In Molise tutto ciò è ancora retorica. Infatti il Molise è la regione con il più basso utilizzo di auto ad energia pulita. Pulita? Ne siamo davvero sicuri? Cerchiamo di analizzare il fenomeno anche in virtù delle recenti scelte politiche europee che obbliga, in sintesi, la dismissione di auto a combustibile tradizionale.
Nel fare ricerche approfondite, viste le disgrazie occorse a molti nel passare all’elettrico, mi sono imbattuto in un articolo di Bengt Karlsson su stBO Stories, certamente non l’ultimo arrivato. Analisi lucida, senza retro pensieri e ora capisco perfettamente quali danni irreparabili causa la produzione di batterie per auto elettriche, sia alla natura che alle persone e soprattutto ai bambini, per non parlare all’economia che già soffre e rischia di crollare ulteriormente “ grazie “ alla scellerata posizione di Stellantis, in primis, che andrebbe a chiudere stabilimenti grazie a vie di fuga quali le riconversioni progettate e difficilmente realizzabili.
Una batteria per auto elettrica pesa circa 500 kg, il volume è grande come una valigia. Contiene 12 kg di litio, 30 kg di nichel, 20 kg di manganese, 15 kg di cobalto, 100 kg di rame, 200 kg di alluminio (la produzione è estremamente chiusa elettricamente), acciaio e plastica. Ci sono 6.831 cellule di litio all’interno. Tutti componenti tossici che provengono da estrazioni come attualmente lo è per il carbone o il petrolio.- Inizio a preoccuparmi, voi no?- Vado fino in fondo e mi accorgo che per produrre una batteria per auto bisogna processare 10 tonnellate di sale per produrre litio, 15 tonnellate di minerale per il cobalto, 2 tonnellate di minerale al nichel e 12 tonnellate di minerale rame. In totale, 200 tonnellate di terreno vengono scavate per una singola batteria.
Non proprio bazzecole. Tutto in disprezzo del bene primario che è la natura e, guarda caso, tutto realizzabile nei paesi con incidenza superlative di povertà e di malattie da inquinamento.- Le certifichiamo, quindi, “ verdi “? Cosa significa verde? Morte più colorata del nero?-
Le malattie e il lavoro minorile sono dietro il 68% del cobalto mondiale, e una parte significativa di una batteria proviene dal Congo. Le loro miniere non hanno alcun controllo dell’inquinamento e assumono bambini che muoiono avendo a che fare con questo materiale tossico.
-Come si può quindi affermare che questo è meglio per l’ambiente rispetto alle auto ad alimentazione fossile?– Dovrebbe essere facile fare una valutazione quasi corretta.
L’auto elettrica è all’altezza della forza gigante del vento flop, irresistibile. Non come funzione, ma come pipistrello politico. Funziona perché la mancanza di indagini risulta in politica vince sempre. Non perché hai ragione, ma perché è opportunista e si adatta alla narrazione. Tra l’altro le auto elettriche sono decisamente pericolose. Personalmente ho assistito all’incendio con deflagrazione dell’intera auto. Nella continua euforia per le auto elettriche e l’energia eolica, tutti hanno dimenticato di segnalare i notevoli costi nascosti dannosi per l’ambiente a cui sono associati.
Chiaro che qui le multinazionali fanno la parte del “Dio danaro” e la politica si accoda facendo sponda per ottenere consensi e far patti scellerati con associazioni pseudo ambientaliste che al momento “ decisorio “ hanno dichiarato guerra alla biodiversità, alla tipicità, al paesaggio. Mancava solo una guida turistica che invita a godere dei “ Parchi eolici “ e, grazie a chi le impianta, anche questa esperienza è garantita. Milioni di copie stampate per offrire il meglio dell’ecologia e del paesaggio, sic !
Uno scempio mai visto a sostegno di una mascherata transizione ecologica che sa solo di transizione energetica a trazione economica, e non per tutti. Lobby che dettano regole e ciclicamente, per dichiarare guerra alla noia industriale, gettano a mare i figli migliori per porne altri all’attenzione del mondo e mostrarli come quelli nuovi, belli e decisamente innovativi. Per non parlare dei pannelli solari ed il loro problema più grande quale le sostanze chimiche necessarie per trasformare il silicato in silicio utilizzato per la loro realizzazione.
La purificazione del silicio, avviene per trattamento con acido cloridrico, acido solforico, acido nitrico, acido fluoridrico, tricloroetano e acetone e la necessità di uso del gallio, arseniuro, rame ionidio-gallio-disenide e potassio-teleroide, ancor più tossici tossici. Per non parlare della polvere di silice è un pericolo per i lavoratori e non può essere riciclata. Ma solo solare? Assolutamente l’attenzione negativa è anche per quello che è la manna di molti vivi che non disdegnano la morte del biodiverso o delle belle colline Italiane, guarda caso solo del sud. Le turbine eoliche sono il massimo quando si tratta di costi nascosti e degrado ambientale. Una moderna turbina eolica pesa 1688 tonnellate e contiene 1300 tonnellate di cemento (fondazione), 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro e i metalli delle terre rare neodimio, praseodimio e disprosio. Sono necessari anche 1000 litri di olio idraulico.
Ogni foglia pesa 40 tonnellate e dura forse 15-20 anni, poi necessitano la sostituzione e attualmente non risultano essere riciclati. Come i pannelli solari anche le pale uccidono uccelli, pipistrelli, vita marina e insetti volanti. L’energia e le risorse utilizzate nella costruzione di questi impianti sono probabilmente più dell’energia che possono fornire, se il vento è giusto. Ogni pianta deve essere a distanza dai suoi vicini, è necessario circa 1 chilometro quadrato per unità. Ciò significa che un “parco” di 10 piante richiede circa 1000 ettari di terreno. Poi si aggiungono i costi per il terreno, le strade larghe, le opere di cablaggio per l’allaccio alle reti elettriche. Emissioni “ ZERO ? “. Più che zero direi “ MERO ! “.
Maurizio Varriano