Avremmo voluto, e sperato, che la Chiesa avesse a cuore le anime peregrine, le anime povere di danaro, strettamente legate ad un filo di speranza, quello della solidarietà.
Avremmo voluto vedere seduti sulla stessa seggiola, S.E. Mons. Bregantini, Don Franco D’Onofrio, gli ospiti della Casa di Riposo, gli operatori in essa impegnati.
Avremmo voluto vedere sorridere dal suo posto in Paradiso, S.E. Mons. Antonio Nuzzi, che nella sua opera terrena ha garantito umana accoglienza al di là delle situazioni economiche degli ospiti.
Avremmo voluto vedere una serrata comune da parte della Politica, dei Bojanesi, dei titolari dei talari cittadini.
Avremmo voluto vedere la Chiesa fuori da condizioni di subalternità al danaro e corrispondere solidarietà ed assistenza perequativa senza limiti o scopi che sanno di beffa, in primis per gli ospiti che non vedranno più il sorriso di chi spera che la solidarietà possa essere ancora l’arma vincente contro la speculazione e la voglia di accomodanti posizioni pro l’uno e contro l’altro.
Avremmo voluto godere della gioia di chi non ha più una casa propria, di chi non ha più una famiglia, di chi ormai aspetta solo di lasciare spazio terreno ad altre genti,con la consapevolezza di lasciare solo un filo di speranza per un Mondo che, ormai, è sempre più assorto ed assiso a sentir lagni di chi spera come sempre in un ritorno al passato scandito di solidarietà e amore per una Città, ormai, senza vie di uscita.
Ma facciamo un po’ di storia, riavvolgiamo il nastro e spieghiamo l’angoscia di operatori, ospiti, cittadini di Bojano.
Il dilemma è l’alma del fato. Siamo a Bojano dove accade di tutto, senza che ci sia una minima spiegazione plausibile, se non quella del “ Dio “ danaro.
L’ultima delle storie, l’avrete già capito, è dettata da un racconto difficile da leggere. Ermetico, scritto con inchiostro incolore per evitare la lettura, vede protagonisti : la Chiesa, una Fondazione, una Casa di Riposo e 18 unità lavorative alle quali è stata recapitata la missiva di licenziamento, non smentiti e di cui si accusa Don Franco D’Onofrio. Avrebbe, secondo le dichiarazioni di S.E. Mons. Bregantini, aver fatto di testa sua, sinceramente poco credibile. Così lo vogliamo porre al lettore, ci scuserete. Ma veniamo alla storia passata, quella gloriosa e piena di umana solidarietà.
- Don Antonio Nuzzi istituì la Casa di Riposo grazie ad un lascito ereditario della famiglia Guastaferri, che oltre a terreni donò alla Curia, anche un edificio di via Turno con annessi locali a piano terra. L’allora vescovo, S.E. Carinci, chiamò Don Antonio, che già si cimentava ad accogliere persone disagiate o sole, e propose ad egli la realizzazione di una vera e propria “ Casa di accoglienza “. Con Decreto del Vescovo si creò un ente morale ecclesiastico con il nobile scopo di aiutare ed assistere poveri e persone sole, come già, Don Antonio aveva messo in atto presso una struttura attigua alla Chiesa di Sant’Erasmo e Martino. Il progetto crebbe e il Presidente della Repubblica Segni riconobbe l’Ente morale ecclesiastico, quale personalità giuridica pubblica. Da li la necessità di uno Statuto/Regolamento che Don Antonio Nuzzi, diligentemente, stilò pensando di corrispondere lo stesso alle esigenze e alla territorialità della struttura, garantendo alla sua successione, stabilità e coerenza giuridica con il suo paese : Bojano. Tale narrava : Il Vescovo nomina i componenti del Consiglio di Amministrazione che a sua volta nomina il Presidente. Don Antonio Nuzzi nel saper leggere lontano, si preoccupò di apporre una clausola importantissima quale il parere decisorio del sacerdoti circa l’assetto definitivo della governance. Dopo la morte di Don Antonio Nuzzi, S.E. Mons. Bregantini non ha ottemperato a tale atto decidendo di imperio, nominando il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione, persone certamente vicine al Presidente e non Bojanesi, eccezion fatta per la nomina dell’allora Preside Carmine Ruscetta, oggi sindaco di Bojano ed ancora in carica. Una nota del tutto stonata che ha visto Don Franco fare della Casa Famiglia ogni cosa, ritenendo il suo operato insindacabile.
E quindi? Si chiede la gente. – Ed allora torniamo ad oggi, sic!-
Il discorso è talmente intricato, che si è capiti dove si vuol arrivare.
- Don Franco porterà gli ospiti di Campobasso a Bojano arrivando alla capienza di sostegno della struttura che è pari a 50 ospiti. Questo determinerà la soluzione di problemi connessi ad attività svolte in Campobasso e determinerà uno spoglio economico ed identitario della struttura Bojanese, nonché la fine di una missione decisamente egualitaria.
E’ davvero ora di riappropriarsi dell’economia e delle radici identitarie di una Bojano ormai spogliata di ogni cosa preziosa connessa alla sua identità, alle sue radici. L’acqua, la Gam, il tratturo, gli ortaggi, gli Uffici principali e periferici, adesso la Casa di Riposo. L’unico sindacato sceso in campo con veemenza – La UILTUCS.
Il problema è la radice la finalità è un tutt’uno con Bojano è legata storicamente non si può pensare che gli estranei vengano per dar conto alla realtà Bojanese.
C’è una soluzione immediata ? Ancora una delle domande ricorrenti che aleggiano sulla Piazza di Bojano al passeggio giornaliero di gran parte dei cittadini.
Forse, ma questo non cancellerebbe di certo azioni volte al bene di pochi ed al disorientamento di molti.
Si paventa un azzeramento del CDA, dettato dal troppo scalpore suscitato dall’interesse della cessione del ramo d’azienda ,senza dir nulla a nessuno, ad una ditta sempre vicina a Don Franco. Scalpore che ha indotto S.E. Mons. Bregantini ad un silenzio senza precedenti e ad un imbarazzo decisamente evidente. Un azzeramento che porterebbe, viste le dimissioni di molti membri del CDA, al Commissariamento della Fondazione con in pole position Don Giovanni Di Vito, molto amato in Città e forse l’arma segreta del Vescovo per poter traghettare l’intento di Don Franco senza troppe ritrosie. Nella speranza che si torni a ragionare, a razionalizzare le azioni volte al bene comune, e non solo al depauperare le ultime speranze di una rinascita culturale ed economica di una Città ormai in ginocchio, ci auguriamo che Bojano la spunti e che la Casa di Riposo, dia conforto al compianto Don Antonio Nuzzi che sicuramente sarà a piangere in un angolo recondito del Paradiso.
“- Attingerete con gioia alle Sorgenti della Salvezza “ – recitano le parole di Dio sulla lapide commemorativa del Parco dell’Accoglienza eretto in onore di Don Antonio Nuzzi. Lasciamo che esse portino il giusto e meritato coniglio.
Maurizio Varriano