E a dimostrare questo semplice assunto, espresso dal compositore Ildebrando Pizzetti nel lontano 1908, ci ha provato l’associazione Mario Lanza nel comporre il cartellone dell’Omaggio a Mario Lanza, Festival che si tiene a Filignano ogni anno da ben trentatré edizioni.
Un festival, quello del 2023 declinato al femminile, concettualmente di Pace, di bellezza, di amore. La lirica è un territorio musicale noto, esplorato dagli amanti del bel canto che ai giorni nostri, sfidano spesso indifferenza e diffidenza, proponendo un repertorio quanto mai variegato e affascinante. 33^ edizione piena di assolute novità ma concettualmente, piena di differenze e di eccellenze. Voci al femminile come quella della rappresentazione operistica in forma di concerto della “Carmen” di Bizet, di Barbara Eramo e Diana Tejera con il progetto Ipazia, di Laura Verrecchia, Federica D’Antonino, di Michela Lombardi con “Live to Tell” le canzoni di Madonna, di Antonella Ruggiero, di Chiara Taigi, soprano sopraffine.
Un tributo al mondo femminile reso magico dall’orchestra internazionale guidata dal Maestro Leonardo Quadrini, dal gruppo a trazione Ezio Zaccagnini ( Neapolitown Live), accompagnato da musicisti e tenori di fama mondiale quali Riccardo Fassi, Luca Pirozzi, Pejman Tadayon, Massimiliano Drappello, le splendide mani di Francesco Buzzurro, Renzo Ruggieri, le note vocali di Eungkwang Lee, Fabio Andreotti, Joan Lainez. Un’impresa per avventurieri positivi capaci di progettare un Festival che anno per anno consegue successi e meritati riconoscimenti.
Gli avventurieri dell’associazione Mario Lanza (in primis il presidente Michel Rongione), che, grazie al sostegno della Regione Molise, dell’Amministrazione Comunale di Filignano, di sponsor ormai fedelissimi del Festival, in primis l’impresa Mascio e la Buono, ha organizzato nella piazza di Filignano che ebbe a salutare Mario Lanza nel lontano 1957 un ciclo di sette serate concerti dalla qualità ed integrità sistemica, senza eguali. Il Direttore artistico Lino Rufo ha plasmato un cartellone d’eccezione e la Kermesse ha convinto, vinto e decisamente fatto sorridere le migliaia di persone accorse per applaudire i meritevoli cantanti e attori.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo innanzitutto di capire brevemente di cosa parliamo esattamente quando diciamo Festival Omaggio a Mario Lanza. Come ha ben spiegato Guido Salvetti (docente sul versante musicologico) nelle efficaci guide ai concerti, non si tratta di un genere omogeneo, ma di un’ampia costellazione in cui trovano posto autori anche molto distanti fra loro, ma accomunati da un’ideale tensione a mettere in musica testi poeticamente di alto valore. Un anno importante per il nostro discorso è il 1908.
In quest’anno, infatti, il giovane Ildebrando Pizzetti scrive un articolo dal titolo ”I versi per musica” in cui, partendo da un’analisi della romanza da salotto, esprimeva la necessità di mettere in musica «vera poesia», al pari di quanto già accadeva in Francia (e Germania). Secondo Pizzetti bisognava, dunque, musicare vera poesia, fatto che spaventava molto i compositori e gli artisti perché «dinanzi a un testo poetico veramente bello essi si sentono quasi intimoriti, sentono confusamente che bisognerebbe svolgere le loro melodie seguendo lo svolgimento della poesia».
Quest’ultima osservazione è decisiva per comprendere l’eccezionalità del Festival dedicato ad un poeta della musica, non solo quella lirica, quale Mario Lanza.Il festival, quindi, apre la strada ad un approdo di un percorso musicale che lentamente ha investito il canto vocale da camera e che poi si è dipanato nel tempo seguendo numerose strade. Non a caso il repertorio è stato variegato e conseguente, indicativo ma pungente.
La Carmen di Bizet in forma di concerto, in 14 agosto, ha aperto la kermesse suscitando positività e applausi a scena aperta. La seconda giornata ha visto do scena la multietnicità di un genere senza confini e senza schemi precostituiti. Il Progetto Ipazia, appositamente prodotto per il Festival ha condizionato eccentricamente e solidaristicamente la serata del 15 agosto grazie alle melodie poli strumentali di un gruppo al femminile capeggiato dalla voce di Barbara Eramo. Come per la Carmen, applausi e critiche positive hanno inondato la piazza.
