Ravellesi, Templari e Crociati sulla rotta della Reliquia -Storia, Iconografia, architettura è il sottotitolo del poderoso ed elegante lavoro che offre una rilettura della facciata della cattedrale di Termoli e di tutto il suo impianto, ispirato alla presenza, sin dai tempi remoti, delle occultate reliquie di san Timoteo, copatrono della città insieme a San Basso. Un volume di circa 300 pagine edito da Lampo, fresco di stampa pubblicato nel febbraio 2023.
Reca la presentazione di mons. Gianfranco De Luca, Vescovo di Termoli , del presidente dell’Associazione, Andrea De Capua, Roberto Crema e la prefazione dell’architetto Franco Valente. La prima presentazione a Termoli, su iniziativa dell’Associazione Andrea De Capua, molto impegnata nello studio e nella ricerca delle fonti storiche e delle cronache, delle vicende della Termoli di ieri e di oggi.
Un pomeriggio ricco di iniziative che non ha impedito ai cultori di storia, di arte, architettura ma anche a cittadini ed amici di dedicare il loro tempo alla trattazione di un argomento che ha dato vita ad un volume importante, frutto di attento, puntuale, lungo e certosino lavoro concluso dall’autore dopo alcuni anni di ricerca.
Ricco di storia, il libro argomenta su fatti, eventi, famiglie, artisti e personalità che sono direttamente collegate con la Basilica, un monumento che si apre a tantissime discussioni ed ad interpretazioni che in un modo o nell’altro la collegano con gli eventi storici che hanno contrassegnato l’ Italia, l’Europa, l’oriente nel Medioevo ed in certo senso con l’impero di Federico II.
In modo particolare, il libro ha che fare con la Quarta Crociata che per un intrigo di vicende, invece della terra santa, ha avuto come meta l’Oriente ed in particolare la città di Costantinopoli. E in questo senso, Termoli, terra di passaggio e crocevia di popoli che l’hanno attraversata per raggiungere i luoghi di imbarco, e per essere essa stessa porto di andata e ritorno, ha avuto un grande ruolo.
Il volume è corredato di un ricco apparato iconografico che spiega e avvalora teorie e tesi sulla fattura, lo stile e la simbologia e le allegorie dei manufatti.
Diviso in 3 parti, si sofferma sulle reliquie di San Timoteo, nascoste intorno al 1239 e fortuitamente ritrovate nel 1945, si interroga sul perché le stesse siano state portate a Termoli e da chi, approfondisce l’apparato iconografico della facciata, tratta dell’architettura, delle maestranze, dei passaggi di genti, di pellegrini e di ordini religiosi come i templari, e delle tracce da questi lasciate. Nella seconda parte tratta dell’architettura e delle maestranze, nell’ultimo capitolo delle vicende storiche e architettoniche.
Il terzo capitolo parla dell’artista Alfano da Termoli, grande personaggio che ha dato titolo a strade e scuole, scultore della prima metà del tredicesimo secolo. La parte IV è un’appendice.
Per l’attenzione che cattura e le domande che ne scaturiscono, , ogni capitolo potrebbe essere motivo di un libro a sé stante , molto interessante da sviluppare suscitando la curiosità degli studiosi e degli addetti ai lavori ma anche di persone attratte dalla storia e dalla ricerca, dalla bellezza che ogni opera d’arte esprime. l’autore Nicola Di Pietrantonio, architetto, libero professionista e docente di discipline progettuali al Liceo Artistico. impegnato nei restauri e nelle studi della cattedrale ha scritto altri libri attinenti.
Il presidente dell’Associazione Andrea De Capua, Roberto Crema, nel ricordare gli studiosi che nel tempo si sono accostati a studi e ricerche nello stesso settore tra questi Francois Lenormant, Emile Bertaux, Luigi Ragni, Francesco Laccetti, Alfonso Perrella, Ada Trombetta, Carlo Cappella, Luigi Marino, Marcello Paradiso , Antonio Smargiassi e Franco Valente, colloca l’opera di Di Pietrantonio tra i lavori innovativi nel senso di portatore di nuove riflessioni oltre che di approfondimenti ed ipotesi che ne danno una lettura diversa, originale e assolutamente verosimile.
I saluti istituzionali e della città sono stati del sindaco Francesco Roberti che nel porgere i rallegramenti per l’iniziativa, ha evidenziato che ha potuto apprezzare il lavoro di ricerca e i risultati del volume che arricchisce il patrimonio bibliografico della città e di cui sarà presto dotata la biblioteca comunale per consentire al pubblico di poterne fruire.
Tra i relatori dell’incontro moderato da Fernanda Pugliese, don Marcello Paradiso, sacerdote e vicario generale della Diocesi di Termoli –Larino. Autore di monografie e saggi anche di argomento filosofico oltre che religioso e di fede. Nel porgere il saluto del vescovo mons. Gianfranco De Luca, ha tracciato una sintesi sul lavoro di Di Pietrantonio, auspicando futuri e rapidi accordi con l’alta sponda Adriatica con la quale nel passato si sono tessuti rapporti commerciali ma anche relazioni, con genti dalmate, passaggi e scambi di artisti impegnati in opere di fede e di cui egli stesso ha potuto rilevare, nelle recenti visite presso i luoghi, ampie e significative tracce.
Franco Valente, architetto, autore e storico di elevato tenore, nella sua ricca ed interessante relazione, ha condiviso l’originalità di un accostamento nuovo rispetto ai precedenti, ha ricordato gli studi e gli atti di Montecassino che sono la “ Bibbia degli scritti documentali del nostro territorio”.
Rimanendo nell’argomento Termoli ha sostenuto che gli imbarchi verso Costantinopoli siano avvenuti anche da qui, citando le fonti storiche ed il passaggio “ atque per sangrum ad termulas trasiens cupiemnque constantinolpolim ad impertorem confugere mare ingressus”. Al lavoro di Di Pientrantonio, di cui ha scritto la prefazione, Franco Valente, attribuisce l’immagine di un edificio Cattedrale che si presta ad essere un “ vero e proprio reliquiario “.
Una facciata che si legge e che come tutte le cattedrali, aggiungiamo, raccontano storie sacre e profane, di vita religiosa e di scene evangeliche, di Santi e Patroni , vescovi e papi ma anche di imperatori e di regnanti seguendo tecniche di esecuzione, impianti , manifatture, tipologie di materiali, di stili consoni alla cultura, alla storia, alla tradizione e alla mentalità e di ciascuna epoca.
Nel caso specifico, di iscrizioni, tracce, linee, segni di passaggi, rifacimenti , maestranze e esecutori e soprattutto dei finanziatori, che per la cattedrale di Termoli, come si evince dalle epigrafi ed iscrizioni, riportate nel volume, appartengono a famiglie di ravellesi.
Fernanda Pugliese