“Due cuccioli di orso marsicano sono stati trovati morti a Camporotondo di Scanno, annegati in una vasca costruita per l’innevamento invernale e poi lasciata all’abbandono. Non è un caso isolato: oltre 250 vasche montane, nate per garantire la presenza d’acqua in quota, oggi sono inutilizzabili o pericolose.”
A prendere la parola su una vicenda che lascia davvero perplessi sono Nunzio Marcelli, Presidente Rete Italiana della Pastorizia e Giampaolo Tardella, Direttore del Consorzio di tutela dell’agnello del Centro Italia I.G.P.
“La tragedia non riguarda solo la fauna selvatica. Anche gli animali al pascolo – pecore, capre e bovini – non trovano più acqua, con gravi conseguenze per il pastoralismo e per la sopravvivenza stessa della montagna.
Mentre si spendono milioni per barriere lungo le autostrade per impedire il passaggio della fauna, spesso sarebbe sufficiente realizzare piccoli invasi idrici per evitare che gli animali si spingano a valle in cerca d’acqua, con rischi anche per chi guida.
Inoltre, chi sfrutta l’acqua per profitti milionari – come il grande idroelettrico, molto presente in Abruzzo – dovrebbe restituire almeno parte di quel valore al territorio, finanziando opere che garantiscano approvvigionamento idrico locale, oggi più che mai essenziale davanti alla crisi climatica e al rischio di desertificazione.
Serve un censimento e la riconversione delle vasche esistenti in laghetti collinari funzionali. Senza acqua non sopravvive né l’orso né il pastore, custode delle nostre montagne.”