Sarà una frase eufemistica, senza grandi lumi accesi per trarne succo ideologico e culturale. Nonostante ciò, è profondamente verità.
Verità di una fine 2022 che nel ritrarre condizioni di vita quotidiana, connessa alla voglia di restare in una regione che andrebbe lasciata senza remore e diseredata senza motivazioni ulteriori, ha aggiunto difficili momenti di profonda angoscia e paternalistica voracità d’affetti perduti.
Il Mondo, spesso e volentieri, ci appare appagante senza esserlo anche per lo sferzar difficili condizioni di assoluta malvagità destabilizzante. Nella probabile condizione di malessere, in cui lo stesso vive, ci ha riservato una fine 2022 piena di finte emozioni positive per poi riprendersi tutta la scena con eventi catastrofici, e dall’indubbia capacità assuefattiva.
Ci ha portato all’approvazione di una Finanziaria lacrime e sangue, non promessa ma determinata da un modo di pensare la politica a servizio di ricchi e lobby; donato i cento anni di Tony Vaccaro, immediatamente sferzati dal gelido arrivo della notizia della sua dipartita; il ricordo del compleanno di un pastore dedito alla conservazione della specie, della biodiversità, dell’amore per la sua terra e verso gli amici, Gregorio Rotolo, venuto a mancare il 13 marzo 2022 a 62 anni, troppo presto per una icona della vita, come troppo presto, a soli 48 anni, ci ha lasciato un altro amico, un’altra icona del pastoralismo d’eccellenza, Daniele
Berlingieri.
Troppo amaro in bocca al ricordo indelebile della biciletta del magico ed ineguagliabile Pelè, della Regina Madre d’Inghilterra, del regista Sidney Poiter, dell’indimenticabile David Sassoli, del divino Meat Loaf, famoso rocker, dello stilista Thierry Mugler, della portentosa Monica Vitti, del premio Nobel Luc
Montagnier, del batterista Taylor Hawkins, del paparazzo Ron Galella, del musicista compositore Evangelos Odysseas Papathanassiuou, dell’attore Ray
Liotta, della figlia di Totò, Liliana de Curtis, della poetessa Patrizia Cavalli, di Ivana Trump, del fondatore del quotidiano “ La Repubblica “ Eugenio Scalfari, di Olivia Newton-John dell’indimenticabile personaggio Sandy di “ Grease”, dell’immenso divulgatore culturale, Piero Angela, di uno dei più grandi politici e statisti di sempre, Mikhail Gorbachev, dell’attrice Irene Papas, di Bruno Arena, mitico volto del duo i “ Fichi d’India”, di Franca Fendi, di Angela Lansbury, celebre signora in giallo, di Franco Gatti dei “ Ricchi e Poveri”, di Roberto Maroni, politico ex segretario della Lega, di Renato Balestra, del signore del calcio quale Sinisa Mihajlovic, di Mario Sconcerti, dell’indimenticabile Lando Buzzanca, di Franco Frattini, della perdita della splendida voce dell’amica Claudia Arvati. Un’ecatombe valoriale, generazionale e culturale, che non manca di lasciare tracce scure non imbiancabili.
Un’ecatombe che, come evidenziato, non ha lasciato il Molise indenne da solchi difficilmente colmabili. Tante defezioni in ogni campo ed in ogni parte di esso. Non mancherà, quindi, il ricordo delle centinaia di vittime a causa della Pandemia e della sistemica inefficienza mostrata dalla politica, e da chi preposto a dar contezza sanitaria; a chi è morto di solitudine; a chi è morto di stenti e di
parafrasata ingiusta malinconica depressione, che solo un territorio lasciato
solo, può generare.
Non manca, altresì, il ricordo di chi si è immolato per ideali o per chi lo ha fatto, per vincere la morte ponendo fine ai mali propri e altrui costruiti.
Non manca il ricordo di chi, per vari motivi apparentemente inspiegabili, ha ucciso garantendo la morte a chi forse non avrebbe voluto tale fine, anche se spesso cercata nell’inconscio con comportamenti non consoni alla vita terrena tra cui quella della convivenza, della considerazione, dell’accettazione di condizioni non sempre facili da trasferire dal cuore alla mente.
Non manca il ricordo di chi è fuori e vorrebbe tornare a “vivere” il quotidiano con i propri affetti e non resistere per non “morire dentro” e ci si aggrappa, come David protagonista del romanzo di Robert Silverberg, ai ricordi più intensi della propria vita: i rapporti umani, alle relazioni, alla visione onirica del Mondo. Il Mondo, si quel
Mondo che toglie dopo aver fatto finta di dare e dà senza pensare come e perché, ma soprattutto a chi!
Quel Mondo, che nonostante tutto restituisce la Pace nei cuori e ridona splendore a perfetti visi che arridendo alle sfortune, alle sventure, nonostante vaghino verso la morte, sconfigge con la propria eredità ogni avverso tempo, mettendo in viaggio le anime che della vita ne fanno bandiera e che da essa ne traggono la cosa migliore: la ritrovata felicità!
E per questo, che forse nell’augurarci un 2023 a portata di “Cuore“, sarebbe utile ripercorrere la propria vita e ricondurre tutto nel solco tracciato da chi è sopra di noi, da quella mano che nel bene e nel male, è l’unica che continuerà a guidare senza avere la patente. Non occorre averla se non si ha, per sé e per gli altri, come ci canta Lino Rufo, “la Pace nel Cuore”.
Maurizio Varriano