Sono trascorsi molti anni da quel fatidico 1° Novembre 1918 quando il Serg. Magg. Costanzo Sforza detto Costantino, M.B.V.M. dei Cavalleggeri – Ussari di Piacenza (18°) veniva mortalmente colpito durante le ultime fasi della Battaglia di Vittorio Veneto che pose fine alla prima Guerra Mondiale.
La conclusione del conflitto firmata tre giorni dopo, il 4 Novembre 1918 a Villa Giusti, segnò anche la fine dell’Impero Austro-Ungarico che aveva lungamente cercato di ostacolare le aspirazioni unitarie italiane. Nella consapevolezza degli ideali risorgimentali e nel ricordo del sacrificio di allora, compiuto da 680mila caduti italiani, di cui 5000 molisani, 44 montecilfonesi, di oltre un milione di mutilati e feriti, è stata inaugurata a Montecilfone un’ ala storica fortemente voluta dalla famiglia Sforza – Sette in collaborazione con l’A.N.A.C. (Associazione Nazionale Arma di Cavalleria) e l’Amministrazione Comunale. Un gesto di rispetto dovuto, per non dimenticare ed onorare la memoria di tutti quei soldati italiani che hanno risposto alla “chiamata alle armi”, hanno combattuto con coraggio e sacrificio per servire la Patria.
I primi Ussari menzionati nelle cronache europee erano prevalentemente Serbi e Stradioti di varie etnie in prevalenza albanesi, ma anche Croati e Greci che si rifugiarono nel Regno d’Ungheria dopo l’invasione delle loro terre da parte dell’Impero Ottomano. Nel 1453 Costantinopoli cadde nelle mani dei Turchi ed il panico si diffuse in tutta l’Europa.
Nacque così l’esigenza di creare un esercito in grado di arrestare l’avanzata ambiziosa di conquista del Sultano Ottomano, fondendo le tradizioni cavalleresche occidentali con quelle orientali. Nel XV secolo in Ungheria si creò la prima unità a cavallo di Huszar ispirandosi all’esercito turco per volontà del condottiero Hunaydi Giovanni (Janos in ungherese) il quale era già diventato famoso per le numerose battaglie contro gli ottomani a fianco anche del valoroso principe albanese Giorgio Castriota Skanderberg. Cavalli e cavalieri vennero spogliati della pesante armatura medievale diedero vita ad una cavalleria leggera dedita a compiere rapide incursioni.
Gli Huszar erano famosi per la loro velocità, imboscate, finte ritirate, coraggio, crudeltà ed imbattibilità nei campi di battaglia. Era considerata la cavalleria più terribile d’Europa e per queste loro doti straordinarie vennero assoldati da molte corti europee per contrastare l’esercito turco. Inizialmente il loro armamento era costituito da una lunghissima lancia che in alcuni casi poteva raggiungere i 5 metri, uno scudo e scimitarre turche. Mancavano completamente elmi e corazze, indossavano giubbe imbottite particolarmente vivaci nei colori, stivali e pelli di animali (lupo, orso, leopardo ….).
Nel tempo abbandonarono la lancia a favore di leggere carabine e pistole; le pellicce di animali e le giubbe vennero sostituite da uniformi di straordinaria bellezza tanto da impressionare persino il Re di Francia. Caratteristico era il “Dolman” una giacca stretta e corta decorata interamente con passamaneria e stretta in vita. Sopra il “Dolman” veniva fissata sulla spalla sinistra la “Pelisse”, una giacca molto corta ed aderente i cui polsini e colletto erano orlati di pelliccia. La giacca era ulteriormente decorata con motivi cuciti di pizzo d’oro che richiamavano quelli del dolman indossato sotto di esso.
La parte anteriore della giacca presentava numerose file di alamari e passanti paralleli e tre o cinque file verticali di bottoni. Dopo il crollo del Regno di Ungheria, a metà del XVI secolo, gli ussari si diffusero in tutta Europa. In Polonia diedero vita ai cavalleggeri corazzati alati. Erano unità d’elite della Cavalleria pesante a cui venivano chiamati solo i nobili. Il 12 Settembre 1683 sconfissero definitivamente l’esercito ottomano a Vienna.
L’unico Reggimento Ussaro della Cavalleria italiana si costituisce ufficialmente a Parma il 28 Settembre 1859. Molti patrioti magiari favorevoli alla liberazione dell’Ungheria dal dominio dell’Austria giunsero in Piemonte a sostenere la nascente Nazione italiana combattendo contro il comune nemico austriaco. Una ventina di ufficiali ungheresi ussari al comando del Conte Colonnello Bethlen Gregorio e numerosi volontari emiliani, si insediarono nella caserma Pilotta di Parma e diedero vita al Reggimento Cavalleggeri – Ussari di Piacenza.
L’uniforme adottata dai soldati inizialmente era uguale a quella ungherese con la sola differenza del fregio con le iniziali “V E” (Vittorio Emanuele) e “F J” (Franz Joseph). Dal 1872 venne progressivamente abbandonata l’uniforme ussara e adottata quella dei Reggimenti di Cavalleria italiana.
– Nel 1860 il Reggimento fu incorporato nell’Armata Sarda.
– Nel 1861 il Reggimento riceve il primo Stendardo.
-Nel biennio 1862-64 il Reggimento venne impegnato nella repressione del “brigantaggio” nell’Italia meridionale. Montecilfone scrisse una delle pagine più tristi dell’Italia post unitaria in quanto protagonista di sanguinosi scontri tra briganti ed esercito Piemontese conclusasi con saccheggio e numerose fucilazioni.
Nella terza guerra di indipendenza si schierò a Custoza (24 giugno 1866) riuscendo a proteggere la ritirata dei reparti italiani inseguiti dagli austriaci subendo gravi perdite.
Dopo aver partecipato alle guerre coloniali in Eritrea, Libia e alla prima Guerra Mondiale il Reggimento venne accorpato al Reggimento Lancieri di Novara e definitivamente sciolto il 01 Luglio 1920. Durante la prima Guerra Mondiale, trattandosi di una guerra di posizione nelle trincee, gran parte della cavalleria venne appiedata e molti cavalieri combatterono come fanti, mitraglieri o passati alla nascente aviazione militare di cui faceva parte il mitico Francesco Baracca il quale fiero di essere un ufficiale di cavalleria, fece disegnare sulla carlinga del suo aereo un cavallo rampante.
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