Volti nuovi e noti della politica molisana e un sacerdote della chiesa locale, i docenti del ciclo di incontri tenutesi a Termoli nel piazzale e nella sala conferenze della diocesi in piazza Sant’Antonio. Un affaccio sul mare di incredibile bellezza, uno spaziare figurato nell’orizzonte della conoscenza teorica e pratica di quelli che sono i canoni della politica, avvalendosi di esperienze vissute sul campo da personalità molisane che hanno fatto della politica e delle sue articolazioni nelle diverse branche, una ragione di vita.
Perché un corso di politica? Un corso che è interessante considerare sostitutivo di una scuola vera che in Molise manca e che, come ha ricordato uno dei relatori, era stata progettata e fatta abortire sul nascere. Da qui la grande idea di cominciare con un piccolo assaggio, perché è giusto e doveroso il sostegno culturale fatto anche di esperienze e teorie e tecniche di un’arte che deve essere il punto di partenza di chi ambisce ed aspira a ricoprire un ruolo pubblico dove l’improvvisazione ha registrato e registra fallimenti e storture.
“ Tutto dipende dalla politica “, scriveva un filosofo molisano dimenticato, Gaetano Meale, in un saggio chiamato la “ Positiva scienza di governo “, un volume poderoso dove la politica viene analizzata e spiegata con rigore scientifico e che tutti dovremmo conoscere. Ma tornando al corso coordinato dall’ingegnere Nicola Felice con il supporto dei componenti del Comitato San Timoteo e del comitato scientifico presieduto dal professore emerito , avvocato, docente universitario, già presidente della Regione Molise Giovanni Di Giandomenico , che ha tenuto la prolusione dei lavori con un argomento di grande levatura .
I relatori come già detto, figure di rilievo e note, con esperienze pregresse ed in corso, che hanno trattato argomenti di attualità. Le relazioni sono state seguite con interesse, animate da dibattiti, anche per la voglia di capire le dinamiche e i punti di vista di ieri e di oggi rispetto ai tempi, nei meandri di una società complessa e in continuo mutamento.
Un piccolo appunto personale è per la mancanza di figure femminili tra i relatori, nella considerazione che il movimento d’opinione della Fidapa di cui sono parte quale ex presidente, ha tenuto a Termoli un corso di politica, diversi anni fa.
Aldilà dell’inciso, Il programma di questa prima edizione è stato organizzato in otto incontri settimanali , ogni sabato mattina, con un avvicendarsi di relatori. Don Marcello Paradiso, figura poliedrica, studioso, filosofo e autore di libri di approfondimento sulle politiche sociali della chiesa. Don Marcello, autore tra gli altri del libro “ La visione della Dottrina Sociale della Chiesa” nei suoi diversi interventi, ha tracciato un excursus dalle Encicliche a Papa Francesco parlando di eguaglianza di diritti, di politica come passione e visione, di lavoro, di stato sociale e di “ politica alta ed altra” come dal glossario alla fine del libro.
Antonio D’ambrosio, già presidente del Consiglio regionale , autore di saggi storici e non solo, ha sviluppato argomenti di dottrina politica partendo da Max Weber, il grande sociologo tedesco fondatore della pubblica amministrazione, in un percorso che ha messo il dito nella piaga e nelle pieghe delle materie di competenza delle funzioni dello Stato. Il cammino del diritto di voto fino al suffragio universale, le politiche della programmazione, il coordinamento degli apparati burocratici e le periferie, le criticità e l’erba del campanile, i rapporti stato regioni e la problematica delle autonomie differenziate ( tema quest’ultimo particolarmente attuale) e dato in pasto a ministri che vanno e vengono, sono stati gli argomenti scottanti trattati con la passione che lo contraddistingue, con piglio e senza esitazioni, dal già assessore alla programmazione e tanto altro ancora , della Regione Molise, Gianfranco Vitagliano.
Ciò che è stato fa esperienza e scuola, considerazione che nasce dagli interventi dell’onorevole e già assessore alla sanità Giuseppe Astore. Il suo dire ha messo in moto la memoria rispetto ad alcune intuitive ipotesi sulle politiche sanitarie dagli anni novanta fortemente sostenute per il Basso Molise, da un primario in direzione sanitaria con idoneità nazionale e che in tempi non sospetti, aveva steso e presentato ai vertici decisionali, relazioni che in proiezione avrebbero portato inesorabilmente alla chiusura dei piccoli ospedali anche di eccellenza e allo status attuale, se non fossero state intraprese politiche di riordino del sistema regionale. Tra queste la consuetudine dei doppioni, che ha prevalso e ripreso il sopravvento, anche dopo l’esperienza ideale degli accorpamenti coraggiosamente intrapresa proprio dall’assessore Astore.
