto il tappeto, i vari problemi, soprattutto quelli di una rosa incompleta e corta, rimangono. Peccato però, la volontà agonistica messa in campo nel primo tempo dal Campobasso (voto 6) era quella giusta, era quella che ci faceva ben sperare, soprattutto dopo il grande e fulmineo gol (60′) di “Cavallo Pazzo” Di Nardo (voto 6,5). A condire di amarezza la domenica sarda anche l’infortunio di “Jack Sparrow” D’Angelo (voto 6,5) nella sua migliore prestazione stagionale.
Note positive della giornata: la ritrovata grinta e il buon esordio del neo acquisto Martina (voto 6,5). Note negative: il costante, insufficiente rendimento di “Faina” Di Stefano (voto 5), e il costante, insufficiente rendimento dei subentrati dalla panca, vedasi Spalluto (voto 5), ancora impalpabile la sua prova, si divora inoltre la palla del possibile nuovo vantaggio.
Costante e commovente è invece ancora una volta, la prova dei sostenitori della Curva Nord “Scorrano”, CHAPEAU. Sabato al “Molinari” è scontro tra lupi, contro quello di Gubbio il nostro dovrà ululare più forte.
Antonio Salvatore