La terza serata è stata resa magica dal ritorno di Laura Verrecchia, mezzosoprano di origini Filignanesi che nell’emozionarsi ha emozionato il magnifico e numerosissimo pubblico che non ha mai lesinato applausi e qualche lacrima di emozione posta al volto per motivi di graditissimo campanilismo. Accompagnata da altra voce molisana, il soprano Federica D’Antonino, entrambi hanno sugellato la qualità degli artisti molisani. Andando ad abbracciare sia la forma più diffusa del canto ed ensemble strumentali di vario tipo, il quarto giorno la gradinata della Chiesa ha visto emozionare il pubblico con le canzoni di Madonna in forma Jazz cantante con incredibile passionalità e professionalità dalla bravissima Michele Lombardi.
Un percorso che ha suscitato incredulità per come anche Madonna può divenire una “casta diva” della musica d’autore. Poi, spazio alla canzone Napoletana in forma di rock lirico. Il 18 agosto si è scritta una nuova pagina di musica e questa volta grazie ad un gruppo “Neapolitown”, guidato dal batterista pluripremiato, Ezio Zaccagnini. Una sorta di viaggio nel tempo che abbracciando il tenore Mario Lanza ha condizionato positivamente pubblico e critica tanto da premiare il progetto con un caloroso apprezzamento dettato da applausi spontanei e ritmati, che hanno colorato la serata, seppur un tantino fredda in termini meteorologici. Il percorso è seguito il 19 agosto con un evento magico, sensazionale, pieno di Candore e malizia con l’esecuzione di brani fondamentali della musica Italiana.
Di scena la splendida voce di Antonella Ruggiero che per l’occasione ha avuto due condottieri dai vestiti musicali di pregio quali Francesco Buzzurro e Renzo Ruggieri. Voce, fisarmonica e chitarra per una orchestra dal concetto di vita, bellezza e morbida condizione di ascolto, che di pari difficile riuscirne a trovare. Una serata magica, possente, dirimente apatia e sollazzo da poltrona di casa. Colori spalmati da note che del tempo ne costruiscono fondamenta, luci sparse nel cielo buio a far brillare le stelle e la magia ha riportato l’orologio al suo lento ticchettio sino a tarda notte per la giusta ovazione e per ben tre bis costantemente applauditi. Mai tanta tristezza per l’imminente termine della kermesse.
Unica consolazione l’attesa per la serata del 20 agosto con il Gran Galà, che ha visto eccellere l’orchestra, il maestro Leonardo Quadrini, a cui si è proposta la cittadinanza onoraria per il suo impegno nel festival, ultraventennale, Chiara Taigi, soprano internazionale, Joan Lainez, eccellente voce tenorile dal particolare timbro “Lanziano”- lasciandoci passare il termine mai usato prima. Un excursus di aree e canzoni ( da Verdi a Puccini alla romanza) che hanno favorito emozioni, partecipazione ed ovazioni senza limiti e senza la condizione dell’obbligo.
L’inno d’Italia chiude il festival con la mano destra sul cuore e sulle onde di un mare che diventa calmo per traghettare quella navicella serica e tranquilla che vedrà il Mario Lanza corrispondersi con il Petruzzelli di Bari e ampliare l’offerta con un concorso e nel periodo invernale far tappa ad Isernia. Le serate hanno visto calcare il palco autorità civili, militari e religiose quali sindaci, in primis Federica Cocozza e Piero Castrataro, la vice presidente del Consiglio Regionale Stefania Passarelli, visibilmente entusiasta, Adriano Aragozzini, incredulo di tanta bellezza, i vicari di Questura e Prefettura nelle persone di De Gregorio Rosa e Ferri Giuseppina. Graditi gli innumerevoli messaggi di compiacimento da parte del presidente della Regione Molise Francesco Roberti, dell’Assessore al Turismo e Cultura Salvatore Micone, di Vittorio Sgarbi, sottosegretario MIC.
Le serate hanno visto di scena presentatori da forme e ritmi diversi, ma da qualità e coinvolgimento decisamente notevoli. Gianni Di Chiaro, Fabio Lara e Maurizio Varriano i loro nomi. La poesia della musica vince e convince che se il mondo potesse adottarne le parole dettate dalle note angeliche, forse vivremmo tutti al seguito di una marcia che invece di portarci in guerra, favorirebbe di certo la Pace.
Maurizio Varriano