Se porsi al servizio di un Mondo, sempre più distante dalla bellezza e dal sociale, attraverso lo sport, è da “ Ultimi dei Moicani “, riteniamo che ne si possa essere davvero orgogliosi. Consegnati encomi alla Carriera, allo Sport ed al Sociale grazie all’Associazione “ Borghi dello Sport “ ed all’ACSI presieduta da Aida Romagnolo. Tanti premiati, oltre 300 e tanta partecipazione emotiva. Oltre Alessio Manfredi Selvaggi, ragazzo incredibilmente fuori da schemi, pieno di vita e prodigo di insegnamenti, tantissimi esponenti di vari mondi connessi.
Una sala enorme, quella dell’Hotel Rinascimento, all’incrocio di via “ La Banca “ a Campobasso, il 27 maggio 2022, ha ospitato la cerimonia di consegna degli encomi a personalità e associazioni, molisane, per lo più, distintesi nel mondo dello sport, in interconnessione con quello del sociale.
Difficile poter osare nel porre parallelismi tra Baldassarre Labanca, nato ad Agnone, quarto di nove figli, il 17 agosto 1829 da Vincenzo, commerciante, e da Maria Angelica Mario e ciò che è accaduto ieri, 27 maggio 2022. La storia però ha del magico e ci proveremo, forse alla fine capiremo insieme il perché un cognome possa tornar utile al pensiero espressivo di chi non molla mai, neanche difronte problemi di varia natura.
Morto prematuramente il padre, fu dal fratello primogenito Francesco Paolo, erede delle attività paterne, inviato a Napoli per curare gli affari di famiglia. Partecipò ai fatti del 15 maggio 1848, subì due brevi reclusioni nelle carceri borboniche, e fu quindi sottoposto a sorveglianza di polizia. Riacquistata la libertà, riprese gli studi. Tornato in Agnone verso la fine del 1852, sostenne gli esami per il diaconato e il sacerdozio, e il 12 marzo 1853 ricevette gli ordini sacri. Trasferito in Terra di Bari, a Conversano,qui, maturò una crisi religiosa che si connotò di forti tinte politiche che sublimò con lo svestire l’abito religioso.
Della filosofia razionale lezioni, I-II (Firenze 1864), e Della filosofia morale lezioni (ibid. 1867) le sue opere migliori. Mutua la concezione della filosofia come “circolo dialettico” ove operano tre momenti, il cui nesso è fornito dall’atto creativo e in cui gli opposti sono in reciproco rapporto di contrarietà, ma non di contraddittorietà; la definizione della gnoseologia e la sua dipartizione in “propedeutica” e in “protologia” (in cui gli elementi possono essere studiati “in modo razionale ed assoluto”); la definizione della morale come “scienza della primitiva e successiva determinazione del bene”, dapprima “speculativa” (ossia che tratta del bene nelle sue componenti principali: la bontà, l’onestà, la giustizia e la carità), e poi “applicativa” (che dimostra come tali aspetti si manifestino nella storia).
Qualche anno dopo seguì la pubblicazione del suo più ambizioso lavoro teoretico (Della dialettica libri quattro, I-II, Firenze 1874), nel quale prese le distanze dalla concezione giobertiana della dialettica, ora giudicata priva di una vera necessità al suo interno in quanto fondata su un principio, l’Ente, dotato di libertà creatrice.
A essa contrappose un “sistema dialettico inclusivo” che, riprendendo alcuni aspetti della logica aristotelica (il momento di tesi della dialettica è “l’essere nel suo tutto potenziale”; quello di antitesi è “l’essere stesso nelle sue parti”; quello di sintesi, infine, “l’essere nel suo tutto attuale”), teorizza un primo dialettico (la “Mente suprema dell’universo” che è “pensiero di sé e di altro da sé”) nel quale si uniscono, pur differenziandosi, l’Ente creatore e l’universo creato, conciliando così le esigenze del trascendentalismo e del panteismo. Nell’ottobre 1882, si presentò alle elezioni parlamentari per la seconda circoscrizione di Campobasso senza però riuscire eletto.
Spinto dalla convinzione dell’esistenza di una manifesta esigenza di rinnovamento spirituale e civile, ritenne che se ne dovessero ritrovare le radici in quel cristianesimo delle origini. Morì a Roma il 22 genn. 1913 . Numerosi volumi andarono a costituire, con donazione risalente al 1901 ma perfezionata dopo la morte, il nucleo originario della Biblioteca comunale di Agnone, nella quale è accolto anche l’archivio dello studioso, comprendente – oltre manoscritti di sue opere edite e inedite, e documenti vari – anche il ricco epistolario. Un uomo di grande umanità, si legge, mai domo alle difficoltà incontrate nel peregrinar in cerca di stabilità, mai trovata.
