La ripresa delle lezioni scolastiche (se il covid non costringerà di tornare in d.a.d.) e per il 2022 non è affatto tranquilla per Agnone. Domani i plessi dovrebbero riaprire con la novità della “settimana corta”, ovvero col sabato libero da parte degli alunni ed un prolungamento delle attività scolastiche spalmate su ore pomeridiane settimanali.
Decisione voluta dai responsabili scolastici e dagli amministratori agnonesi. Cosa questa che non ha trovato d’accordo parte dei genitori dei bambini delle elementari su come è stata portata avanti l’iniziativa che non avrebbe coinvolto nelle scelte soprattutto i genitori stessi e sulle difficoltà nate in merito ai trasporti degli alunni, delle mense e degli orari di scuola. Da qui una petizione di richiesta di sospensione del provvedimento sulla settimana corta, che fino ad ora ha raccolto un centinaio di firme, indirizzata alla direttrice dell’USR Molise, Anna Paola Sabatini; al commissario straordinario dell’I.O. ”G.N. D’Agnillo” Maria Rosaria Vecchiarelli; al sindaco di Agnone Daniele Saia e a tutti consiglieri comunali nonché alla irigente dell’I.O.” G.N. D’Agnillo” Tonina Camperchioli ed al collegio dei docenti dell’I.O.” G.N. D’Agnillo”.
Ecco il testo della petizione:
“L’Istituto omnicomprensivo G.N. D’Agnillo di Agnone ha adottato la cosiddetta settimana corta a partire dal 10 gennaio c.a.
Si ritiene doveroso sottoporre alla Vostra cortese attenzione le problematiche conseguenti l’adozione della cd. settimana corta, questioni finora ampiamente rappresentate per le vie brevi all’istituzione scolastica e all’amministrazione comunale.
Giova premettere che detta decisione è stata presa in assenza di un processo di condivisione con i genitori che sono stati informati del progetto prima dalla stampa locale (comunicato pubblicato il 1° dicembre 2021 su altomolise.net) e successivamente, a seguito di convocazione, dai rappresentati di classe che hanno solo potuto rilevare un dato di fatto (riunione a distanza del 2 dicembre 2021). In data 28 dicembre 2021 abbiamo ricevuto comunicazione dell’adozione della nuova programmazione per il tramite dei registri elettronici.
I Genitori tengono a precisare che, anche in assenza di un consiglio di Istituto, (mancanza non certo imputabile a noi) poteva e doveva essere utilizzato qualsiasi altro canale formale e informale volto alla ricerca di una fattiva collaborazione tra le parti interessate (come spesso capita per questioni di natura diversa). Nostro malgrado, decisioni che stravolgono la vita scolastica e familiare sono state assunte in corso d’anno dall’Istituto in totale autonomia e di imperio.
Esulando da ogni approfondimento giuridico, da valutare nelle sedi opportune, detta azione non risulterebbe certo concorde con i principi di lealtà e corretta collaborazione tra le parti, a maggior ragione se si considera che l’Istituto sottopone ai genitori un patto di corresponsabilità; è evidente che quest’ultimo è stato ampiamente disatteso e che non sia possibile cambiare l’offerta formativa in corso d’anno scolastico. Non abbiamo avuto modo di visionare neanche un atto che attesti l’adozione all’unanimità della nuova articolazione didattica da parte del collegio dei docenti.
Ciò premesso, consapevoli delle possibilità di rimodulazione dell’offerta formativa dettata dall’autonomia dell’Istituto, la nuova programmazione – per esempio per la scuola primaria – sottrae 1 ora e 40 minuti settimanali di formazione rispetto alla precedente offerta (circa 70 ore in meno in un intero anno scolastico). Fatto che ha un impatto significativo sulla formazione dei nostri figli e, di conseguenza, sull’intero territorio alto molisano. Pertanto, risulterebbe difficile accogliere la tesi secondo la quale la settimana corta non incide sul profilo didattico/organizzativo e sull’apprendimento in quanto – ad oggi – l’unica cosa certa rimane una significativa riduzione dell’orario scolastico.
