RE-NAISSANCE”, RI-NASCIMENTO, è questo il titolo della Mostra al Fortino Leopoldo I di Forte dei Marmi (LU), promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città e dalla Villa Bertelli, curata e prodotta da Armando Fusco e Bianca Russo per Aubry Productions, in collaborazione con il Centro Espositivo Leo-Lev di Vinci (FI), la DurerArts Gallery di (FI), l’associazione A.L.E.R.AMO – Museo Civico di Moncalvo (AT), e le Pontificie Fonderie Marinelli di Agnone che verrà inaugurata domani 5 maggio e resterà aperta fino l prossimo 20 giugno (orari 10.00/12.00 e 15.00/19.00).
L’evento espositivo si articola attraverso un singolare percorso fra opere pittoriche del ‘500, arte contemporanea e icone sacre.
“Cosa c ‘è di più evocativo della parola Rinascimento, di quella civiltà culturale ed artistica, che ebbe come uno dei centri principali la Toscana, con il suo capoluogo Firenze? Cosa c’è di più forte, in un momento così drammatico -in cui il virus globale ci rinchiude fra quattro mura – pensare a uno sbocco di un nuovo Umanesimo, con i suoi valori, con le sue visioni antropocentriche, che avevano minato la cultura del periodo medievale?” affermano Fusco e Russo.
“Forse –riprendono- anche oggi le nostre convinzioni vacillano, le nostre membra stanche sembrano cedere sotto il peso di un semplice acronimo, Covid 19. E invece, l’arte, la creatività, ci vengono in aiuto: ancora una volta accendono un barlume di speranza, come dopo la Peste Nera del XIV secolo, fecero artisti come Giotto, Masaccio e altri, configurando un nuovo orizzonte dove si intravedeva quel gotico internazionale che alla paura della morte contrappone un amore per la vita.
Così oggi, questa mostra, che si dipana attraverso un percorso espositivo fra opere pittoriche del ‘500, arte contemporanea e icone sacre, ci aiuta a sperare in una rinascita, che non è solo simbolica, ma oggettiva. Qui e ora.
L’esposizione, nei locali del Fortino Leopoldo I di Forte dei Marmi, è dedicata a due grandi momenti della storia della Cristianità: la Pasqua e il Natale. A scandire il percorso espositivo, una vera novità: le campane della storica Pontificia Fonderia Marinelli: esse ritmano il passare del tempo e avvolgono da sempre la vita delle comunità, aiutandole nella loro identità e fornendo loro un vero linguaggio di comunicazione a distanza.
Campane come strumenti capaci di essere interpretati da tutti, che parlano una lingua universale, per narrare gioie e dolori, scandendone l’esistenza e chiamandole a raccolta a ricordare loro che: “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è una parte del tutto. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”. La mostra mette a fuoco appunto il paschale sacramentum, celebrazione su cui fa perno tutto l’anno liturgico”.
Vila