#parolaviva
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
#vivilaparola
La vita è un continuo sforzo per uscire dall’invisibilità e lasciarsi incontrare dallo sguardo altrui: nell’altro trovo conferma, incontro il mio volto e scopro chi sono realmente. Ma quando viviamo la nostra vita compiacendoci nell’altro, vuol dire che non riconosciamo abbastanza il dono che siamo. Per cui confondiamo l’essere con l’apparire, facciamo di tutto per mostrarci, ricevere like sui social, e dire al mondo che ci siamo anche noi: perché pensiamo che di non essere abbastanza. Siamo in una corsa continua per essere ammirati e accumulare followers dimenticando ciò che ci contraddistingue, la nostra originalità e unicità, il nucleo più profondo di luce di cui siamo depositari: così cadiamo in un equivoco ingannevole, che ci porta a inseguire i primi posti, fare cose soltanto per ricevere onori e riverenze, ricercare l’applauso e i vantaggi personali.
Tuttavia è molto più forte chi ha puntato sui valori e gli ideali, piuttosto che sull’interesse e il successo personale: fare senza cuore ma soltanto per un tornaconto svuota la vita del suo bene più prezioso. Il nostro esserci non si misura con quello che viene voracemente divorato, ossia un oggetto di consumo, bensì scoprendo il valore che siamo e facendo brillare la luce che portiamo dentro: un’esistenza felice impostata più sugli oggetti che sul progetto di vita di cui siamo chiamati ad essere i protagonisti, è triste.
La pagina del Vangelo di oggi ci presenta Gesù che sferra un duro colpo alla falsa religiosità che punta tutto sulle forme esteriori ma trascura la vita: il virus più pericoloso che può infettare una religione è la corruzione del cuore che conduce a sfruttare finanche Dio per i propri vantaggi personali. Gesù mette in guardia dali scribi che “amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere”. Una fede che è tutta intenta ad occupare i posti d’onore e gli spazi nei luoghi del potere, di mostrarsi per farsi vedere e ricevere saluti nelle piazze, ma trascura i poveri, gli emarginati, gli immigrati, gli sfruttati della terra, le donne, i bambini e gli anziani, non è tale.
Contrariamente Gesù elogia la fede della povera vedova che ha gettato nel tesoro del tempio tutto quanto aveva, due monete, tutta la sua vita: è lei l’esempio da seguire e non gli altri che studiano la scrittura e sanno di teologia, ma del loro ruolo ne hanno fatto un idolo. Questo dobbiamo dirlo onestamente, accade anche oggi nelle nostre parrocchie: si litiga per avere un ruolo di prestigio, occupare uno spazio importante e riconoscimenti sociali. Si parla tanto di poveri, di Chiesa sei poveri, ma pochi effettivamente ne fanno parte. Nella folla non passa inosservato invece l’anonimo gesto di questa piccola e misera donna che dona l’essenziale, ritenuta grande agli occhi di Dio: è bello sapere che Dio ha occhi per gli ultimi, i semplici, gli invisibili, coloro che hanno un cuore che non trattiene nulla per sé ma tutto dona con amore.
#farsiparola
Chi ha donato tutto, la stessa vita a Dio è stata Suor Rosaria Assandri, 33 anni missionaria in Africa. Dove ha vissuto tra i più poveri per amore. Si legge in una intervista apparsa su vatican.va che di sé suor Rosaria dice di aver sempre avuto “una bella dose di incoscienza”, di non essere una persona che “sta a ragionare troppo” e che, per questo, il Signore con lei ha trovato “campo buono per giocare”, e “con umiltà devo dire che ha giocato bene”.
Cresciuta in una famiglia molto povera, ha iniziato a lavorare molto giovane, a 11 anni, dalle suore salesiane a Melzo, in provincia di Milano. E’ lì che ha conosciuto le suore, ed è stato come un fulmine a ciel sereno, perché l’hanno veramente incantata. Vederle giocare con i bambini, sempre gioiose. E da lì il Signore ha fatto poi il resto, l’ha presa nel cuore. Sono stati anni molto belli in cui ha cercato di dare tutto al Signore e decidere, quando l’età andava bene, di farsi salesiana.
Decide di divenire Figlia di Maria Ausiliatrice, ed ha aperto un orfanatrofio in Kenya, una nuova missione in Sud Sudan e, infine, è approdata a Gubrye, in Etiopia, nel distretto di Guraghe, a 170 km a sud ovest di Addis Abeba. Lei e le due consorelle non hanno creato una scuola, ma aiutano bambini, giovani e donne a recuperare o migliorare la propria istruzione. Con l’oratorio salesiano offrono “un posto gioioso dove giocare e imparare a stare insieme”, i giovani possono fare sport, soprattutto calcio, “cercando il più possibile di tenerli lontani dalla strada”.
Alle giovani donne insegnano un lavoro con la scuola di taglio e cucito e la panetteria che, con la mensa per i poveri (150 pasti al giorno) e il pozzo per l’acqua, rispondono ai bisogni primari di tante famiglie povere e dei ragazzi di strada. Così, in questi due mesi di siccità, oltre alla fila per il pane, perché la panetteria riesce a sfornare anche 5000 panini al giorno, all’ingresso del centro “Maria nostra Madre” delle salesiane di Gubrye, più di settecento famiglie aspettano il loro turno per riempiere le taniche di acqua. E’ il modo di suor Rosaria e delle sue consorelle di testimoniare l’amore di Cristo, sempre “con il sorriso, e tendendo la mano dove c’è bisogno”.
Paolo Greco