Le lancette dell’orologio della bellissima Chiesa di Filignano, posta nella piazza in cui Mario Lanza ebbe a salutare i suoi concittadini affacciatosi al balcone del prospiciente Palazzo di Città, scandiscono le ore. E’ sera, l’atmosfera è quella giusta, il caldo si è affievolito grazie alle fronde degli alberi secolari che respirano aria di una cultura, quella del racconto, decisamente gradevole. La piazza, che a giorni godrà della musica della 32^ edizione del Festival Internazionale “ Omaggio a Mario Lanza “, si fa bella con la copiosa complicità di centinaia di persone sedute per ascoltare un racconto che sa di pastori, guerre, amori.
L’entusiasmo è a mille, la piazza fa sold out e si incammina verso l’imponderabile leggerezza di un coinvolgimento naturale, basato sulle note musicali di Lino Rufo, per un’apertura efficace e sensazionale. Nessuno sapeva, tranne il moderatore della serata e l’interprete, che tutto potesse iniziare sull’onda emotiva delle note di “Bella Ciao”. -Sorpresa? – Assolutamente, vista la trame di ciò che mirabilmente l’autore del romanzo dal titolo “ La Promessa “, ha saputo donare ai presenti. Gianlivio Fasciano, conosciutissimo avvocato scrittore, seduto accanto al moderatore, Maurizio Varriano, Eugenio Verrecchia, voce e memoria storica di Filignano, Federica Cocozza, sindaco del paese di Mario Lanza, ha scandito tutta la sua passione per un territorio che è stato la sua casa, la sua fucina, la sua scuola di vita.
Tutto perfetto. il salotto messo a punto da Michel Rongione funge da arredo alla piazza, che ha di suo, una scenografia decisamente invidiabile. Si parte e le irriverenze son tante, quelle messe in campo con domande piccanti, a volte decisamente fuori da schemi e da impianti precostituiti. Si improvvisa e la cosa riempie di sorrisi e di applausi la piazza. Gianlivio sa che ha difronte la sua gente e, nel nascondere l’emozione, diventa il mattatore, il pastore che torna dalla guerra e riconquista la sua gente, il suo paese, la sua memoria. Un film perfetto, con attori calibrati ed una regia dal sapore dell’antico, che è la narrazione di un romanzo che non lascia spazi alla noia, dettando tempi senza scadenze.
Raccontarvi la trama è cosa ardua se non ci si cala dentro quella parte di tempo che fu. Due ore di pura emozione scandite da musiche, ricordi, quelli di Nicola Donatelli tra gli altri, scritti, recitazioni, approfondimenti e commozioni diffuse. “ La Promessa” come ogni promessa è un debito e quel debito va onorato senza se e senza ma. Gianlivio è stato l’artefice di tale condizione e non ha voluto mancare a quel dovere, morale e di ringraziamento verso chi, nonostante le miriadi di manifestazioni ed il caldo asfissiante, si è posto fisicamente e mentalmente predisposto alla serata.
Dal risultato certezza è stato il tributo verso chi, seduto assiso a sentir quanto, verso l’orizzonte culturale del momento, ha voluto fortemente la serata e verso l’autore mai banale, sempre se stesso, sempre condizionante emozioni e passioni mai svanite dagli occhi e dai cuori dei presenti tutti. Il romanzo è condizionato da sogni, partenze e ritorni. – Poi risalii in macchia. Giovanna mi aspettava con Delia che giocava a “ viaggio “. Prima di risalire un anziano mi chiese :” Né Romolo, ma ci torni qua? “. “ Scine”. “ Prometti?” disse tirandosi la coppola in alto per intercettare meglio la risposta. “Promesso”. Tornai indietro, cacciai dalla tasca una caramella. Gliela porsi. La scartò buttando via la carta. La morse con gioia.
Poi masticando con una certa soddisfazione, mi richiamò. “ Né Romolo, lo vuoi un agnello? Lo fai pascere a qua che tanto sempre un pastore rimani. Ricordatello”. Mi voltai, scossi la testa. Poi mi chiusi in macchina e andai via. Andare via per tornare sempre. La propria terra non si dimentica mai, bella o brutta che sei sarà sempre la più bella del mondo. – “Ci sono persone che vogliano far passare gli uomini come tutti cattivi. Si nasce con un destino o il destino è quello che bussa alla tua porta? “- Questa è la conclusione del viaggio ma prima o poi il viaggio troverà, come la vita, la giusta e premiante – Felicità -.
La cultura ha fatto centro, a Filignano come a Pietrabbondante con il suo teatro a Mille metri, a Termoli con il suo festival del folklore, a Roccavivara come a San Martino in Pensilis ed Ururi. Il Bando “ Turismo è Cultura “ a cura dell’assessorato regionale alla Cultura e Turismo guidato da Vincenzo Cotugno sta dando i suoi frutti, la voglia di Cultura cresce e la via per un futuro decisamente più aggregante e positivo è tracciata.
Maurizio Varriano