Ecco sono le esperienze che contano e che fanno scuola in un corso di formazione dalle sfaccettature diverse dove non è stato trascurato il programma dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile con le tematiche sul clima, sull’ambiente, sull’energia e sugli obiettivi da raggiungere nel nostro territorio a medio termine, anche nella previsione del piano di investimenti della GigaFactory nell’area industriale. Sono stati questi ed altri in una logica di attualità pressante, alcuni degli argomenti su cui ha relazionato il prof. Giovanni Di Stasi, anch’egli già presidente della Regione Molise e con incarichi a livello e di livello in ambito europeo.
Ecco, L’Europa, la parola chiave su cui si è articolato il doppio incontro dell’attuale segretario dell’Euro Regione Adriatico Ionica, già consigliere del Presidente della Regione per le relazioni internazionali a Bruxelles, Francesco Cocco. Anch’egli assessore regionale e altro ancora ed oggi anche presidente della piccola grande realtà come il Conservatorio Perosi di Campobasso. Una figura ecclettica che si può dire , abbia chiuso il ciclo degli interessantissimi interventi, col botto di una relazione finale, la cui lettura non può non essere assimilata alle metafora degli spari che aprono e chiudono una festa. In questo caso la conclusione di un ciclo di incontri e l’apertura di una nuova stagione politica che guarda all’Europa come ad un porto sicuro sul quale ancorare scelte economiche e di sviluppo sovranazionale, che sia pure a maglie strette rispetto ai localismi e alle logiche di mercato interno, apre le porte al progresso.
Il segretario generale ha parlato del Piano nazionale di resistenza e resilienza e dell’ambiziosa agenda di riforme e soprattutto , ha dialogato con chiarezza espositiva sulle articolazioni dell’appartato Europa, di progettualità, di copiosità di fondi, di come intercettare la miriade di programmi anche tra quelli destinati alle aree transfrontaliere e dei Paesi che dell’Europa aspirano a diventarne componenti. Tutte informazioni importanti ed utili a chi mirando ad una carica politica elettiva, deve poter conoscere al fine di indirizzare scelte di governabilità efficace, potendo avvalersi di moderne tecniche di comunicazione politica ed istituzionale. È l’argomento che ha ben evidenziato con i dovuti distinguo, nella sua interessante, dotta e precisa relazione Antonello Barone, ideatore ed autore di uno dei festival più importanti del settore che è il Festival del Sarà.
Un fare scuola di formazione politica animata dalle domande dei partecipanti, alcuni molto assidui e interessati, un dialogare anche attraverso la ricchezza delle esperienze del sindaco storico di Termoli quale Remo Di Giandomenico che per tanti lustri ha governato la città per la quale oggi opera dalle quinte dei vertici dell’ Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo , un settore che mira ad essere la vocazione e il valore aggiunto dello sviluppo locale in sinergia col territorio.
Non è facile tracciare la sintesi di un percorso che mi piace definire lungimirante, ideato con discernimento da un comitato di cittadini attenti alle sorti del Paese. La vigilia delle elezioni regionali non è il motivo sostanziale del corso al quale sono state rivolte accuse di interessi diversi dalla miriade di detrattori, ma il coraggio di dire no all’improvvisazione che dal punto di vista politico non può esistere.
È un esercizio di democrazia sancito dalla Costituzione che non è praticabile quando il popolo sovrano non ha la possibilità di operare scelte di rappresentanza non solo per le artificiose leggi elettorali ma anche per mancanza di candidati che abbiano come requisito di eleggibilità, un bagaglio culturale e solido e che. come nel caso specifico, se personalmente non posseduto, può essere appreso da fonti che hanno segnato e fatto la storia recente della nostra regione e della nostra città.
Seguire il corso è stato motivo di riflessione su esperienze personali e di frontiera ma anche di lavoro nel campo della comunicazione. Opera egregia è quella di don Fernando Manna che ha ripreso la mole di relazioni che saranno poi estese ai partecipanti .
D’obbligo a questo punto è la chiosa : “La politica è servizio, passione, dovere, cultura, civiltà. Non è cosa cristallizzata ma arte dinamica che delinea, anticipa, segue e precorre i tempi. Le esperienze vissute e trasmesse in questo iter formativo, sono e fanno scuola ”.
Fernanda Pugliese