Ora si cerca di salvare la Ndocciata della “Tradizione”; ovvero quella del 24 dicembre a sera riservata, se si può dire, solo agli abitanti di Agnone. Il sindaco Daniele Saia fra qualche giorno incontrerà i rappresentanti delle contrade che sono i portatori delle Ndocce, i vertici della Pro Loco e della Fondazione della Ndocciata e le associazioni per una decisione in merito.
Meno Ndocce rispetto a quella dell’8 dicembre ma quella del 24 dicembre (che col Presepe Vivente ha da sempre dato vita alla Grande Vigilia Agnonese) è la vera sfilata dei torcioni ardenti per gli agnonesi, prima che prendesse piede quella del giorno dell’Immacolata che ha da più lustri ha richiamato decine di migliaia di turisti nel comune alto molisano.
Gli agnonesi in fondo se lo aspettavano: era un rischio fare svolgere la grande manifestazione del fuoco l’8 dicembre proprio quando la pandemia sta facendo aumentare di nuovo i casi anche in Molise. Agnone, così come tutti i centri dell’hinterland, sono covid – free e certamente sarebbe stato difficoltoso se non impossibile centellinare e contare l’afflusso di gente, chiedere a tutti i green pass e dividere i turisti per numero e confinarli in aree precostituite.
Nessuno, logicamente, ha voluto prendersi responsabilità davvero rischiose davanti ad una pandemia di nuovo in crescita, che miete vittime e di fronte ad irresponsabili (ed anche ad Agnone ce ne sono) che non si sono e non si vogliono vaccinare. La colpa è anche e soprattutto loro, dei cosiddetti “no vax”, se la Ndocciata dell’8 dicembre è stata azzerata per il secondo anno consecutivo.
Ora si resta in attesa di sapere se la Ndocciata della Vigilia di Natale si farà e con quale clausole.
Gli agnonesi la vorrebbero sia per tradizione ed anche per far si che il Natale che s’avvicina non sia dissimile a quello del passato. Il 25 dicembre sia giorno di speranza con l’auspicio che il fuoco delle Ndocce bruci davvero il malefico virus che ci sta costringendo ad una “non vita”.