Una ventina di posti letto e tutti pieni. “E se ci fosse più personale infermieristico potremmo ricoverarne certamente di più” ci dicono i medici del reparto. Parliamo del San Francesco Caracciolo e del reparto di Medicina che è tornato a ricoverare a regime.
Pazienti che giungono per lo più dal Pronto Soccorso di Isernia e da quello di Campobasso. Malati potremmo definirli in “esubero” nei due plessi dei capoluoghi provinciali, e, quasi sempre in codice giallo, bisognosi di ricovero e soprattutto di assistenza quotidiana. Quasi tutti in avanzata età ma che hanno bisogno di particolare controllo e che hanno visto la mancanza di disponibilità di posti letto nei reparti del Cardarelli o del Veneziale e per questo dirottati su Agnone.
Qui l’arrivo della dottoressa Ambra Castagnacci, specializzata in pneumatologia, è stato l’elemento di valore aggiunto sotto il profilo soprattutto per le patologie respiratorie. Poi l’impegno costante dei due fratelli e chirurghi Iavicoli che sono riusciti a far riaprire le sale operatorie anche se per piccoli interventi, e non ultima la dedizione del dott. Luciano D’Agostino che nonostante il suo da fare, in rispetto e nel ricordo di Antonio Antonelli, suo collega di reparto, scomparso prematuramente a causa del covid, ha continuato, in forma del tutto gratuita, a tenere aperto l’ambulatorio di diabetologia all’interno del Caracciolo che lo stesso Antonelli portava avanti con entusiasmo e risultati positivissimi, hanno fatto sì che in questi ultimi tempi l’ospedale altomolisano non fosse così deserto..
Potremmo dire senza smentita che il dott. D’Agostino vive la sua professione all’interno del reparto di Medicina quasi in condizione di “libertà coatta” essendo presente a qualsiasi ora.
“Sotto la cenere arde sempre brace ardente” ci dice D’Agostino spiegando come il Caracciolo di Agnone, con i ricoveri di pazienti di altre strutture molisane, possa riappropriarsi di una importante funzione all’interno del sistema sanitario regionale, mettendosi così al riparo dal rischio di un definitivo smantellamento.
L’altra faccia della medaglia sono le lamentele dei parenti o dei pazienti ricoverati provenienti da zone lontane da Agnone. Stessi disagi che però vivono gli agnonesi e gli altomolisani costretti a recarsi in altre e distanti strutture –spesso anche fuori Regione- per avere garantito quel diritto alla salute, costituzionalmente garantito solo per chi può godere di una sanità completa ed efficiente nel proprio territorio.