Si tratta di una scelta quantomeno discutibile che incentiva e rafforza quel triste esodo migratorio. Soffermandosi ancora sulla scuola primaria, l’impatto della decisione è devastante, peggiorando la qualità della formazione stessa, mettendo in serie difficoltà gli alunni.
Un orario di 5 ore e 40 minuti di lezione frontale inclina indubbiamente la capacità di apprendimento dei più piccoli alterando anche i loro ritmi di vita giornalieri. Si sostiene che la settimana corta è presente in altri Istituti; ne siamo ampiamente consapevoli, si invita a non fermarsi ad un giudizio superficiale ma ad analizzare le modalità e la programmazione delle settimane corte presenti altrove e a valutare altrettanto attentamente i motivi che hanno condotto alcuni Istituti a retrocedere e a tornare ad una più salutare ed efficace settimana lunga.
A questo dato di fatto, si aggiungono problemi di rilevanza notevole legati a questioni logistiche e sociali.
La presenza di nuclei abitativi dislocati a diversi chilometri di distanza dal centro urbano, comporta un aggravio dei sacrifici per gli alunni che devono utilizzare mezzi di trasporto per raggiungere la sede scolastica. Un anticipo dell’orario di entrata accentua le difficoltà psico-fisiche dei ragazzi facendo venir meno ancor più quella funzione egualitaria, di pari trattamento e dignità che ogni scuola di questa Repubblica è chiamata a garantire (o quantomeno a perseguire). L’uscita posticipata, costringe a un rientro nelle proprie abitazioni a tardo pomeriggio incidendo anche su una corretta alimentazione dei ragazzi. Senza considerare che la concomitanza dell’anno scolastico con la nostra ampia stagione invernale rende tutto più difficoltoso.
A scanso di ogni equivoco, un bimbo di 6 anni che abita in una delle contrade più sperdute del territorio è costretto al mattino ad essere in attività almeno un ora e mezza prima di un bimbo che risiede nel centro urbano; anticipare l’orario di entrata significa aggravare ulteriormente le difficoltà di alcuni, minarne le facoltà di apprendimento rispetto ad altri. Stessa cosa nel pomeriggio.
La nuova articolazione oraria e l’organizzazione dei trasporti, che vede l’utilizzo degli stessi mezzi per alunni frequentati scuole di ordine e grado diversi, comporta lunghi tempi morti – soprattutto per i più piccoli – stringenti i tempi per i più grandi.
Continuando e volendo puntualizzare, potrebbero essere confutate questioni addotte a motivazioni nella delibera richiamata che, con il dovuto rispetto, ci appaiono risibili. Per esempio, si ritiene che con il sabato libero si favorisca una migliore unità familiare. Una entrata anticipata e una uscita posticipata, in una famiglia con genitori lavoratori, certamente vanifica ogni tentativo di utilizzare come momenti di convivialità e confronto la colazione e il pranzo per 5 giorni alla settimana. Da genitori chiediamo alla scuola solo la massima e più competente formazione possibile.
Infine, rilevare che tale scelta sia anche dovuta alla ricerca spasmodica della riduzione delle spese destinate all’istruzione sembrerebbe qualificare ampiamente la scelta stessa e non consente altre forme di analisi.
Per le questioni di fatto e di metodo fin qui esposte, fatti propri i rilievi presenti in articoli di stampa firmati a nome di comitati di genitori contrari alla decisione in discussione, richiamata la nota UIL SCUOLA RUA datata 3 gennaio 2022 a Voi nota, esprimiamo la nostra contrarietà a questo progetto cosi come presentato dalla delibera sopra individuata auspicando un intervento immediato degli organi competenti al fine di scongiurarne l’attivazione”.