Ma torna la domanda : – “ Ma cosa vuol dire ciò? Perché raccontar le gesta di un esimio encomiabile filosofo ed accostarlo ad una manifestazione tenutasi in una bella struttura di Campobasso sita in via La Banca? – Non sarà solo per la posizione del sito ?” –
Sarebbe davvero riduttivo porre una risposta dichiarandosi facetamente posizionati verso la glotteria del sapere. No, non è assolutamente così. Con questo vi svegliamo l’arcano e non ce ne vogliano gli studiosi e gli interpreti di studi filosofici, visto che Agnone ne è assolutamente, pieno. “Labanca “sta ad encomio come encomio sta ad un altro Agnonese doc che da anni si spende, come fece il più esimio Baldassarre, per la profonda conoscenza di un mondo culturale non dimenticando che sport e sociale sono degli strumenti unici per tornare a parlare di cultura e di identità.
Un omone in carrozzina, già campione di arti marziali, giornalista, esponente di un mondo culturale dal sapore della “ strada “ , mai domo alle difficoltà, filosofo quanto basta, emozionabile quanto occorre, spiritoso ma garbato sempre, dal cognome di una strada campobassana che ricorda il Baldassare.-
“ Sarà poco o decisamente un accostamento senza un vero senso logico?”- Per molti potrebbe, anzi sarà certamente così, per noi altri no. “Labanca” per un “Labanca” , un Baldassarre per un Vittorio. Scambio di figurine che non ripongono visi di atleti o di attori ma di volti e passioni che riportano tutti sulla strada che porta ad Agnone. La storia è storia e va concretamente posta all’attenzione dei più, almeno di quelli che hanno voglia di esserne protagonisti sempre. Passato o presente che sia, Labanca è un cognome che risuona grancasse e libri, trombe e silenzi dettati dal passaggio di una carrozzina motorizzata che lascia spazio ad interpretazioni ma mai a condizioni di inferiorità o di assoluta negatività verso una vita che ha causato, per un errore umano, una condizione di disagio non augurabile a nessuno.
La vita è senza dubbio la condizione migliore per analizzare il passato contestualizzandolo ad un presente dallo stesso cognome. Note negative per entrambi che hanno e donano musiche dal sapore della soavità dell’essere amici e convinti che ciò possa essere davvero un grande volano per riuscire sempre a non condizionare altri e soprattutto se stessi ad una omologazione dal sapore dello stantio. Baldassarre ebbe a sentir il suono del chiavistello della porta ferrea del carcere, Vittorio quella del ronzio delle ruote di una carrozzina che mai potrà cancellare il rumore delle suole delle scarpe appena comperate. Due vite legate da tempi diversi ma dallo stesso cognome e dalla stessa città tanto amata : Agnone. Il primo premiato dalla sua volontà a non corrispondersi diversamente dal suo pensiero, il secondo premiato per il suo pensiero. “- Assonanza trovata ?”
– Difficile dirlo ma pensarlo non è peccato, almeno per noi. E così Vittorio contesta il brutto della vita, si alza in piedi se pur con difficoltà ed urla che la gioia di essere sempre e comunque se stessi è già una vittoria senza fine. La consegna dell’encomio alla carriera è presto detto meritato ma l’encomio per una vita fatta di soddisfazioni familiari, professionali e soprattutto nel campo dell’associativismo e sociale, hanno il vero sapore e la vera fronda positiva nel chiamarsi “ La Banca “ e godersi un fregio di merito nella via dedicata a quel Baldassare, Agnonese mai domo all’esclusione che dell’inclusività bandiera da sventolato nonostante non ci fossero cori e strali per poter urlarlo senza paura di essere deriso o condizionato da un handicap dal sapore del carcere e dell’incredulità di una veste nera che dovette dismettere per parlare senza poter essere inciso come filosofo senza filosofia.
Vittorio e Baldassarre, due La Banca in tempi diversi ma segnati da un destino comune : donare agli altri quello che altri non donerebbero a nessuno. Auguri e complimenti a Vittorio per l’encomio per il quale è meglio non dare ulteriori spiegazioni, le fotografie parlano decisamente da sole come parlano gli scritti di Baldassarre il quale, nel rimirar l’eterno, ha esternato con qualche piccolo segnale temporale e di afa insopportabile, l’assoluta contentezza per il concittadino dal cognome altisonante e mai connesso, e da confondersi, al mondo dei forzieri. “ Labanca “ è nobile e mai avaro come le Banche.
Maurizio Varriano