Una generazione non raccontata che sognava la rivoluzione. Dal sottotitolo della pubblicazione a cura di Italo Di Sabato che di quel periodo storico è stato un grande protagonista, avendo ricoperto anche incarichi istituzionali in qualità di consigliere regionale e assessore.
Tutto nasce a Palata un paesino dell’entroterra molisano tra Montecilfone, Il Biferno e i paesi dell’area slava, che ha dato i natali a uomini illustri come Amodio Ricciardi, protagonista della Rivoluzione Napoletana, ed altri combattenti per la libertà.
Ma la storia raccontata nel libro che reca la prefazione di Giovanni Russo Spena, edito da La casa del popolo di Campobasso, inizia quando un gruppo di studenti del posto insieme ad altri amici dei paesi vicini, decidono di sposare la causa dei diritti dei lavoratori, delle famiglie, della gente comune, adottando una forma di denuncia e protesta che parte dal basso per sfondare il muro della burocrazia e di quelle forme di governo che pur professandosi democratiche, in realtà non arrivano ai problemi della gente, anzi, li ignorano e in quel caos di problematiche di interesse collettivo i partiti politici si scindono e si dividono dando vita, soprattutto quelli di sinistra, a movimenti, gruppi e coalizioni che vivono sulla pelle dei propri adepti la marginalità delle classi sociali disagiate.
A Palata, il riferimento del movimento è Italo Di Sabato che con Angelo Lamelza, Domenico Vitulli, Fabio Lemme è Antonio Daló, decidono di trasferire nelle pagine di un libro la loro indimenticabile esperienza. Nella circostanza della presentazione al Chiosco nel Bosco di Corundoli, ne parlano con genuina franchezza, senza tradire le emozioni dettate dai ricordi ma anche dalla presenza di amici, sostenitori, conoscenti che hanno sempre apprezzato quel modo così diretto e genuino di fare politica, quella politica dalla quale tutto dipende, con la spontaneità ma anche con la forza di chi crede nei sogni e tra questi quello più ambizioso e sincero di tutti, come la fantastica utopia della pace e del cambiamento del mondo.
Bella serata, condotta con passione e arricchita da interventi estemporanei ma di pressante attualità come quello di Ivan Staniscia e di Enrico Ludovici, pioniere e attivista dei tempi. Un modo per riflettere come nonostante il passare degli anni, in realtà si sia modificato tutto ma non sia cambiato niente.
Fernanda Pugliese