Entrando, la prima impressione è come di trovarsi dentro il borgo antico tra vicoli e angoli suggestivi, nel mare e sui trabucchi, e poi sull’aia e negli spazi adiacenti alle case rurali di una volta.
Ci sono nonne, donne, animali da cortile, figure, oggetti e cose di un realismo semplice e portentoso. Nella galleria sono esposti tantissimi lavori che rappresentano una vita dedicata all’arte declinata in una varietà di forme e stili.
Il tratto è quello lineare, preciso, definito del decoratore, il mestiere che ha praticato da ragazzo, agli albori del suo percorso lavorativo, quando abbellendo gli ambienti con disegni ornati e riquadrature di chiaroscuri, maturava la sua esperienza di artista.
Per motivi diversi, il suo percorso è stato in fabbrica tra pezzi di ricambio, carrozzerie e motori di automobili. Un posto di lavoro sicuro che da San Marco in Lamis lo ha fatto approdare a Torino, nella sede centrale dello stabilimento, per alcuni anni e poi, definitivamente, a Termoli.
Qui Angelo Tricarico è vissuto con la sua famiglia, amando il paese come fosse suo. Lo si evince dai soggetti della sua ricca produzione artistica. Quadri, oli su tela dipinti con eleganza, gran senso del colore, del blu dei cieli e del mare in tutte le sue mutazioni.
Dalla placida distesa, al corrugamento dovuto al moto ondoso, dalle albe dell’Adriatico, ai tramonti dietro l’Appennino, fino alle tempeste, alle onde alte e grigie, spinte dalla furia dei venti sotto cieli feriti da moti vorticosi e da spirali di “ tromba marina”.
E questo è il titolo di uno dei dipinti esposto al Macte, il museo di arte contemporanea che ospita il lavoro più significativo del pittore termolese. Nella sede della mostra ci accoglie suo nipote e Maria Teresa , una delle due figlie che ci parla dell’artista, della tempra e della sua vena umoristica.
Come il loro papà, i figli, due donne e un maschio, hanno nel loro “ dna”, estro e creatività. Ognuno asseconda in maniera personale il proprio talento, dalla scrittura alla realizzazione di gioielli tessili e tanto altro ancora.
Tornando all’esposizione, è la prima edizione postuma. Inaugurata il primo agosto e illustrata in un pieghevole con una bella nota critica del prof. Nino Barone, rimarrà aperta ogni sera fino al 15 agosto.
Lo spazio espositivo nel pianterreno di una casa antica, affaccia su una delle caratteristiche piazzette, attorniato dai numerosi locali dove si degustano i piatti tipici della cucina marinara di questa città così tanto amata, disegnata e raccontata sulla tela, nei suoi aspetti più fantastici e anche reconditi , dall’ ecclettico artista.
Fernanda Pugliese
(video e fotografie di Rosella De Rosa)