Vince la UIL-TUCS, almeno per ora, che porta a casa un risultato storico. La Casa di Riposo e i suoi operatori sono per adesso salvi.
La battaglia messa in atto, sin da subito dopo l’invio, sconsiderato e poco chiaro, delle lettere di licenziamento ai dipendenti della Fondazione titolare della Casa di Riposo, prima dal sindacalista Pasquale Guarracino, e poi dallo stesso con l’ausilio dell’avvocato Pescolla, ha sortito, anche grazie alla stampa e non secondi a nessuno, alla testata Amolivenews, un dietro front che sa di resa.
Una resa che ha permesso il ricostituire il CDA, in maniera temporanea e solo per deliberare la resa, cancellare lo scempio perpetrato e lasciare sul tavolo della Curia strascichi che avranno conseguenze anche dopo la bandiera bianca. Proprio così, una resa condizionata alla conferma di Don Franco alla guida della Fondazione.
Una beffa che non stempera del tutto una situazione che degenerando ancor di più , avrebbe avuto scenari ben più ampi e meno accomodanti. Una resa non resa, che rende il nostro amato Arcivescovo sempre più Ponzio Pilato e sempre meno amato in quel di Bojano.
Un CDA dimissionario, ne avevamo considerate le dimissioni e la volontà di cambiar passo con l’attuazione di un commissariamento terzo, scevro da competizioni e da giochi decisamente fuori logica e fuori portata di concetto, che si è dovuto ricostituire, rimandando al ” futuro prossimo “ , la scelta decisionale sull’assetto definitivo, di una struttura decisamente ancora appetibile.
Non osiamo interpretare la delusione della società che avrebbe da oggi 14 marzo 2022, prendere possesso della struttura, ampliare il suo conto in banca con i 32 anziani ospiti della stessa e dichiarare felicità e passione per un lavoro che sa più di business che di religiosa condivisione degli svantaggi che la vita ci pone. L’uso smisurato di bilanci, di economia attive, che cancellano perequazioni e visioni cristiane, ci porta a non essere decisamente ottimisti, anche se, nella piena consapevolezza che un primo passo è stato calzatamente fatto.
La storia insegna che la Vita è fatta di virtù e di sostentamento che, se proposto in maniera equitativa, rende la vita propria non servizievole e dipendente dalla vita degli altri. La Chiesa in questo caso ha cancellato con un vero colpo di spugna ogni sua missione, ogni sua vera identità, gettando una maschera, sicuramente non della Religione e quindi della Parola di Dio, ma degli uomini che, come dicevamo in un articolo precedente, si son dimostrati caporali di complemento e senza spina dorsale.
L’allontanamento di Don Franco avrebbe rassicurato, senza dubbio, ogni singola persona animata da considerevole angoscia ed ansia. Questo non è avvenuto e sicuramente ogni altra decisione presa, anche la più positiva, sarà sempre posta sotto lenti di ingrandimento che non lasceranno nessuno scampo più a rapporti di fiducia e di stima.
Alla soddisfazione di Guarracino si associa la Segretaria Generale, Tecla Boccardo che dichiara : “ Stop ai licenziamenti !!! Dopo l’azione sindacale contro i licenziamenti, in queste ore il CDA della Casa famiglia di Boiano, guidato dal suo Presidente Don Franco D’Onofrio,insieme al vescovo Bregantini che aveva assunto con noi l’impegno di tutelare i lavoratori , fanno marcia indietro, decidendo di bloccare la procedura di licenziamento.
Ovviamente apprezziamo questa necessaria e saggia scelta di preservare i posti di lavoro nella struttura. La UIL con la UIL TUCS sempre al fianco dei lavoratori, ora attendiamo gli atti consequenziali di revoca dei licenziamenti. Finalmente può tornare la serenità tra le lavoratrici e i lavoratori ai quali va un profondo grazie per averci seguito nell’azione sindacale con grande coraggio e per aver creduto nella nostra organizzazione”.
Speriamo che la soddisfazione non sia momentanea e che, chi sino ad oggi non ha proferito intervenire, continui a non farlo. In tali battaglie i vinti ed i vincitori sono sempre e comunque perdenti poiché i diritti non dovrebbero veder essere contesi su campi di battaglia.
Maurizio Varriano