La figura dello storico-filosofo Baldassarre Labanca (Agnone 1829 – Roma 1913) da oltre vent’anni nei programmi del Centro Studi Alto Molise che ha dedicato (grazie a Francesco Paolo Tanzj, Ada Manuela Labanca e Pasquale Falasca che per primi compresero l’importanza storico-culturale-filosofico e promossero gli approfondimenti su Baldassarre Labanca) all’importante personaggio ottocentesco agnonese tantissimi convegni, meeting e studi.
Baldassarre Labanca che oltre ad avere intitolata la biblioteca di Agnone è ricordato in alcune strade ad esso dedicate in varie cittadine italiane.
E sabato 4 novembre alle ore 17,30 ad Agnone, nella sala consiliare di Palazzo San Francesco verrà presentato il libro “Baldassarre Labanca e la “congiura del silenzio” di Agnieszka Sylwia Proniewicz pubblicato dalle Edizioni Il pozzo di Giacobbe.
“Un evento molto importante per gli studi labanchiani, inaugurati già nel 2012 con la presentazione del testo Ricordi autobiografici. Il mio testamento, basato proprio sugli scritti del grande intellettuale agnonese” fanno sapere dal Csam.
Agnieszka Sylwia Proniewicz che ha conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana, attualmente insegna nella Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e nella stessa Facoltà è membro dell’Istituto storia del cristianesimo “Cataldo Naro”.
Insieme a Sergio Tanzarella, ha curato l’edizione critica di Baldassarre Labanca, Ricordi Autobiografici – Il mio testamento (Trapani, 2012).
E proprio Tanzarella con Tanzj e Falasca con Marcella Amicone del Csam e Franco Paolantonio della Fondazione “Atene del Sannio”, saranno i relatori, con l’autrice del libro, nell’importante convegno. Il benvenuto sarà dato dal sindaco di Agnone Daniele Saia.
«Se facessi le mie lezioni di Storia del cristianesimo non in Italia, non in Roma, sì bene in altre contrade e in altre città della vecchia Europa o della nuova America, potrei dispensarmi di scrivere delle necessità e delle difficoltà degli studi religiosi.
Altrove questi studi si fanno da più tempo, senza ostacoli e senza doverne dimostrare la necessità. In Italia, soprattutto a Roma, porgono motivo a sospetti, a pericoli talvolta, e, quel ch’è peggio, vengono non curati, e da molti, eziandio dotti, considerati con disprezzo e con indifferenza» (B. Labanca, Difficoltà antiche e nuove degli studi religiosi in Italia).