Se si paventava l’assenza del medico nella postazione del 118 da domani 4 aprile e fino a venerdì 7, le ultime notizie che provengono dal servizio di emergenza posto nell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone parlano della possibilità che il 118 non possa garantire più l’intervento sui “Codici Rossi” almeno fino a fine mese se non oltre.
Potrebbe essere questa un’anticipazione di un servizio che potrebbe esser chiuso definitivamente così come successo in altri paesi e, nella necessità, esser garantito con un’auto medicalizzata da Trivento, Isernia o Venafro.
Come riferiva il regionale la mancanza dei medici (ce ne sono 52 a fronte di una richiesta di 96 di cui tre in ferie per prepensionamento) metterebbero in ginocchio tutto il servizio nell’Asrem. Ma la cosa che lascia basiti, almeno così asseriscono dal 118 di Agnone, che nella postazione altomolisana ci sono quattro medici che potrebbero tranquillamente garantire il servizio. Purtroppo i quattro sanitari fungono da “tappabuchi” nelle postazioni di Isernia o Venafro dove le chiamate sono molte di più rispetto a quelle che si registrano nell’agnonese. Cosicché, per Asrem, è meglio sguarnire una postazione che ha pochi interventi come quella di Agnone a fronte di altre che necessitano di più “forza lavoro”.
Insomma una politica di “compensazione” che dimostra come il diritto alla salute abbia delle preferenze; come in questo Molise esistano cittadini di serie “A” o “B”; di come determinate urgenze che spesso mettono a repentaglio la vita possano essere garantite solo ad una fascia di popolazione mentre altre possono tranquillamente farne a meno.
Ci piacerebbe che chi assume tale decisioni venisse a vivere con la famiglia, e possibilmente anche con i parenti più anziani, in Alto Molise e sperimentare sulla propria pelle il terrore di non avere immediata assistenza in caso di necessità.