Il 2024 entra con l’ennesimo colpo al San Francesco Caracciolo. L’ospedale alto molisano infatti ha visto soppresse le cucine con il servizio appaltato da Asrem ad una azienda del napoletano. Forte mormorii e non solo ad Agnone.
“La chiusura del servizio mensa dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone –ha detto il sindaco Saia- ha fatto molto discutere nelle ultime ore. Spesso, però, si arriva a conclusioni affrettate che non corrispondono alla realtà dei fatti. L’amministrazione comunale, sempre attenta alle problematiche del territorio e impegnata nella difesa del diritto alla salute dei cittadini, ha immediatamente aperto un tavolo di confronto con l’ASREM.
Ed è degli ultimi minuti la precisazione dell’azienda regionale sulla riattivazione del servizio ad Agnone. Il provvedimento è solo temporaneo. La mensa tornerà in piena funzione tra 4 mesi, perché non è stato possibile trovare immediatamente un sostituto al cuoco andato in pensione, cuoco che garantiva la rotazione dei turni. Quindi, per garantire la continuità del servizio, temporaneamente i pasti verranno consegnati ai pazienti grazie al lavoro di una ditta esterna a cui ASREM si è rivolta. Situazione analoga a molti altri ospedali italiani. Tenere in funzione i servizi del nostro ospedale resta una nostra priorità, il nostro lavoro è costante”.
Non la pensa così il Regionale Andrea Greco che entra nel profondo del merito in una nota alla stampa.
“Con un provvedimento del 22 dicembre scorso, l’Asrem chiude le cucine dell’ospedale di Agnone e affida il servizio del trasporto pasti ad una ditta di Somma Vesuviana, la RI.CA srl, alla “modica” cifra di 35.000 euro per quattro mesi. La società campana dovrà assicurare l’arrivo di pranzo e cena (non viene menzionata la colazione), preparati al Veneziale di Isernia, agli ospedali di Agnone e Venafro. Considerato i costi siamo di fronte ad una decisione antieconomica soprattutto se si considera il regime di commissariamento e il Piano di rientro a cui è sottoposta da anni la Regione Molise riguardo il comparto sanità.
L’esternalizzazione del servizio è dettato dalla carenza di personale, ma appare evidente che con l’identica somma si potevano assumere diversi cuochi che sul posto avrebbero fornito un servizio di alta qualità. Infatti, non ci vuole un mago per capire, che tra preparazione e trasporto da Isernia ad Agnone, trascorrerà almeno un’ora in condizioni meteo accettabili.
E allora qualche domanda sorge spontanea: quale sarà la qualità dei cibi che saranno somministrati ai pazienti? Se proprio le cucine del Caracciolo dovevano essere chiuse per una “durata presunta di quattro mesi” (testuale dicitura dell’Asrem), perché non affidarsi ad un ristorante del posto? Chi garantirà la colazione ai degenti? Cosa accadrà quando neve e ghiaccio renderanno le strade impercorribili o richiederanno un tempo maggiore per raggiungere Agnone? Ed ancora: la cifra assegnata alla ditta è congrua o, come sembra di capire, spropositata per il solo trasporto dei pasti?
La verità è solo una, ovvero quella che cambiano i presidenti, direttori e manager, ma il modus operandi resta identico al passato: sperperare denaro pubblico con aggravio della pressione fiscale sui cittadini molisani, in particolare quelli delle aree interne già alle prese con atavici problemi.
In un post su facebook il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia scrive che la decisione presa dall’Asrem è “solo temporanea”. Naturalmente ce lo auguriamo ma in attesa di certificare, nero su bianco, quanto dice Saia, presenterò una interrogazione in Regione con lo scopo di fare luce sull’intera vicenda che ancora una volta penalizza il territorio dell’alto Molise”.